27 Ottobre 2024
Strade d'Europa

Sulle tracce della Cornucopia: tra mito e realtà – Emanuele Franz

Uno degli approcci che occorre avere trattando simboli che abbracciano più civiltà e culture, come quello del corno, è quello ritenere plausibile l’esistenza di un codice originario comune alle religioni e, soprattutto, che fra i miti antichi e l’avvento del cristianesimo non ci sia un conflitto ma una continuità. Nelle precedenti ricerche questo si era riscontrato, in Colchide, una continuità fra l’antico mito del Vello d’oro e le prime comunità cristiane della chiesa ortodossa georgiana e, recentemente in Anatolia, al confine con la Siria, nelle devastate zone della guerra sulle tracce dell’originaria acqua della Genesi. L’acqua della vita potrebbe essere identificata con l’acqua che i locali venerano e usano per curare i malati alla periferia della città di Şanlıurfa (l’antica Edessa) in un pozzo miracoloso che si crede sia quello dove è stato seppellito per sette anni il biblico Giobbe.

Il mito non inventa ma parte sempre da un qualche cosa di autentico che affonda le sue radici nei popoli, così ci siamo recati in Grecia nei luoghi in cui si sono svolte le vicende mitologiche del Mito della Cornucopia, il leggendario corno dell’abbondanza che Eracle ottiene nella lotta con il Dio fluviale Acheloo.

La vicenda del mito di Eracle si svolge sulle rive del fiume Acheloo. Già di per sé un grande fiume, è da sempre considerato fonte di fertilità poiché produce infinitamente l’acqua che dà la vita senza esaurirsi o andare in secca. Così come il sole che produce calore e luce senza consumarsi.

Eracle, una volta recuperata la Cornucopia dalla contesa col Dio-fluviale, la consegna al re dell’Etolia che si chiama Oineo e ottiene per moglie sua figlia Deianira.

Questa vicenda per molti è solo una fiaba, una delle tante imprese di Eracle.

La spiegazione del mito della Cornucopia data dagli storici è la seguente: le due regioni, quella dell’Etolia, a Est, e quella dell’Acarnania, a Ovest, confinano e sono spesso in contesa. Il confine naturale fra le due è proprio il fiume Acheloo che però continuamente erode terra ai lati, cangiando continuamente gli spazi e i confini ed aumentando, quindi, i diverbi fra le due popolazioni confinanti. La lotta di Eracle col fiume rappresenta quindi, per allegoria, il tentativo umano di arginare la devastante forza della natura e metter pace alla contesa dei due popoli confinanti. Il Dio fiume che nel mito cambia forma indica il suo repentino movimento e la Cornucopia una metafora della ricchezza del terreno. Ecco tutto. Nulla di simbolico, nulla di metafisico. Nulla di sovrannaturale. Una storiella inventata dagli antichi in guerra per un campo di patate. Dobbiamo veramente credere che gli antichi fossero così sciocchi come pretendono i moderni, oppure c’è dell’altro? O dobbiamo credere, invece, che nel mito del corno dell’abbondanza si celi un segreto cosmico che abbraccia civiltà e millenni e che spieghi la stessa origine dell’uomo sulla terra, frutto di una abbondanza celeste che, col suo amore, ha irrorato la terra con la vita?

La nostra ipotesi è che la Cornucopia dovesse esistere in qualche forma e che non sia una mera invenzione letteraria o poetica ma rappresentasse qualcosa di reale.

Riteniamo verosimile l’esistenza di un corno fisico perché Pausania, nella sua opera Guida della Grecia, (VI,19,6), parla del fatto che a Milziade fu consegnata una cornucopia d’avorio in segno d’onore per le sue imprese militari.

Un capo militare come Eracle che consegna al re un corno dall’alto valore magico-rituale in segno di suggello o di un accordo politico io lo ritengo plausibile.

Il nostro approccio è stato quello di ritenere che antichi culti pagani siano stati assimilati e reiterati dalle comunità religiose susseguitesi in un medesimo territorio.

Nella zona limitrofa all’attuale città di Missolungi, nel nord-ovest della Grecia, troviamo che nei siti archeologici delle antiche città di Calidone e Pleurone sono state edificate basiliche cristiane una: del V secolo sulla acropoli di Pleurone e una dedicata a San Giovanni Battista sul precedente tempio di Dioniso a Calidone. Continuità. Infine la svolta nelle sue ricerche è avvenuta quando viene identificata una chiesa del VII-VIII secolo dedicata sempre a San Giovanni Battista, che sorge sulle rive del fiume Acheloo.

Questa chiesa era sede di una eparchia dedicata al Dio pagano Acheloo e all’interno sono presenti dei mosaici del V secolo (precedenti la chiesa stessa) che trattano motivi precristiani (flora, frutti della terra, elementi legati a fertilità e abbondanza) sovrastati infine da un affresco sopra l’altare che mostra la Vergine che tiene in mano la Cornucopia sotto forma di disco luminoso dal quale esce la fertilità e abbondanza.

È sicuramente una scoperta sorprendente che dimostra che la Cornucopia non solo non è una invenzione ma è esistito un culto cristiano ad essa dedicata, un culto cristiano che intreccia motivi pagani legati all’abbondanza. Segno di enorme importanza che mostra come la venuta del cristianesimo non abbia distrutto, ma conservato, tutelato ed anche che gli antichi miti hanno annunciato la Rivelazione.

Chiesa del VII secolo sulle rive dell’Acheloo, dedicata a San Giovanni Battista

 

La Cornucopia è rappresentata come un disco luminoso. La Vergina Santa ha un disco luminoso in mano, il cerchio della vita, il disco dal quale segue l’abbondanza e la fertilità e al quale naturalmente è collegato il mosaico sottostante ricco dei frutti della terra.

La Vergine con la Cornucopia in mano, sotto forma di disco luminoso, dal quale sgorgano i frutti della terra, presso la chiesa cristiana che sorge sulle rive del fiume Acheloo dal quale viene il mitologico corno dell’abbondanza

Chiaramente il disco è legato alla Cornucopia nella misura in cui dobbiamo immaginare che la Cornucopia viene rappresentata come un disco luminoso. Anzitutto la Cornucopia, vista geometricamente, è un insieme di cerchi tali che dal piccolo vanno sempre più a dilatarsi idealmente in un cerchio dalla circonferenza infinita. Qui troviamo elementi legati al Nordafrica, perché l’associazione del cerchio con il corno la troviamo proprio in Nordafrica.

La Dea Hathor, infatti, che significa casa di Or, Dio solare, è rappresentata con il cerchio con le corna e, tra le altre, è anche evocata per avere l’abbondanza. Ma troviamo anche il Dio solare Ammone, che i greci identificano con Zeus, che veniva venerato coi corni.

Sta di fatto però che l’associazione del cerchio della vita o il cerchio di luce con l’abbondanza è un fatto di enorme importanza. Per citare l’Antico Testamento:

“Avvolge il cielo con un cerchio di gloria, l’hanno teso le mani dell’Altissimo” Siracide 43,12:

Cornucopia con sfera. II Sec. a.C. Museo archeologico nazionale di Atene

 

Per concludere, siamo di fronte a una scoperta che dimostra l’esistenza stessa della Cornucopia o comunque del culto della Cornucopia, che è la stessa cosa. È un viaggio che mette in collegamento più civiltà, che fa un’evidenza che è questa: il cristianesimo non arriva e distrugge, come una certa propaganda vuole ingannevolmente proclamare, ma è un cristianesimo che arriva e tutela, assorbe e innalza.

 

Emanuele Franz

 

Bibliografia:

-Emanuele Franz, -Alla ricerca del Vello d’oro. Spedizione in Colchide del III millennio. 3400 chilometri via terra e mare- Audax editrice 2023, con la prefazione di Louis Godart;

-Emanuele Franz, -L’acqua della vita. Pellegrino in Anatolia alle origini del Sacro- Audax editrice 2024, con la prefazione di S.E:R. il Vescovo di Terme Athenagoras;

-Emanuele Franz, -Sulle tracce della Cornucopia. Il corno dell’abbondanza dalla preistoria ai giorni nostri- di prossima uscita con Audax Editrice.

 

Emanuele Franz

è nato il 14 agosto 1981 a Gemona in Friuli (Italia) e vive a Moggio Udinese.

È saggista, filosofo, attore e poeta. Si occupa di filosofia e storia delle religioni e ha al suo attivo più di 30 pubblicazioni, nelle quali spazia dai romanzi alla saggistica, dai dialoghi alle opere drammatiche, dalla letteratura di montagna all‘ermetismo. Nel 2017 ha pubblicato “La storia come organismo vivente”, un saggio sulla storia universale in cui sostiene una teoria innovativa del tempo. Organizza convegni culturali internazionali (come il convegno Identitas) e i suoi libri sono tradotti anche in serbo “Evropa u sumraku” (“Europa al crepuscolo”), edizioni Prometej, Novi Sad, Serbia 2022, in tedesco “Metaphysik des Baumes” (“Metafisica dell’Albero”), Audax edizioni 2023, inglese “You are One” (“Voi siete Uno”) edizioni Prometej, Novi Sad, Serbia 2023, e russo “Все вы одно” (“Voi siete Uno”), Audax Editrice 2023.

www.audaxeditrice.com

 

 

Emanuele Franz è nato il 14 agosto 1981 a Gemona in Friuli (Italia) e vive a Moggio Udinese. È saggista, filosofo, attore e poeta. Si occupa di filosofia e storia delle religioni e ha al suo attivo più di 30 pubblicazioni, nelle quali spazia dai romanzi alla saggistica, dai dialoghi alle opere drammatiche, dalla letteratura di montagna all‘ermetismo. Nel 2017 ha pubblicato “La storia come organismo vivente”, un saggio sulla storia universale in cui sostiene una teoria innovativa del tempo. Organizza convegni culturali internazionali (come il convegno Identitas) e i suoi libri sono tradotti anche in serbo “Evropa u sumraku” (“Europa al crepuscolo”), edizioni Prometej, Novi Sad, Serbia 2022, in tedesco “Metaphysik des Baumes” (“Metafisica dell’Albero”), Audax edizioni 2023, inglese “You are One” (“Voi siete Uno”) edizioni Prometej, Novi Sad, Serbia 2023, e russo “Все вы одно” (“Voi siete Uno”), Audax Editrice 2023.

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