28 Febbraio 2025
Archeostoria

L’eredità degli antenati, centosessantacinquesima parte – Fabio Calabrese

Nostradamus ce l’ha insegnato, una buona tecnica per fare il profeta, è quella di essere nebuloso e ambiguo, in modo che le nostre parole possano essere adattate a posteriori ai fatti che avverranno in futuro. Se si commette lo sbaglio di essere chiari e comprensibili, è quasi certo che gli eventi futuri ci smentiranno.

Bene, questo è esattamente quello che è successo a me stilando la parte precedente di questa serie di articoli, infatti vi avevo detto che entro il 2024 non avevamo avuto modo di registrare in campo archeologico fatti importanti per quanto riguarda il nostro discorso sull’eredità ancestrale, e, allo scopo di proseguire la nostra ricerca, di cui, come vi ho raccontato, ho diminuito la frequenza ma non intendo assolutamente lasciar morire, vi ho parlato di un campo che certamente ha avuto un’influenza profonda sulla storia umana, ma che almeno fino alla rivoluzione industriale non è stato direttamente influenzato dalle attività umane, l’andamento climatico.

Avevo appena terminato di stilare l’articolo in questione, che a smentirmi, la novità importante in campo archeologico è arrivata, gli scavi nel fango della vasca votiva di San Casciano dei Bagni hanno restituito nuovi bronzetti di età etrusca e romana.

Questi bronzetti, lo ricordiamo, erano degli ex voto o delle offerte agli dei per propiziare grazie, soprattutto guarigioni, e oggi rappresentano un campionario unico di statuaria antica di dimensioni contenute. Quello che invece rimane da capire è come mai all’epoca delle prime scoperte non si sia svuotata completamente la vasca votiva dal fango, sì da rendere necessaria un’ulteriore ricerca ad anni di distanza.

Questa nostra Italia continua a mostrarsi uno scrigno di meraviglie archeologiche, peccato solo che i nostri connazionali si dimostrino così poco consapevoli dell’immensa eredità che abbiamo ricevuto dai secoli trascorsi.

Detto questo, però, ci sono alcune cose che sarebbe meglio precisare.

Come probabilmente ricorderete, l’ultima Eredità degli antenati che ho stilato prima del cambiamento di passo di questa serie di articoli, la centosessantunesima, è stata pubblicata su “Ereticamente” il 14 ottobre 2024, ma si riferiva ancora al mese di luglio – ebbene si, “la forbice” temporale fra gli eventi trattati e il momento della comparsa degli articoli su “Ereticamente”, nonostante il grande sforzo compiuto l’anno precedente, si stava di nuovo allargando a una dimensione che probabilmente sarebbe diventata di nuovo insostenibile.

Tuttavia, come capite, la decisione di dare un taglio netto lasciava scoperte diverse cose importanti, mi sono trovato insomma a dover scegliere fra due alternative ugualmente spiacevoli, soprattutto in un anno intenso di scoperte come in effetti è stato il 2024, e proseguire questa serie di articoli in una forma più contenuta, penso sia a conti fatti la soluzione meno peggiore.

A conti fatti, sarà bene dare un’occhiata meno fuggevole alle scoperte archeologiche che si sono succedute nell’anno trascorso, a partire dal mese di agosto. E magari cominciamo proprio con una notizia riportata da “Il Messaggero” del 2 agosto, che ci informa che la via Appia antica è diventata per l’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità, è il sessantesimo sito italiano a ottenere questo riconoscimento, e questo conferma l’Italia come la nazione a livello mondiale più ricca di patrimoni storici e archeologici.

Tanto per non farci mancare nulla, troviamo su Mediaset.it la notizia che, dopo diversi anni di lavoro di restyling, è stata aperta al pubblico l’antica spiaggia di Ercolano, dove sono ancora visibili i resti delle vittime dell’eruzione del 79 dopo Cristo. L’area vesuviana, lo sappiamo, non è stata ancora completamente esplorata, e certamente è destinata a presentarci in futuro nuove sorprese.

I nostri antenati romani, però – lo sappiamo – non hanno lasciato traccia di sé soltanto nella nostra Penisola. Infatti, lo stesso giorno troviamo su “Esquire Italia” un articolo di Barbara Guarini e Tim Newcomb che ci parla del ritrovamento dei resti di due ville romane nella località inglese di Attingham. Forse parlare, come fanno gli autori, di una città romana finora sconosciuta, è esagerato, però…

Sempre su questo sito, gli stessi due autori ci danno la notizia del ritrovamento nell’attuale Bulgaria, nel sito dell’antica città di Eraclea Sintica, di una statua di Ermes, copia romana di un originale greco. La statua sarebbe stata sepolta dagli abitanti nel IV secolo per sottrarla alla furia iconoclasta dei cristiani. Non dimentichiamo che quelli che oggi si presentano come i campioni della tolleranza e della mitezza, erano allora, e sono stati per secoli, fino a tempi molto vicini a noi, feroci persecutori di chiunque la pensasse diversamente.

Nel caso foste interessati ad approfondire l’argomento, vi consiglio vivamente la lettura del libro di Catherine Nixey Nel nome della croce, la distruzione cristiana del mondo classico.

Il 3 agosto, “Il Messaggero” riporta la notizia di nuove scoperte archeologiche nel lago di Bolsena. Sono stati ritrovati oltre 150 vasi e un cavallino dell’Età del Ferro che faceva probabilmente parte di un carro votivo.

L’acqua può celare tesori archeologici non meno della terra, e un’ulteriore conferma l’abbiamo lo stesso giorno da RAInews multimedia che ci informa che archeologi dell’Università turca di Akendiz hanno individuato nelle acque dell’Egeo il relitto di una nave mercantile risalente a 3.600 anni fa, che sarebbe il più antico conosciuto.

Ce lo conferma anche un ritrovamento molto più recente, un comunicato ANSA sempre del 3 agosto ci racconta che si è potuto stabilire che il cosiddetto relitto Sipar, ritrovato al largo di Umago, oggi Croazia, risale al XII secolo.

Sempre il 3 agosto, “Dailymotion” ci informa del ritrovamento di una mansio di età romana a Corniglia (Orvieto), tra la via Cassia e il torrente Paglia.

Questa giornata sembra davvero particolarmente intensa, infatti il “Corriere Toscano” ci informa pure del ritrovamento nella villa romana di Aiano a San Gimignano (Siena), di una cantina per la conservazione dei vini risalente a il IV e il VII secolo dopo Cristo.

Il 4 agosto sempre “Dailymotion” ci informa che a Tava Tepe in Azerbaijan ricercatori italiani hanno rinvenuto i resti di quella che sembrerebbe essere una mensa cerimoniale risalente a 3.500 anni fa.

Noi tendiamo a sottovalutare la qualità della ricerca italiana nel mondo, che è invece ottima, ma intanto ricordiamo che scoperte importanti avvengono anche in patria. Il 10 agosto RAInews informa del ritrovamento di un tempietto finora sconosciuto all’interno del parco archeologico di Selinunte. La stessa notizia la troviamo anche il 12, riportata da “La gazzetta del sud”.

Nuove scoperte ce le aspettiamo soprattutto nell’area vesuviana, dove le ricerche continuano, e infatti, sempre il 12, “Italpress” ci informa del ritrovamento a Pompei, dei resti di altre due vittime dell’eruzione del 79 dopo Cristo, un uomo e una donna.

Intanto, a Varna in Bulgaria, ci avverte “Dailymotion”, è stato ritrovato su di una spiaggia un sarcofago di età romana.

Il 13 la sezione storica del “National Geographic” ci parla di uno dei più intriganti misteri dell’antichità, su cui un gran numero di ricercatori, dall’età antica fino a oggi, si è affannato invano, dove si trovi la tomba di Alessandro Magno. A tutt’oggi il mistero permane.

Il 14 un articolo di Gary Manners su “Ancient Origins” ci da una notizia davvero sorprendente, sembra che la pietra d’altare di Stonehenge provenga dalla Scozia. Se pensate che il triplice cerchio megalitico si trova nell’Inghilterra meridionale, essere sorpresi è il minimo. Questo probabilmente significa due cose, che quello della piana di Salisbury era un santuario di grande importanza, cui ogni parte delle Isole Britanniche ha concorso, e che le reti di comunicazione e trasporto nella Britannia neolitica erano molto più avanzate di quel che ci saremmo aspettato.

La stessa notizia la troviamo in un servizio di “TG.com24” del 24.

Tanto per rimanere su suolo inglese, “Il mattino” del 17 ci informa del ritrovamento di un pavimento a mosaico fra i resti ci una casa romana del I secolo dopo Cristo nell’Inghilterra nord-occidentale.

Ma il grande scrigno di tesori archeologici rimane sempre l’Italia. Il 19 RAInews ci informa che il relitto di una nave romana del III secolo dopo Cristo, è stato ritrovato nelle acque di Trapani, se ne prevede una prossima esposizione museale. Il 24 “Quotidiano.net”, tanto per non farci mancare nulla, ci informa del ritrovamento di un rostro al largo dell’isola di Levanzo, apparteneva probabilmente a una nave romana che partecipò alla battaglia delle Egadi nella prima guerra punica.

“Cover Media Italia” riporta una notizia della quale vi avevo già parlato. Una replica dell’armatura di Dendra, l’armatura micenea più completa mai trovata, risalente a 3.500 anni fa, è stata sottoposta a vari test che hanno dimostrato che era idonea al combattimento, e non soltanto cerimoniale.

Il 25 la sezione storica del National Geographic dedica un podcast alla caduta dell’impero romano. Sulle cause di questo evento che ha segnato così drammaticamente la nostra storia, gli storici sono lontani dall’avere idee univoche.

Tgcom24 il 4 settembre informa che a Gubbio (Perugia) lavori di rifacimento del manto stradale hanno portato alla scoperta di un pavimento a mosaico di probabile età augustea.

Un po’ di mitologia non poteva mancare, il 5 settembre “Starinsider” racconta la storia, peraltro notissima, del vaso di Pandora. Lo stesso giorno un comunicato ANSA ci parla di nuovi ambienti che sono stati scoperti alla Casa dei Putti ad Aquileia.

Il 9 “The Daily Digest” riporta la notizia del ritrovamento a Kapitan Petko Voyvoda in Bulgaria della tomba di un guerriero tracio che forse militò nell’esercito romano, che ha rivelato un ricco corredo di oggetti d’oro, e altro.

Il 10 la sezione storica del “National Geographic” riporta un’altra notizia di cui, facendo ricorso a siti esteri, vi ho già parlato, il ritrovamento della testa di Zeus nel sito anatolico – oggi turco – dell’antica città di Afrodisia.

Per quanto riguarda l’Italia, non può stupire il fatto che a rivelarci sempre nuove sorprese sia soprattutto l’area vesuviana, la gigantesca “capsula del tempo” formata dall’eruzione del 79 dopo Cristo, e non ci sono solo Pompei ed Ercolano. “Notizie.it” del 12 ci parla della villa romana di Positano, oggetto di un recente restauro, che rivela affreschi dai colori straordinariamente intensi, e ci informa che presto ci saranno nuovi scavi nell’area.

Un comunicato ANSA del 16 ci racconta una storia davvero singolare della preistoria più profonda. Una popolazione di neanderthaliani, soprannominata Thorin dal nome di un personaggio di Tolkien sarebbe vissuta in Francia tra 42 e 50.000 anni fa tenendosi del tutto separata da altri gruppi umani. Una riprova in più, se vogliamo, che il meticciato non è affatto utile, tanto meno necessario alla sopravvivenza.

“Starsinsider” del 23 ci racconta in breve la storia del collasso di quasi tutte le più antiche civiltà dell’Età del Bronzo attorno al 1200 avanti Cristo, dovuto in parte alle popolazioni fino a quel momento barbare come i Popoli del Mare, che però avevano appreso a padroneggiare la nuova tecnologia del ferro, ma in parte anche alle conseguenze di catastrofi naturali, quali terremoti, eruzioni vulcaniche e carestie, siccità dovute a un improvviso inaridimento del clima.

Ancora un po’ di mitologia, il 24 un articolo di Matteo Sacchi su “Il Giornale” ci parla del mito del labirinto. La leggenda di Teseo in primo luogo, ma non solo, sappiamo che nell’antichità, ma anche nel medioevo i labirinti avevano una valenza sacrale.

Come vi ho più volte detto, noi tendiamo a sottovalutare la qualità della ricerca italiana, che è invece eccellente. Il 25 RAInews riporta la notizia che ricercatori delle Università di Bologna, Firenze e Siena sono riusciti a sequenziare in DNA dai resti di un bambino vissuto nell’Italia meridionale 17.000 anni fa, ed è il più antico genoma italiano conosciuto. Pare che il piccolo avesse gli occhi azzurri e i capelli neri.

Quella  che è oggi la Turchia, ma nell’antichità era l’Anatolia ellenica e poi romana, è ricca di tesori archeologici. AGI.com del 28 ci racconta che un contadino turco della provincia di Elagiz, mentre stava scavando per piantare alberi, ha visto emergere dal terreno un antico mosaico. Successive indagini degli archeologi chiamati sul posto, hanno rivelato che il mosaico, che riproduce figure di animali e piante, con una superficie di 84 metri quadrati, è il più grande finora mai ritrovato in Turchia.

Ancora una volta, ciò che possiamo desumere da queste nuove testimonianze del nostro passato, è piuttosto chiaro. Sempre centrale si conferma per quanto riguarda l’idea stessa di antichità, la posizione di Roma, ce lo confermano le nuove scoperte a San Casciano dei Bagni, ma, come avete visto, non solo. Sarà poi il caso di tornare a sottolineare che il caso della popolazione di Thorin, che è vissuta per migliaia di anni senza apporti genetici esterni, ci dimostra che, a differenza di quanto ci viene oggi raccontato, il meticciato non è affatto necessario o benefico.

Io direi che il cambiamento di passo di questa serie di articoli rispetto al passato anche recente, si avverte, basta pensare che la centocinquantottesima, centocinquantanovesima, centosessantesima e centosessantunesima parte, erano tutte e quattro dedicate al mese di luglio 2024, mentre ora ho sintetizzato agosto e settembre in un solo articolo. Si tratta di un mutamento di prospettiva necessario se, oltre all’indagine sulle origini, ci deve essere spazio per altre cose, perché non dobbiamo dimenticare che essa non vuole essere uno sfoggio di erudizione, ma inquadrarsi nell’ambito di un preciso discorso culturale e politico.

 

NOTA: Nell’illustrazione, una ricostruzione ideale della città romano-britannica di Attingham, come è presentata da “Esquire Italia”.

 

1 Comment

  • Sikelivs 17 Febbraio 2025

    Grazie Professore, è sempre un piacere leggere i suoi articoli.
    Ad maiora semper.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *