Fra tutti gli autori “nostri”, Silvano Lorenzoni è probabilmente uno dei più poliedrici, in grado di sfoggiare conoscenze disparate nei più diversi ambiti, e questi testi che sono venuti recentemente ad aggiungersi a una produzione già numerosa, ne sono certamente una prova. Devo anzi premettere che mi sento fortemente in debito verso il nostro autore che non ha mai mancato di farmi pervenire i prodotti del suo ingegno, ma a cui io non sono riuscito finora a dare lo spazio di una recensione, perché, lo avete visto, lo spazio che i miei scritti hanno settimanalmente su “Ereticamente” è sempre pieno di una miriade di cose. Vedrò ora di porre rimedio con una recensione cumulativa.
CO2: Una conoscenza chimica anche rudimentale ci permette di sapere che questa è la formula dell’anidride carbonica, che è per eccellenza il gas serra prodotto dalle attività umane, che sarebbe responsabile dell’innalzamento delle temperature terrestri e – parrebbe – di tutti i guai del nostro pianeta, oggi demonizzato da una sinistra internazionale che sembra aver scelto l’ecologia come sostituto di quella lotta di classe che ha definitivamente abbandonato dopo la caduta dell’Unione Sovietica, mettendosi al servizio del NWO, il Nuovo Ordine Mondiale imposto dalla globalizzazione, e che ha trovato un leader, per la verità alquanto grottesco, in Greta Thunberg. Bene, la domanda da farsi a questo riguardo è semplice: cosa c’è di vero? Dove finisce la realtà dei fatti e cominciano le esagerazioni propagandistiche?
La risposta del Nostro è chiara: la temuta CO2, l’anidride carbonica è un gas da sempre presente nell’atmosfera, e indispensabile al metabolismo delle piante. La sua demonizzazione serve a ben altri interessi che la tutela dell’ambiente, prima di tutto a mettere in ginocchio l’industria europea a vantaggio dei poteri economici che agiscono al di fuori del nostro continente.
Passiamo al secondo testo di questa rassegna, “Razza” e altri tre saggi sciolti. Non c’è alcun dubbio che oggi parlare della questione razziale significa affrontare un argomento controverso e spinoso. Notiamo che la parola “razzismo” ha subito in questi anni uno slittamento concettuale, una vera e propria manipolazione orwelliana, è passata all’indicare da chi sostiene la superiorità di una razza sulle altre o addirittura si propone di sterminarne alcune, alla semplice constatazione che le razze umane esistono.
Lorenzoni propone di usare la parola razzialismo per indicare la concezione dell’esistenza delle razze a prescindere da qualsiasi giudizio di valore su di esse. Dubito che questo basti ad evitare i fulmini del “politicamente corretto” democratico. Oggi la democrazia è diventata un sistema tirannico e oppressivo, la minaccia alla libertà di pensiero più di qualsiasi dittatura del passato.
Gli scienziati “avrebbero dimostrato” l’inesistenza delle razze. Ridicolo, notiamo che è impossibile dimostrare l’inesistenza di qualcosa, dai fantasmi agli UFO, allo Yeti, al mostro di Loch Ness, al massimo si può dire che la sua esistenza non è provata. Ma il potere occulto che sta dietro la maschera della democrazia vuole calarci le fette di prosciutto sugli occhi mentre si avvia la sostituzione etnica.
I tre saggi sciolti che seguono “Razza” sono Patologie animiche, Tempo, destino, libertà e Segmentarismo e croizatismo.
Patologie animiche introduce un concetto importante. Secondo la concezione indoeuropea non esiste una radicale contrapposizione fra psiche e soma. Quelle che chiamiamo malattie psichiche possono assumere una forma epidemica non meno di quelle somatiche, lo vediamo ad esempio nei fenomeni di isteria o di psicosi collettiva. Fra questi, quello che storicamente ha avuto gli effetti più vasti, duraturi e deleteri, è certamente l’abramismo. Al di là delle apparenti differenze che contrappongono le religioni abramitiche, ebraismo, cristianesimo, islam, che sono adattamenti locali alla psicologia europea, cristianesimo, o a quella mediorientale, islam, l’abramismo è unico, vera e propria patologia animica i cui effetti sono stati la distruzione del mondo classico nel caso del cristianesimo, e dell’antica civiltà iranica in quello dell’islam.
Tempo, destino, libertà è un saggio filosofico piuttosto impegnativo. Per sua natura, il tempo è infinito, si estende indefinitamente in avanti verso il futuro e all’indietro verso il passato. Nella concezione abramitica, invece il tempo è spezzato. C’è stato un inizio, il momento della creazione, ci sarà un atto finale, il giudizio universale. Sotto lo sguardo di un Dio geloso, questo è il regno della totale non-libertà, l’uomo non ha altra scelta se non uniformarsi ai precetti divini o patire la dannazione eterna.
A questo riguardo, l’autore esamina il concetto classico di destino, che non ha nulla a che fare con quello cristiano-protestante di predestinazione, ma in un certo senso ne è l’opposto, visto come realizzazione della propria natura, cosa che non riesce appieno se non a pochissimi, che sono i grandi della storia umana. Quando si raggiunge questo livello, destino e libertà coincidono.
Segmentarismo e croizatismo tratta, potremmo dire una tematica doppia. Da un lato riprende la tematica dello scritto precedente, confutando l’idea abramitica di un tempo segmentato (con creazione iniziale e giudizio finale). L’ idea stessa che l’universo e il tempo nel suo insieme debbano essere finiti, trae origine dalla constatazione che le cose che conosciamo, prese singolarmente, hanno un inizio e una fine, è un’idea dello stesso tipo di quella che, poiché ciascun uomo ha una madre, l’umanità nel suo complesso debba avere una madre, il che è un assurdo logico.
La seconda parte del saggio ci parla delle teorie e soprattutto della storia di Leone Croizat, un ricercatore che per il suo anticonformismo ha visto la sua opera pesantemente censurata. Questo autore, dopo la pubblicazione del suo libro in lingua inglese Space, Time from the biololgical Synthesis, perdette il lavoro che aveva negli Stati Uniti, fu costretto a trasferirsi in Venezuela, e da qui pubblicare i propri testi in forma privata a proprie spese.
Cosa avesse detto di tanto eretico da attirargli i fulmini dell’establishment scientifico, è presto detto, è autore di una teoria biologica basata sull’idea di una co-evoluzione fra ambiente e organismi, che può portare in tempi piuttosto brevi a radicali trasformazioni di essi, e Lorenzoni riporta diversi esempi in proposito, che è in contrasto con il darwinismo di stretta osservanza. Di passata, si può notare che la stessa censura ha colpito i lavori di un altro ricercatore portatore di idee anti-darwiniane, l’italiano Giuseppe Sermonti.
Astronautica kantiana è un testo che ci sorprende già a partire dal titolo, ci si può chiedere cosa abbia a che vedere l’astronautica con Immanuel Kant. Ha a che vedere molto. Kant ha formulato un importante concetto filosofico, la distinzione fra il fenomeno, ossia il mondo della percezione nel quale ordinariamente ci muoviamo, e la cosa in sé, cioè la realtà quale è indipendentemente dal nostro percepirla, che per noi rimane inconoscibile. Le nostre vite si svolgono all’interno del mondo fenomenico, in quella che Lorenzoni definisce prigione kantiana.
Secondo il nostro autore, poco oltre il campo gravitazionale del nostro mondo, entro il quale sono rimaste la pressoché totalità delle missioni spaziali con equipaggio umano, entro le quali si sono trovate la Stazione Spaziale e la MIR russa, si entra in uno spazio radicalmente altro, ragion per cui i viaggi interplanetari non sono possibili.
Le idee che abbiamo su ciò che c’è all’esterno sono legate a strumenti che sono espansioni del nostro apparato fenomenico, e ciò che rileviamo dipende strettamente dagli strumenti e dai criteri di misurazione che impieghiamo.
E, ci si chiederà, la famosa impresa lunare del 1969? L’uomo non è atterrato su un corpo celeste diverso dal nostro pianeta?
Secondo Lorenzoni, no, si è trattato di un enorme falso, una messinscena di dimensioni planetarie costruita con effetti speciali hollywoodiani per vincere la partita propagandistica della Guerra Fredda.
Notiamo che il nostro autore non è il solo a pensarla in questo modo, e che negli ultimi anni sono stati sempre più numerosi i ricercatori che hanno sollevato dubbi sull’effettiva realtà di questa vantata impresa spaziale.
Dal 2023 Lorenzoni ha adottato una politica editoriale diversa, con la pubblicazione in edizione privata di singoli articoli o saggi contenuti in agili fascicoletti.
Il primo di essi a comparire è stato Macrocosmo e microcosmo. Il fatto che si tratti di un opuscolo breve non deve far pensare a un testo di facile lettura, al contrario, si tratta di uno degli scritti più filosofici e impegnativi del nostro.
Il macrocosmo è ovviamente il mondo nel quale ci muoviamo, e il microcosmo è la dimensione umana nella quale si colloca il destino individuale.
Come si può desumere da Astronautica kantiana, ma anche da diversi scritti precedenti, secondo Lorenzoni lo spazio accessibile all’uomo è limitato, al di sopra della superficie terrestre da quella barriera di radiazioni nota come fasce di Van Allen, al di sotto di essa, da quella che i geologi chiamano discontinuità di Mohorovicic, un’interruzione che segna il limite inferiore della crosta terrestre e oltre la quale pare non si possa scendere. Al di sopra e al di sotto di questi limiti, vi è uno spazio del tutto ignoto, e quel che ci dice la scienza al riguardo, sono soltanto illazioni.
Riguardo al microcosmo, il mondo umano e l’uomo, l’opinione di Lorenzoni è oscillante, da un lato riferisce che gli antichi indoeuropei non parlavano mai di anima e corpo, ma sempre e solo di persona vista come un’entità unica, dall’altro si rifà alla concezione di Plutarco secondo cui l’uomo ha una natura tripartita divisa in corpo, anima e spirito, e mentre l’anima sarebbe destinata anch’essa al disfacimento dopo la morte del corpo fisico, lo spirito sarebbe immortale, ma, ci avverte, esso sarebbe adeguatamente sviluppato solo in una minoranza di uomini, laddove i più sarebbero “prodotti industriali” del formicaio umano. Menziona anche Confucio e la sua opinione che, siccome il destino ultimo post mortem è in ultima analisi inconoscibile, non vale la pena di incentrare la vita su un’ipotesi su di esso che potrebbe rivelarsi infondata.
In ogni caso, va respinto al mittente il ricatto morale delle religioni abramitiche con la loro promessa di immortalità ed eterne beatitudini se se ne seguano i dettami, e la minaccia della dannazione eterna in caso contrario.
Come si desume da altri scritti, per il nostro, l’etica non si fonda su ipotesi sul destino ultimo, ma sul senso della dignità della persona. Interpretando un po’ liberamente in altri scritti il pensiero dell’autore, mi ero già permesso di dire che quella abramitica, in fondo è la morale del bastone e della carota.
Narcotraffico, origini e prospettive è uno scritto che affronta quella che è una questione gravissima della nostra epoca, l’esplosione delle tossicodipendenze, e soprattutto quello che c’è dietro di essa, ossia il fenomeno del narcotraffico che ha assunto dimensioni tali da rappresentare una parte consistente e nulla affatto secondaria del PIL mondiale, gli ingenti capitali che muove e, in conseguenza di ciò, il suo potere condizionante sulla politica internazionale.
Il fatto che esso sia formalmente illegale e in mano alle organizzazioni criminali, costituisce paradossalmente un vantaggio. Se paragoniamo le relazioni internazionali a una partita di poker, è come se al tavolo sedesse un giocatore mascherato che vede le carte di tutti gli altri, mentre gli altri non vedono le sue.
Gli uomini hanno sempre avuto la tendenza a inebriarsi, Lorenzoni ricorda l’uso di alcool in Europa, di tabacco nelle Americhe, prontamente imitato dagli Europei dopo il 1492, di coca presso le popolazioni andine, di oppio in Cina, tuttavia la massiccia diffusione di tossicodipendenze a partire dagli anni ’60 del XX secolo, è un fenomeno differente, accompagnato dalla piaga del narcotraffico in mano a organizzazioni criminali.
Lorenzoni nota che esso ha avuto come epicentro gli Stati Uniti, che chiama spregiativamente Gringonia, e si è innescato quando l’uso di sostanze stupefacenti, un tempo diffuso fra gli strati più bassi della società, ha cominciato a estendersi alle classi medio-alte.
Dietro a esso, si può intravedere una rete impressionante di contatti che coinvolge organizzazioni criminali, mondo degli affari, CIA e mondo ebraico, poiché, sotto l’apparenza dell’illegalità, si tratta di un fenomeno voluto e strutturale al sistema capitalistico.
Negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo, il consumo di sostanze fu presentato come qualcosa di trasgressivo, in certo modo rivoluzionario, era un tragico inganno, perché al contrario, un tossicodipendente diventa un individuo fortemente dipendente dal sistema.
Per il momento, mi fermo qui, rimandando a un prossimo articolo l’esame degli scritti davvero notevoli prodotti dal nostro nel 2024.
Silvano Lorenzoni:
CO2
Edizioni Libri Perduti 2020
€. 15,00
“Razza” e altri tre saggi sciolti
Edizioni Libri Perduti 2020
€. 12,00
Astronautica Kantiana
Edizioni Libri Perduti 2021
€. 12,00
Macrocosmo e microcosmo
Edizione privata 2023
Narcotraffico, origini e prospettive
Edizione privata 2023
NOTA: Nell’illustrazione, Silvano Lorenzoni, al centro, tra due delle sue opere più note, a sinistra La figura mostruosa di Cristo, a destra Il selvaggio.
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