19 Luglio 2024
Terrorismo

Nati con la camicia – Nicole Ledda

«Non volevamo provocare l’incendio, né uccidere. Doveva essere un’azione dimostrativa, come altre che avevamo fatto contro i fascisti a Primavalle. Ma al momento di montare l’innesco, mi si ruppe il preservativo… La Lilli, così si chiamava all’epoca la bomba artigianale, si costruiva con una tanica, un po’ di benzina — due o tre litri — e i due preservativi servivano per l’acido solforico, il diserbante e lo zucchero. L’innesco doveva far esplodere i gas della benzina. Se tutto avesse funzionato, avremmo provocato un botto e annerito la porta dell’appartamento. Invece io sbaglio, l’acido mi cola tra le mani e scappiamo, lasciando la tanica inesplosa. Da quel giorno ho il dubbio su cosa sia davvero successo dopo. Non abbiamo mai pensato di far scivolare la benzina sotto la porta per dar fuoco all’appartamento. Mai.” ACHILLE LOLLO FEBBRAIO 2005 SUI FATTI DI PRIMAVALLE.

Bastarono queste parole alle orecchie delle sinistre per credere all’innocenza di Lollo e compagni, molto è stato scritto in merito, Per fatti simili ma di altra natura politica nessuno  ha mostrato cristiana pietà. Perchè esiste un sistema politico che difende i propri figli ed un altro che li piange solo quando  sono morti?

Lollo fu un militante di Potere Operaio, gruppo extraparlamentare di sinistra che si diede un gran da fare negli anni della lotta armata,condannato a 18 anni di reclusione dopo due anni di carcerazione preventiva in attesa di processo, latitante, si vide prescrivere la pena.

Achille Lollo oggi è GIURIDICAMENTE un uomo libero,  ha 66 anni, una moglie, quattro figli ed un lavoro. Achille Lollo esercita liberamente la propria professione di giornalista  ed il gran clamore attorno a questa vicenda mi ha dato l’input per voler andare più a fondo.

Vi è una sostanziale differenza tra ciò che consideriamo ETICAMENTE giusto e ciò che giuridicamente lo è. Lo spunto per questa vicenda me lo ha dato non l’indignazione perchè  Lollo non ha scontato nessuna pena dandosi alla latitanza bensì il furor di popolo che suscita il fatto che quest’uomo lavori.

A prescindere da chiunque sia la persona in questione, quando un uomo sconta una pena o la pena cade in prescrizione, la folla che grida Barabba dovrebbe rassegnarsi e capire che un uomo libero (sono uomini liberi tutti coloro che scontano una pena o per cui la pena decade, al pari degli incensurati) ha tutto il diritto e il dovere di esercitare una professione.

Non solo.

Nel nostro Paese  esistono Uomini di serie A e uomini di serie B, esistono detenuti di serie A e serie B, esistono ex detenuti di serie A e serie B. esistono terroristi o presunti tali di serie A e serie  B, tutto sta nel sedersi dalla parte giusta del tavolo, per intenderci. Cosa decreta quale sia la parte giusta? Mi sono interrogata lungamente su cosa determini la parte “giusta”  e mi sono data questa risposta: le persone che ti siedono accanto.

Possiamo prendere di nuovo ad esempio Achille Lollo e le lettere di Franca Rame a nome di Soccorso Rosso, o il fior fior di politici, artisti ed intellettuali che tesero le loro mani per proteggere e difendere uomini e donne con cui condividevano la stessa ideologia. Soccorso Rosso è una struttura, a sinistra, che ha offerto assistenza legale, economica, sostegno e tutela anche all’interno del carcere per  gli extraparlamentari. Mai è esistita una struttura del genere dall’altra parte della barricata, se di barricate possiamo parlare.  Chi ha scontato una pena, legata in una qualsiasi maniera agli anni di piombo, a destra, viene considerato un reietto. A destra, anche se non è una collocazione che mi aggrada, o abbiamo uomini che hanno scontato una pena che vengono considerati reietti  o uomini che si comportano da reietti. In merito al primo gruppo che ho citato, chi considera derelitti questi uomini?  Gli stessi con cui si sono condivise idee, battaglie ma non interessi, Guai al mondo a sporcare la propria immagine, sedendosi in pubblico accanto a chi ha scontato una pena, tanto più se tale pena è legata agli anni di piombo.

Sono partita dal percorso di Achille Lollo poiché come tante altre storie di quegli anni bui, è legato da un fil rouge con molte altre storie, la prima fra tutti è quella della tragica fine dei fratelli Mattei, proprio una manciata di giorni fa vi è stato l’anniversario della strage e proprio in quella data ha visto la luce un altro episodio di una violenza inaudita. Uomini liberi che vengono allontanati dal luogo del ricordo. Uomini liberi di cui non è gradita la presenza. Perchè? Il silenzio è assordante, ne chi ha assistito, ne chi ormai ha raggiunto o ha da tempo un incarico istituzionale ha detto una parola.

Achille Lollo ha 66 anni, una moglie, quattro figli ed esercita la professione che ha potuto liberamente scegliere. Achille Lollo ha avuto le persone giuste accanto che lo hanno difeso alla stregua. Politici, letterati, artisti. Achille Lollo non è mai stato un emarginato. Achille Lollo ha avuto qualcuno che gli copriva le spalle. Pensate mai quanto possa essere difficile la vita per chi non gode di protezione alcuna? Di chi deve camminare sempre sul filo del rasoio? Nonostante per la legge chi sconti una pena sia un uomo libero, c’è un ambientino che pur di salvarsi la faccia continua a trattare questi uomini come fossero ancora rei.

Pacificazione.  Moltissime volte ho sentito questo termine per spiegare cosa accadde alla fine degli anni di piombo, poi ho capito cosa si intende veramente: relegare personaggi scomodi all’oblio. Da Valle Giulia in poi, i ragazzini che “animavano” le sezioni missine vennero utilizzato come carne da macello, per chi decise di intraprendere la via della lotta armata la strada fu ancora più tortuosa; se a sinistra chi imbracciava un ferro veniva coccolato e protetto, dalla parte opposta, una volta iniziato questo processo fantomatico di pacificazione, venne condannato due volte.  I mezzi economici senza dubbio non erano gli stessi, ma mai sono state pronunciate parole di sostegno e solidarietà. Remissione e paura. Remissione e fame d’arrivare. Remissione e tradimenti, c’è chi si venderebbe la madre per un posto al sole.

I neofascisti difatti, impararono ben presto che per ottenere poltrone e consensi avrebbero dovuto rinnegare e dissociarsi da quegli anni violenti e quegli stessi ragazzini che avranno avuto sui vent’anni in quel periodo storico, oggi organizzano il presente ai caduti, piangono lacrime amare, sciorinano ricordi e evitano come la peste chi è rimasto ma ha preso un’altra strada, la strada sbagliata. Esiste chi ha capito il proprio errore e lo ha pagato, ma sul serio. C’è chi non ha pagato  e chi ha pagato un po per tutti, da solo, con i propri affetti coinvolti in prima persona, chi da anni lavora per qualcosa di buono e forse questa etichetta non riuscirà mai a togliersela di dosso.

Alle Donne coraggiose, agli Uomini liberi, a chi non ha paura di mettersi in discussione nonostante non abbia le spalle coperte.

Fonte foto: Nextquotidiano.it

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