14 Aprile 2024
Incorvaia

FUGA DI CERVELLI
Torino, 23/03/2014
Apprendo con stupore e rammarico della drammatica decisione del dott. Moretti, A.D. di Ferrovie Italiane, di espatriare qualora il suo faraonico emolumento di circa 800.000 euro l’anno venisse tagliato (ricordiamo per inciso che il Presidente U.S.A. Obama ha un appannaggio di 400.000 dollari l’anno, al quale ha recentemente sottratto un 5% in segno di solidarietà con i dipendenti pubblici in difficoltà economiche a causa dei recenti tagli al budget statale) e la notizia mi getta nel più profondo sconforto considerando a quali vette  di efficienza, specie sotto il profilo della pulizia delle carrozze, della puntualità e della qualità del materiale rotabile erano assurte Ferrovie Italiane sotto la illuminata reggenza.

Sospetto che dietro tale annuncio si celi la mano di potenze straniere che, si sa, sono da sempre golose di manager pubblici italiani transfughi e segnatamente faccio riferimento alle Ferrovie Svizzere, notorio esempio di inefficienza e cattiva gestione.
Pazienza, nella malaugurata ipotesi il dott. Moretti dovesse lasciarci, ogni qual volta il nostro treno arrivasse in perfetto orario, ogni qual volta dovessimo trovare le toilettes e le carrozze linde, splendenti e perfettamente agibili, ogni qual volta dovessimo toccar con mano la sicurezza e la modernità dei nostri treni, malediremo una volta di più il Governo miope, colpevole nuovamente della fuga di un altro, insostituibile cervello.

INCORVAIA Leonardo, Torino

LEZIONI DI DEMOCRAZIA
Torino, 19-03-2014
Film già visti, vecchi copioni: gli americani, “maestri” ed “esportatori” di democrazia (che non si sono mai fatti scrupolo di “importare” nel Paese di turno da “liberare” a suon di bombe) tuonano e minacciano la Russia di Putin per la questione Ucraina, come al solito seguiti a ruota dai “servi sciocchi” europei (di cui l’Italia è autorevole rappresentante) che fanno finta di non rendersi conto che l’Europa, negli affari interni russi, conta come il due di coppe e dimenticando tranquillamente che il gas russo, nelle economie europee, conta assai di più: vogliamo provare  a farne a meno, per dare uno schiaffo morale ed economico al “dittatore” Putin?
Ma poi, di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una regione, la Crimea, che ha scelto in piena autonomia e plebiscitariamente di tornare in seno alla Russia, di cui, per inciso, faceva già parte non moltissimi anni fa, tramite un referendum, che, se non ricordo male, dovrebbe essere la massima espressione democratica e dunque? Perchè scandalizzarsi, perché non riconoscerne la validità?
Anzi, almeno lì il popolo ha potuto scegliere la strada da percorrere: perchè nella democraticissima Unione Europea non si fa altrettanto a proposito dell’euro e della effettiva volontà dei cittadini a voler continuare ad appartenere a questa benedetta (maledetta?) Unione?
Guai anche solo pensarlo! Anzi, ci viene ripetuto ad nauseam che euro ed Unione Europea sono irreversibili ed è impossibile uscirne! E quale trattato, patto, sodalizio, contratto e quant’altro esclude a priori la facoltà di recesso, di uscita? Non ricorda tanto i Paesi appartenenti al vecchio Patto di Varsavia?
INCORVAIA Leonardo, Torino 

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