8 Settembre 2024
Nietzsche

Nietzsche, il mondo moderno e la Tradizione Indoeuropea

La centralità epocale di Nietzsche risiede nella incontestabile verità che palesa la sua natura autenticamente dionisiaca posta di fronte alla catastrofe spirituale dell’uomo moderno così come, in via analogica, era accaduto con Platone e la sua sapienza apollinea, di fronte alla incipiente cultura tragica nella Grecia presocratica e con la imminente irruzione nella stessa dell’infezione individualistico-mercantile.

In tale contesto “umanistico” e cioè nichilistico sia Nietzsche che la spiritualità della tragedia greca intrisa di religiosità dionisiaca, perché nata in quell’alveo, emergono nei confronti dell’oscuramento dello Spirito che si manifesta tanto in quel “momento” di crisi cioè frattura nel Mondo Antico, quanto nel mondo moderno come tramonto dell’alba cristiana dello stesso, indicando Vie di uscita che, dal punto di vista della Tradizione indoeuropea, che è omerico-apollinea e quindi secondo il Sapere noetico, appaiono essere oggettivamente problematiche, reclamando così la necessità di “andare oltre” le stesse, costruendo e vivendo un nuovo Inizio il quale deve essere, proprio alla luce dell’insegnamento e dell’esperienza spirituale di Nietzsche, la Ricostruzione della piena ed egemonica personalità cioè del Principio lucido della coscienza che, svegliatasi Sapere, riconosce il Sé come sublimazione dell’Io in Ciò che lo trascende.

La spiritualità virile affermativa e solare della Tradizione indoeuropea ha, nella dimensione dell’Ordine sacrale e politico, una efficacia e una virtus antindividualistica ed antiborghese di natura radicalmente rivoluzionaria e quindi alternativamente eroico-guerriera con finalità imperiali. La spiritualità orfico-dionisiaca, di natura palesemente femminile, consistendo invece, come esito in quanto uscita dal mondo, nell’inabissarsi della personalità, ancorché residua, nell’Abisso della Divinità indifferenziata, dove Dioniso infatti è al contempo sia maschile che femminile, essendo la stessa “identità” fluttuante del divenire in quanto non essere; non solo non estirpa l’infezione spirituale egualitaristica ed antivirile dell’ideologia mercantile ma, data la sua essenza lunare, ne è il supporto e la base biologica ideale, come è sempre accaduto in tutte le epoche mercantili della storia dell’umanità, caratterizzate infatti dalla natura femminile come spiritualità dominante, e come per l’appunto dimostra la intrinseca natura indifferenziata in quanto proprio femminile dell’odierna era del mondialismo capitalista.

Il principio spirituale virile in quanto Centro ed Intelletto che governa l’organismo, sia nel micro che nel macrocosmo, è l’Asse che non vacilla intorno al quale gira la Ruota che è la società, quale principio femminile; ed il Sacro, che solo la romanità coniuga con il Pubblico e cioè con il Popolo, è di natura, come essenza, manifestamente paterna (Juppiter) e guerriera (Mars) che esercitano la primazia protettiva su Quirinus (la Donna in quanto pace, conservazione dei beni e dimensione sessuale e biologica dell’essere).

L’alternativa spirituale e politica, sono, pertanto, il socialismo spartano gerarchico e mistico di Platone e la spiritualità virile della Res Publica romana.

Giandomenico Casalino

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