7 Novembre 2024
Julius Evola Libreria

Studi Evoliani 2018: il nuovo numero dell’annuario della Fondazione Evola – Giovanni Sessa

Anche quest’anno è puntualmente nelle librerie l’Annuario della Fondazione Evola, Studi Evoliani 2018. L’opera artistica completa di Evola, edito dalle Edizioni Arktos (per ordini: edizioniarktos@yahoo.it. pp. 261, euro 22,00). Lo scopo di questa pubblicazione periodica è informare gli studiosi e i lettori del filosofo romano, o chi fosse interessato al pensiero di Tradizione, intorno a tutto quanto in tema si è prodotto in Italia e/o all’estero, nel corso dell’ultimo anno. Questo numero del 2018 è particolarmente ricco di contributi stimol

anti e di disparate, come si vedrà, suggestioni culturali. La prima sezione dell’annuario si apre con gli atti del Convegno svoltosi a Roma il 7 marzo 2019, nella prestigiosa sede della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, di fronte ad un folto pubblico. Relatori in quell’occasione furono Gianfranco de Turris, il patron delle Edizioni Mediterranee, Giovanni Canonico, gli storici dell’Arte Carlo Fabrizio Carli e Vitaldo Conte ed il grafico Dalmazio Frau. Gli studiosi hanno contribuito, con dei saggi, alla realizzazione del volume di Evola, Teoria e pratica dell’arte d’avanguardia. Manifesti-Poesie-Lettere-Pittura, edito dalle Mediterranee, che era oggetto delle relazioni del Convegno. Il testo raccoglie, per la prima volta, l’intera produzione artistica di Evola, tanto quella poetica che quella pittorica, oltre gli scritti teorici relativi all’arte d’avanguardia. Si tratta, pertanto, di un quadro d’insieme sull’intensa esperienza estetica del tradizionalista, che permette di fare il punto sul fondamentale contributo da lui fornito alla cultura europea primo novecentesca. Le relazioni contenute in questo Studi Evoliani, contestualizzano ulteriormente la produzione pratico-teorica di Evola e propongono approfondimenti significativi della sua esperienza artistica, finora sottovalutata. Evola attraversò l’esperienza futurista, ma va ricordato, soprattutto, quale massimo rappresentante in Italia del dadaismo. A tale esperienza giunse attraverso l’idealismo magico. In soli cinque anni, la fase in cui effettivamente partecipò allo sturm und drang italiano, riuscì ad imporsi quale punto di riferimento imprescindibile, intrattenendo proficui rapporti con artisti europei, non ultimo con lo stesso Tristan Tzara. Ufficialmente portò a termine la stagione artistica nel 1921, ma tale esperienza segnò il suo percorso verso la Tradizione.

Molto ricca la sezione dei Saggi. Tra essi segnaliamo lo scritto del filosofo russo Aleksandr Dugin, che propone un itinerario teorico di grande interesse, centrato sul confronto con la post modernità, al fine di superarla. Le pagine di Dugin discutono di individuo assoluto e di soggetto radicale, suo succedaneo nel mondo contemporaneo: in esso il pensatore slavo individua il nuovo soggetto della storia. Nazzareno Mollicone ricorda la figura dello scrittore e artista, Giuseppe Aziz Spadaro, da poco scomparso, e già Presidente della Fondazione, mentre Giovanni Damiano presenta il pioneristico e rilevante contributo fornito dal prof. Piero Di Vona, che recentemente ci ha lasciato, all’esegesi dell’opera evoliana. Riccardo Scarpa si occupa dell’iniziazione guerriera in Tolkien, mentre Giacomo Rossi affronta il tema dell’estetica tradizionale. Teodoro de la Grange analizza e discute le prospettive politico-tradizionali rilevabili nel film, Il primo Re. Infine, Giandomenico Casalino, intrattiene il lettore sui rapporti tra la Scienza della Logica hegeliana e il pensiero ermetico.

Non basta. Il volume, infatti, richiama l’attenzione su altri aspetti, poco noti, del percorso evoliano. Nuccio D’Anna analizza i rapporti tra il pensatore tradizionalista e lo storico delle religioni Walter Friedrich Otto, mentre Gianfranco de Turris accompagna uno scritto di Bruno Spampanato, intellettuale vicino alla «sinistra» fascista, chiarendo i suoi rapporti con Evola. Guido Andrea Pautasso presenta la «polemica occulta», di cui nulla finora si sapeva, sviluppatasi negli anni Trenta sulle pagine della rivista Il Mistero, tra Ippolito Amicarelli ed Julius Evola, in tema di «spiritismo». Emerge, inoltre, dal contributo di Giuseppe Stilo, un interesse poco noto di Evola, sul quale, ad oggi, poco si è indagato o detto: l’interesse per gli Ufo. Veniamo così a sapere che il filosofo tradusse il «primo vero» libro sugli Ufo, risultato degli studi e delle ricerche di Donald Keyhoe. In tema, peraltro, Evola scrisse dei pezzi giornalisti, pubblicati su quotidiani italiani che sono riprodotti anche nell’annuario. Questo per sottolineare la diversità degli interessi e delle pubblicazioni evoliane. Dalla lettura di Studi Evoliani 2018 si esce persuasi che l’azione indefessa prodotta, in più decenni, dalla Fondazione che porta il nome del pensatore tradizionalista, comincia a sortire frutti significativi. Andrea Scarabelli ricorda, nel suo contributo, come a Milano, tra gli eventi realizzati durante Bookcity nel Novembre 2018, si sia svolto il Processo a Julius Evola. L’incontro pubblico, moderato dal giornalista di Libero, Francesco Specchia, ha avuto quali Pubblici Ministeri il prof. Davide Bigalli ed il giornalista Antonio Carioti, e per Avvocati difensori, Gianfranco de Turris e lo stesso Scarabelli. Alla fine, tutto sommato, la sentenza è stata assolutoria. Nonostante i distinguo, è stata riconosciuta l’originalità speculativa di Evola. A conferma di ciò, Tebaldo di Santangelo rileva che, quasi nello stesso periodo dell’evento milanese, il Sindaco del Comune di Sutri, nel viterbese, Vittorio Sgarbi, ha intitolato un piazzale della storica cittadina a «Julius Evola, filosofo». Nella stessa giornata Pietrangelo Buttafuoco ha tenuto una prolusione su Evola e il suo pensiero alla presenza di un pubblico attento. Studi Evoliani 2018 si chiude con un’ampia rassegna di recensioni, relative a recenti pubblicazioni evoliane o di interesse tradizionale. L’annuario è, inoltre, impreziosito da immagini, per lo più inedite, a corredo degli articoli. Riteniamo, pertanto, che questo numero possa confermare il successo del numero del 2017.

Giovanni Sessa

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