8 Giugno 2025
Cultura

Razzismo anti-bianco – Fabio Calabrese

Come probabilmente sapete, a parte la produzione di narrativa fantastica, che è un campo del tutto diverso e del quale ora non mi occuperò, io sono autore di due libri, Alla ricerca delle origini, pubblicato dalle Edizioni Ritter, e Ma davvero veniamo dall’Africa?, pubblicato dall’editrice Aurora Boreale.

In entrambi questi testi ho esaminato e, credo di poter dire, confutato due leggende fondanti la visione “politicamente corretta” del nostro passato che ci viene democraticamente imposta attraverso il sistema educativo e quello mediatico, nel primo dei due, l’origine mediorientale della civiltà, nel secondo l’origine africana della nostra specie.

Devo però dire che i due testi hanno un’organizzazione alquanto diversa, infatti Ma davvero veniamo dall’Africa? è formato da una serie di saggi che potrebbero stare benissimo ciascuno per conto proprio, e oltre a quello che dà il titolo al volume e riguarda la tematica “africana”, ad esempio, ritengo particolarmente importante Scienza e democrazia.

Noi sappiamo che nei nostri ambienti è generalmente diffuso un atteggiamento anti-scientifico, giustificato alla luce del fatto che perlopiù le affermazioni “della scienza” o “delle varie scienze” appaiono come altrettante armi puntate contro di noi e contro la nostra visione del mondo, dall’economia marxista alla psicanalisi, all’antropologia attuale che sostiene l’inesistenza delle razze umane e la derivazione dei nostri progenitori dall’Africa.

Tuttavia, io mi sono proposto di dimostrare, e in questo scritto penso di aver dimostrato, che la “scienza” democratica non è affatto scienza, se per essa intendiamo la coerente e sistematica applicazione del metodo galieiano all’indagine della natura, bensì ciarlataneria, fuffa, imbroglio, spesso di bassissimo livello.

Una cosa che entrambi i libri hanno in comune è il fatto che gran parte del materiale contenuto in essi, opportunamente rielaborato, proviene da articoli e saggi che avevo già scritto per “Ereticamente”, e appunto comparsi sulla nostra pubblicazione in un torno ormai non piccolo di anni.

C’è tuttavia un’eccezione. Mentre preparavo la stesura di Ma davvero veniamo dall’Africa?, mi sono imbattuto in una manifestazione di razzismo anti-bianco così plateale da farmi saltare sulla sedia, e lo stesso credo capiterà anche a voi. Attorno a essa ho costruito il saggio La mistificazione della storia come arma da guerra che ho inserito nel volume.

Ma sarà meglio raccontarvi tutta la storia arrivandoci per gradi.

Cominciamo con l’ammettere un fatto, certamente spiacevole, ma nondimeno innegabile: il razzismo anti-bianco esiste. La presunzione che solo uno specifico gruppo umano, cioè i bianchi, noi, possa macchiarsi di una colpa, ossia il razzismo, è essa stessa una presunzione razzista, volta naturalmente contro di noi.

Passiamo a sfatare un’altra diffusa leggenda, quella secondo la quale gli scienziati avrebbero dimostrato l’inesistenza delle razze umane, gli scienziati, s’intende, della “scienza democratica” che non è scienza, ma ciarlataneria, imbroglio.

Questo non è possibile, perché semplicemente non si può dimostrare l’inesistenza di qualcosa, al massimo si può affermare che non esistono prove sufficienti della sua esistenza, e al riguardo si può citare una casistica notevole, dai fantasmi agli UFO, dal mostro di Loch Ness allo yeti e a quant’altro volete.

Vi riferisco poi un’osservazione di cui sono debitore al nostro Michele Ruzzai. Se le razze umane non esistono, come mai si vedono? Se mettiamo fianco a fianco un ghanese, un cinese e un norvegese, anche un bambino è in grado di notare e di indicare le differenze.

Per gli ideologi parolai della democrazia che vivono in un mondo fatto di chiacchiere e menzogne, è molto facile negare l’esistenza delle razze umane, per i medici che devono confrontarsi quotidianamente con la concretezza degli esseri umani come effettivamente sono, lo è molto meno.

Faccio riferimento a un caso riportato in un articolo pubblicato da Valerio Benedetti su “Il primato nazionale” in data 28 febbraio 2022.

Benedetti riportava un caso clamoroso che smentisce chiaramente il dogma democratico: in Germania una donna di colore si è rivolta alle autorità chiedendo aiuto perché il figlio, affetto da una grave malattia del sangue necessita di un trapianto di cellule staminali, e quelle dei bianchi non sono adatte, provocano il rigetto anche quando gruppo sanguigno e fattore RH corrispondono. Non solo le cellule staminali, ma analogamente anche le trasfusioni di sangue europeo sono del pari rigettate dall’organismo di pazienti africani. Ora, a quanto pare, a quanto è filtrato in seguito a questa vicenda, tutto ciò è ben noto alla Croce Rossa tedesca, che avrebbe segretamente avviato un programma chiamato BluStar. NRW allo scopo di raccogliere sangue da donatori arabi e africani da destinare ai rispettivi connazionali.

In segreto, quasi si trattasse di una questione militare, perché salvaguardare il dogma dell’inesistenza delle razze è più importante del salvare vite umane.

Tuttavia, l’incompatibilità biologica fra le diverse razze è ancora più estesa di quel che avremmo potuto pensare a questo punto. Ce lo riferisce un articolo del “National Vanguard” del 7 aprile 2018 firmato da Chris Rossetti e intitolato (vi do la versione tradotta in italiano) I bambini di razza mista non sono sani a causa dellinterazione genica-ambiente complessa.

Il “National Vanguard” è una pubblicazione medica. Secondo un’ampia ricerca statistica condotta sulla popolazione statunitense, i bambini figli di coppie razzialmente miste, presentano una più alta mortalità alla nascita e nel primo anno di vita, tendono a nascere sottopeso e presentano svariate condizioni patologiche che non sembrano poter risalire ad altre cause se non l’incompatibilità genetica fra i genitori.

La ricerca considera la popolazione americana suddivisa tra i gruppi etnico-razziali più importanti: bianchi di origine europea, neri afroamericani, asiatici, “ispanici”. Sebbene in ogni caso tutte le possibili combinazioni fra un gruppo e l’altro presentino maggiori condizioni patologiche rispetto ai figli di coppie monorazziali, la condizione più sfavorevole è quella in cui il padre è nero e la madre è bianca.

Abbiamo dunque una prova irrefutabile su base medica che, contrariamente a quanto afferma il dogma democratico, le differenze razziali sono una realtà.

Tuttavia, la cosa che sorprende di più di questo articolo, è una frase che davvero colpisce come un pugno allo stomaco, e che è stata messa nell’incipit come citazione, forse per fungere da parafulmine, dato il contenuto esplosivo per la political correctness democratica dello stesso. Si tratta di un’affermazione di tale Noel Ignatiev:

L’obiettivo di abolire la razza bianca è così desiderabile che è difficile credere che possa trovare un’opposizione diversa da quella dei suprematisti bianchi”.

Si tratta di un veleno ideologico oggi diffuso a piene mani negli USA ma con cui si sta cercando di infettare anche noi: “l’uomo bianco” è di per sé razzista, colonialista, schiavista, cattivo per definizione, e farebbe meglio a estinguersi. Di questo negli USA multirazziali non si stanno persuadendo solo le componenti “colorate”: neri, asiatici, cosiddetti ispanici, ma la stessa popolazione bianca di ceppo europeo, invitata apertamente al meticciato o alla rinuncia a procreare. Si tratta in altre parole del corrispettivo ideologico di un genocidio silenzioso che è in pieno corso negli USA, ed è programmato anche per l’Europa, e di cui l’invasione extracomunitaria mascherata da immigrazione è soltanto il primo passo.

Si tratta in poche parole di RAZZISMO, razzismo anti-bianco allo stato puro. E’ un concetto che ho spiegato più volte, ma è probabilmente impossibile insistervi troppo: ritenere che solo un gruppo umano (i bianchi nello specifico, noi) possa essere responsabile di un determinato tipo di crimini (razzismo, colonialismo e simili), e che lo sia responsabile di per sé, per natura, è razzismo, razzismo anti-bianco di cui qui tocchiamo con mano tutta la realtà e gli intenti genocidi.

E notiamo che qui vengono a cadere sia il tabù a usare la parola “razza” sia la presunzione che le razze umane non esistano, IL BAVAGLIO che solitamente la democrazia impone a noi, quando si tratta di agire contro di noi, tutto diventa legittimo. Notiamo ancora che secondo Noel Ignatiev, è difficile pensare che qualcuno si opponga a un obiettivo così desiderabile come la nostra eliminazione, tranne i suprematisti bianchi, cioè uno sparuto gruppuscolo di estremisti di destra.

Naturalmente sono andato a verificarlo su Wikipedia, ma già prima del responso di questo moderno oracolo, sarei stato pronto a scommetterci la casa e fino al mio ultimo centesimo. Indovinate un po’: Noel Ignatiev appartiene allo stesso gruppo etnico e sedicente religioso di Marx, Freud, Einstein, Levi-Strauss, Richard Lewontin. Alla fine, tutto torna.

Notate la perfetta logica: le razze umane non esistono, ma quella bianca va eliminata. Notate anche che il gruppo etnico e sedicente religioso di cui sopra, mentre predica per tutti gli altri la bontà del meticciato, per quanto riguarda i suoi membri pratica la più rigorosa ed esclusiva endogamia.

Marx, Freud, Levi-Strauss con l’antropologia culturale, Richard Lewontin con la presunta dimostrazione dell’inesistenza delle razze, Noel Ignatiev con la sua proposta di soppressione dell’uomo bianco, e mille altri, grandi e piccoli, insediati in ogni angolo della politica, dell’economia e del sistema mediatico, è singolare che nessuno trovi niente di strano nel fatto che un gruppo etnico che rappresenta al massimo lo 0,2 per cento dell’umanità, sia autore del mille per mille delle idee della democrazia.

Ma diciamo pure che se dovessimo guardarci solo da loro, saremmo ancora fortunati. Da alcuni anni, non solo la cinematografia hollywoodiana, ma riviste “scientifiche” un tempo serie come “Time” stanno portando avanti un progetto di riscrittura e falsificazione della storia in versione africana, o multietnica e meticcia.

Questo progetto di riscrivere la nostra storia in versione africanizzata non poteva non partire proprio dall’Africa. E’ noto che una delle civiltà più antiche al mondo, quella egizia, è sorta sul suolo africano, ma purtroppo per i fautori del nuovo ordine mondiale e della nuova vulgata storica, coloro che l’hanno creata, gli antichi Egizi non erano affatto neri subsahariani, ma bianchi caucasici, non solo, ma le ricerche sul DNA l’hanno chiaramente dimostrato, considerevolmente più “europei” degli Egiziani di oggi; ad esempio il DNA della mummia del faraone Tutankhamon ha rivelato un aplogruppo del cromosoma Y oggi estremamente raro in Egitto ma molto comune in Gran Bretagna. Questa verità deve essere nascosta al grosso pubblico.

Se noi non sapessimo già che quella che chiamiamo “democrazia” è nella realtà dei fatti un impasto di violenza e di mistificazione, o meglio, dove la violenza e la censura sono lo strumento principe a cui ricorrere quando la mistificazione non funziona più, ci sarebbe da rimanere veramente trasecolati alla notizia riportata dall’edizione on line di “Le Figaro”, il più noto quotidiano francese, del 13 aprile 2019: una mostra su Tutankhamon organizzata dall’Università della Sorbona a La Halle de la Villette ha provocato le ire degli “antirazzisti”. Dopo aver cercato di farla proibire, la LDNA (Ligue de Defense Noire Africaine), associazione che, come è facile capire, raccoglie i subsahariani residenti in Francia, ha bloccato gli ingressi della mostra coi suoi militanti che ostentavano striscioni e gridavano slogan ingiuriosi.

Il motivo è facile da capire: l’aspetto “troppo bianco” di Tutankhamon e degli altri faraoni. Le ricerche genetiche l’hanno dimostrato mille volte: gli antichi Egizi erano etnicamente caucasici, più simili agli Europei che agli Egiziani attuali che hanno subito l’infiltrazione di elementi arabo-semitici e subsahariani, e fra le élite faraoniche si sono riscontrati genomi chiaramente nordici.

Queste non sono opinioni, questi sono i fatti, ma i fatti non contano nulla per sinistri, democratici, antirazzisti e antifascisti, per i quali la civiltà egizia, poiché collocata geograficamente in Africa, deve per forza e contro ogni evidenza, essere nera, è il concetto orwelliano della democrazia: la verità non esiste, o è quello che tutti credono in conseguenza del bombardamento propagandistico mediatico. Ricordiamo che contemporaneamente a ciò, Hollywood sta “colorizzando” i protagonisti della storia europea, per farci credere che mostruosità come le società multirazziali siano qualcosa di normale e sempre esistito, hanno fatto diventare Giovanna D’Arco Jeanne Dark e via dicendo.

Ma vediamo, ed è molto rivelatore, quel che dicono gli striscioni inalberati dagli attivisti africani, lo possiamo leggere direttamente dalle foto pubblicate dal “Figaro”, un contenuto che l’articolista definisce giustamente “nauseabondo”. Vi traduco in italiano:

Europei e famiglia [poiché evidentemente le persone di origine europea che vivono in altri continenti non sono affatto escluse] il vostro genoma è criminale, ipocrita, menzognero”.

Il nostro genoma, capite? Questo ci dà l’esatta misura di cosa sia in realtà questo cosiddetto antirazzismo: razzismo anti-bianco!

Noi facciamo lo sbaglio di immaginare che all’accoglienza umanitaria che diamo a questi finti profughi, debba corrispondere da parte loro un qualche senso di gratitudine, ebbene, dovrebbe essere chiaro che non è così. Questi invasori vengono da noi con l’animo del conquistatore, per loro la nostra generosità è solo debolezza che rinfocola l’odio e gli istinti predatori, il desiderio di sottometterci.

Questo episodio ci mostra molto bene qual è la seconda arma della democrazia cui si ricorre quando la censura fallisce: la violenza, e anche questo non è certo un caso isolato.

Non ci possiamo nascondere il fatto che la situazione è disperata, tuttavia continueremo a lottare e a mantenere la posizione fino a che ci sarà qualcosa da difendere.

NOTA: Nell’illustrazione, una manifestazione del movimento RAZZISTA nero Black Lives Matter che sostiene la superiorità dei neri sui bianchi, l’equivalente nero del Ku Klux Klan, solo che, a differenza di quest’ultimo che è fuorilegge, è negli USA pienamente legale.

4 Comments

  • Michele Simola 13 Maggio 2025

    La “democrazia” in particolare quella esercitata nell’occidente europeo e nella così detta “ue” è la più feroce tirannide messa in atto contro popoli autoctoni che non si rassegnano alla sostituzione etnica cui giornalmente assistiamo: giudici che giustificano i crimini di extracomunitari e islamici come se costoro non avessero altra strada per sopravvivere, la sinistra sempre a favore degli stranieri e contro gli Italiani che ormai sono tollerati sul suolo patrio; leggi atte a favorire l’elargizione della cittadinanza a chiunque la richieda; oggi nel nome di una solidarietà ipocrita e farlocca, gli Italiani vengono discriminati in tutti i campi, dall’assegnazione di case popolari alla ricerca di un lavoro, costretti a vivere in povertà (chè dei nostri poveri non gliene frega a nessuno in particolare ai politici), costretti a vivere nell’insicurezza più assoluta in quartieri diventati terra di nessuno, dove bande di irregolari, di delinquenti e spacciatori di ogni razza la fanno da padroni.
    Hollywood, il vero ministero della propaganda giudaico, nel propagandare la normalità della società multietnica reinventa vichinghi di colore, Achei colorati e ultimamente abbiamo assistito al flop della Biancaneve nera!
    Sappiamo da tempo che in particolare l’elite egizia era bianca caucasica, spesso con capelli biondi o rossi, certo non di colore, eppure si cerca di stravolgere tutto quanto è assodato perchè l’idea che i faraoni fossero bianchi fa storcere il muso ai progressisti che non vedono di buon occhio nell’africa nera un classe dominante bianca.
    Dopo diecimila anni di storia si ostinano a non rassegnarsi all’evidenza: dovunque non ci sia stata alla base una comunità bianca caucasica non vi è stato progresso, dovunque le comunità siano state di colore non ci si è schiodati da una società tribale e dalla preistoria.
    La razza di Feud, Marx, Eistein e correligionari è stata solo un cancro per la razza bianca caucasica, essi sono sempre stati favorevoli al meticciato sfrenato per gli altri popoli, predicando di contro un feroce endogamismo per loro stessi.
    Per essi la scomparsa della razza bianca è auspicabile a soprattutto permetterebbe il realizzarsi del grande sogno della finanza internazionale apolide di un grande mercato mondiale grigio ed amorfo a cui imporre ogni nuova trovata commerciale atta ad arricchirli: un popolo senza radici, senz’anima, senza alcuna spiritualità e più sensibile al desiderio di beni materiali anche inutili.
    Islamici e finti profughi dell’africa nera non avranno mai gratitudine verso chi li accoglie, avranno solo odio e fastidio verso noi e le nostre tradizioni: arrivano nel nostro Paese, con un istinto predatorio che li porta a cercare di cancellarci e sostituirci, alla fine è un nuovo tentativo di invasione mascherato da immigrazione, il vecchio sogno islamico di colonizzare i paesi europei del mediterraneo fin’ora hanno avuto buon gioco per l’imbecillità e miopia dei politici e per l’aiuto di un grande stato canaglia come il vaticano che predica l’invasione e favorisce l’immigrazione clandestina.

  • Claudio Antonelli (Montréal) 18 Maggio 2025

    Vi sono parole tabù che ormai noi pronunciamo solo a nostro rischio e pericolo. Una di queste è “razza”. Qualche anno fa il candidato del centrodestra in Lombardia, Attilio Fontana, si era azzardato a dire: “Dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o se devono essere cancellate”. “Le razze non esistono, e men che meno esiste la ‘razza italiana’”, fu l’immediata reazione. D’accordo, invece di razza si dovrebbe parlare di etnia, di ceppo, di cultura, o non so di che altro. E invece che alle razze umane ci si dovrebbe riferire al genere umano, che è unico. Ma dovrebbero farlo tutti, e non tutti lo fanno. Non lo fanno certe etnie che ricorrono con orgoglio alla parola razza per designarsi e distinguersi. Gli aborigeni del Nord America sono fra queste. Il calcolo della percentuale giusta di sangue è per loro un elemento fondamentale, poiché essi escludono da certi diritti e privilegi chi non appartiene alla loro tribù, chi non ha il sangue giusto, insomma.
    Anche se razza è termine tabù, multirazziale è accettabile. Su multirazziale non c’è il veto benché parli di razze. Come mai? Quel “multi” rende la parola virtuosa: multirazziale evoca la non esclusione, la coesistenza, la parità di etnie, di… razze stavo per dire. Sarebbe linguisticamente logico, a chi parla di una società sanamente multirazziale, opporre l’obiezione: “Ma lei di cosa sta parlando? Le razze non esistono!”
    Vi sono poi le frasi improntate ai buoni sentimenti, nelle quali il termine razza è ammesso perché il ragionamento è virtuoso. “Gli ebrei, sono una razza o un gruppo religioso?” È una domanda che troviamo, in tutte le lingue, in Rete. Vi sono addirittura libri consacrati all’importante questione. E la virtuosa risposta di rabbini, studiosi, esperti, è: “No, gli ebrei sono un gruppo religioso, un popolo, una nazione, ma non una razza, poiché nel corso dei secoli sono confluite nei loro ranghi razze diverse”. La “political correctness” dovrebbe invece spingerci a rifiutare sia il quesito che la risposta al quesito, attraverso la ferma obiezione: “le razze non esistono!”
    Bisognerà invitare gli autori di dizionari ad espungere la parola razza dalle definizioni che attualmente la includono. Mi riferisco, tra l’altro, a meticcio. In inglese “half-breed”. Meticcio = “Persona nata da un genitore di razza bianca e da uno di razza diversa”. Half-breed = “A person whose parents are of different races, especially the offspring of an American Indian and a person of white European ancestry”. “Miscegenation”, termine inglese, significa “Marriage or cohabitation by persons of different race”. Significa insomma “commistione” ossia “incrocio di razze”. Il dizionario Treccani, limitando prudentemente il termine razza agli animali, e preferendo l’incrocio di popoli all’incrocio di razze, dà di commistione il significato seguente: “Unione, fusione, mescolanza di due o più cose o elementi; si dice più spesso di cose non materiali: c. di popoli, di razze animali; una c. di argomenti eterogenei”.
    Il vocabolario cambia perché la lingua è viva, ci dicono. Ebbene, ogni tanto una parola viene colpita da un decreto di morte. È il caso di razza. O forse dovremmo dire: è il caso della nostra razza.

  • Claudio Antonelli (Montréal) 18 Maggio 2025

    Nel 2012, il romanziere Tom Wolfe pubblico’ “Back to blood” (“Ritorno al sangue”), libro consacrato a Miami e alla sua popolazione, divisa lungo le linee del sangue: afroamericani, cubani, haitiani, ispanici dell’America Centrale e meridionale, “wasps”, ebrei.
    Anche l’“US Census Bureau” s’interessa alle categorie razziali (o etniche che dir si voglia), attraverso domande rivolte ad accertare il sangue, anzi la quantità di sangue (negli USA: “Blood quantum Laws”) necessaria, per legge, per poter essere considerati un “full-blood Native American”.
    Le varie tribù indiane, in Nord America, posseggono una disposizione legislativa interna che stabilisce chi possa appartenere legalmente alla loro tribù perché in possesso della percentuale predeterminata di sangue. In Israele, per l’inumazione nei cimiteri ortodossi si esigono corpi in regola con le disposizioni religioso-biologiche stabilite dalla Legge, sicché le percentuali di sangue non ortodosso del caro defunto non sono da pubblicizzare per chi desideri far seppellire un essere caro nel cimitero degli eletti.
    I discorsi di razza sono tornati di moda. Ma le razze che un tempo si consideravano superiori hanno perso il vanto del sangue. Oggi il teutonico progressista non si vanterà di essere tedesco al cento per cento, ma di esserlo solo in una percentuale ridotta. Chi potrà, metterà in evidenza il fatto di essere il risultato dell’incrocio, a monte, di gruppi diversi. E sarà tanto più orgoglioso quanto più l’apporto apparirà esotico. Il mondialismo ci propone un frullato di popoli che sancirà la scomparsa o almeno l’attenuazione dell’odioso color bianco.

  • Claudio Antonelli (Montréal) 18 Maggio 2025

    Julius Streicher, editore del giornale antisemita Der Sturmer, quando fu processato a Norimberga nel 1945, arrivò a dire ai giudici che le leggi di Norimberga del 1935 sulla razza, per la protezione del sangue tedesco e che erano alla base del nazismo, si ispiravano alla Legge Ebraica. Spiegò che “gli ebrei dovrebbero essere un esempio per ogni razza, poiché hanno creato una legge razziale per sé stessi – la legge mosaica, che dice ‘Se tu arrivi in una terra straniera non dovrai prendere per te donne straniere.’ E questo, Signori, è di una enorme importanza quando si giudicano le Leggi di Norimberga. Quelle leggi ebraiche furono prese a modello per queste (nostre) leggi. Quando, dopo secoli, il legislatore ebraico Ezra scoprì che ciononostante molti Ebrei avevano sposato donne non Ebree, tali matrimoni furono dissolti. Ciò fu l’inizio dell’ebraismo che, poiché erano state emanate queste leggi razziali, ha sopravvissuto nei secoli, mentre altre razze e civiltà si sono estinte.” (Trial of the Major War Criminals Before the International Military Tribunal, Nuremberg, 14 November 1945 – 1 October 1946, Volume 12, Secretariat of the Tribunal, Nuremberg, Germany, p. 315.)
    Questa autodifesa invocante il modello ebraico fu di scarso aiuto all’antisemita Streicher, che morirà impiccato pochi giorni dopo (16 ottobre del 1946). Anche il filosofo Heidegger, classificato ormai come antisemita dopo la pubblicazione del suo “Notebooks”, osserva che gli ebrei, con il loro “talento per il calcolo” erano veementemente opposti alle teorie razziali dei nazisti, perché “essi stessi hanno vissuto in accordo con i principi razziali per molto più tempo”.

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