28 Febbraio 2025
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LA SCOMPARSA DI LEO SIEGEL E I CINQUANTA ANNI DELLO “STUPIDARIO STAMPA” di Francesco G. Manetti

Il 19 gennaio 2025, all’età di 85 anni, è scomparso Leopoldo “Leo” Michele Siegel. Fra le medaglie che ebbe l’onore di appuntarsi sul petto durante la sua lunga carriera di calciatore (in serie C), di allenatore di squadre, di politico e di giornalista (si interessò soprattutto di calcio, con una particolare attenzione all’Inter, e successivamente di hockey) la più splendente fu quella ottenuta nel 2007, quando Gad Lerner lo querelò a causa di quello che aveva detto durante una trasmissione su “Radio Padania” a proposito di nomadi e di altro. “Radio Padania”… Leo Siegel, infatti, dopo un passato nella Giovane Italia, nel Fronte della Gioventù e nel MSI, anni più tardi si era posizionato sulla Lega Nord. Nonostante questo non dimenticò mai il suo passato nella “destra sociale”, e si impegnò sempre nel ricordo dei “ragazzi martiri” come Sergio Ramelli uccisi dai rossi, scrivendone sul “Candido” di Pisanò e su altre testate.

Leo Siegel

Qualche giorno dopo la scomparsa così lo ricordava l’amico scrittore Walter Jeder sul periodico online “Destra.it”:

Non ho nessuna speciale vocazione ad andar per funerali. Ma l’altra mattina non potevo mancare all’ultimo saluto per Siegel. Quante vite ha vissuto Leo, chiuse tra quelle due date di nascita e di morte. Se n’è accorto anche il bravo prete che ha detto Messa ricordandolo in modo diretto, schietto, concedendo poco alla cupa ripetizione delle formule di un rito funebre. Nella grande folla presente sotto la pioggia tantissimi amici di vecchia data, ognuno con un grappolo di aneddoti. Abbastanza da rimetterlo in scena, vivo più che mai, nel suo ruvido entusiasmo che non lasciava tempo al rinvio. Nella redazione di Candido, l’unico capace a ribaltare il vecchio Pisanò. Ironico e tagliente consigliere missino a Palazzo Marino e nei rischiosi consigli di zona milanesi di quegli anni. Leghista anomalo ai microfoni di Radio Padania tanto da conquistarsi una brutta denuncia di Lerner e un articolo memorabile del Foglio che metteva lealmente a confronto l’”impresentabile” Leo e l’intoccabile Gad. A quei microfoni, ricordandosi di Radio University, Leo mi ospitò. Da anni non ci legava solo la politica ma l’amore per l’hockey. E, al funerale, memori delle sue formidabili cronache sul Top Hockey di Franco Polver – capaci di sciogliere la pista di ghiaccio in schegge di entusiasmo – c’erano ancora un po’ di “ragazzi” a srotolare un lungo striscione davanti alla chiesa, come ai gloriosi tempi dell’HC Milano. A tendere l’orecchio avresti sentito anche l’eco dei cori che lo accompagnarono nelle altre sfide sportive, dopo il brillante patentino di Coverciano, quando il “mister Leo” portò in C1 la Pro Patria o s’invento’ la Nazionale Padana. Tifo, sfide, affetto. Oltre ai parenti, a cercare in penombra, avrei potuto trovare ancora qualcuno pronto a testimoniare il bene, quello che non fa clamore, nella sua direzione alla Tazzinetta Benefica.

Mezzo secolo prima, quando era Segretario del Fronte della Gioventù a Milano, si candidò alle elezioni comunali del capoluogo lombardo (insieme a Ignazio La Russa). La sua già lunga scheda biografica, apparsa a giugno del 1975 su “La sfida – settimanale della giovane destra” milanese, recitava:

Leo Siegel – per il comune di Milano – n. 68

Giornalista. Segretario per il Fronte della Gioventù per Milano e provincia. Componente la Direzione provinciale del Partito. È attualmente redattore del “Candido”, corrispondente da Milano della “Sfida”, collaboratore di altri periodici, direttore responsabile della “Destra Lariana”, di “Padova Nazionale” e di “Riscossa Valtellinese”. Ha un intenso passato di giornalista sportivo che lo ha visto redattore del “Corriere Lombardo”, dello “Sport Illustrato”, di “Milaninter”, di “Inter Club”, di “Supercalcio” e corrispondente di “Stadio”, del “Giornale d’Italia”, del “Roma”, del “Gazzettino di Venezia” e del “Giornale di Sicilia”. Come giornalista politico ha collaborato tra l’altro con “Lo Specchio”, “La Notte” e “Novella 2000”. Ha messo al servizio del Partito la sua conoscenza del mondo dello sport, ricoprendo la carica di Coordinatore Provinciale del Gruppo Sportivo Fiamma. È iscritto al MSI dal 1960. Ha occupato numerose cariche, tra le quali quelle di segretario giovanile di sezione, di addetto al settore stampa e propaganda. Ha vissuto in prima linea tutte le più belle battaglie della giovane destra milanese: dalle manifestazioni contro l’invasione sovietica dell’Ungheria, a quelle per l’Alto Adige, per i fatti di Praga, e a tutte le manifestazioni anti-comuniste degli ultimi anni.

Siegel era anche un raffinato umorista – o meglio, uno che capiva dove stava il vero umorismo. Suoi sono infatti due spassosi libretti intitolati Stupidario Stampa (Edizioni Europa, 1974) e Stupidario Stampa 2 (Papetta Editori, 1975). Nei due volumi Siegel – rifacendosi alla rubrica omonima da lui tenuta sul settimanale “Candido” a partire dal 1974 – raccolse i più curiosi estratti di controversi (e menzogneri) articoli politici e di cronaca pubblicati dai “giornaloni” di regime e dai massimi organi di partito, dalla fine del 1973 alla fine del 1975. Troviamo così citati soprattutto “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”, “Il Giorno”, “Il Messaggero”, “Avanti!”, “Il Manifesto”, “Lotta Continua” e “L’Unità”: “La Repubblica” non era ancora nata al momento in cui furono stampati i due libri, seppur per poco (sarebbe apparsa in edicola nel gennaio 1976), altrimenti quella di Scalfari sarebbe stata sicuramente la gazzetta più gettonata. Siegel offrì ai lettori con queste due opere un simpatico florilegio di “orrori di stampa”, lampanti esempi non di vera informazione ma di umorismo involontario. Se ci pensiamo, ancora oggi nulla è cambiato: basta per esempio leggere sui vari quotidiani le notizie di cronaca nera, piene di ragazzi “italiani” autori di efferati delitti e distruzioni varie – “italiani” solo di documenti. Gli scampoli giornalistici erano stati organizzati da Leo Siegel nelle pagine dei due volumi raggruppandoli per argomenti (come “DC”, “PCI”, “MSI”, “Scuola”, etc.) o fatti di cronaca (come “Rapimento Sossi”, “Italicus”, etc.) e ogni ritaglio era preceduto da un beffardo e divertente “titolino” pensato per prendere in giro l’articolo e il suo estensore. Di queste perle riporto qua di seguito quelle più rare (spiego tra parentesi a cosa si riferivano i giornalisti dell’epoca oppure mi permetto un breve commento).

“Stupidario stampa” (Europa, 1974)

Da Stupidario stampa del 1974:

(Il primo Stupidario stampa venne pubblicato dalle Edizioni Europa nel 1974 e si presentava molto curato graficamente, dentro e fuori, con tanto di prezzo “L. 2.000” in quarta di copertina; all’interno campeggiavano alcune divertenti vignette di satira politica presumibilmente tratte dal “Candido”)

Il manifesto” (con riferimento alla strage di Fiumicino del 17 dicembre 1973 a opera dei palestinesi): Quando le agenzie di stampa hanno cominciato a trasmettere le prime caotiche notizie sullo spaventoso eccidio di Fiumicino, il paragone nella nostra memoria è sorto immediato: piazza Fontana.

Avanti!” (in merito al sequestro del capo del personale FIAT Ettore Amerio del 10 dicembre 1973 messo in atto dalle Brigate Rosso): Il dottor Amerio potrebbe essere stato sequestrato da un’organizzazione terroristica di destra. Non è la prima volta che i fascisti compiono criminali imprese con l’intento di addossare la responsabilità a gruppi della sinistra. La strage di piazza Fontana è un caso illuminante.

Paese Sera” (aprile 1974, nei giorni in cui le BR rapirono il giudice Mario Sossi): Almirante dichiarava di essere la prima vittima della violenza. Le sue squadracce intanto scorrazzano dinanzi alle scuole e nelle strade. Pullulano i vari Ordine Nero, Gruppi di azione Nero, Gruppi di azione Goebbels, Squadre di azione Mussolini, Brigate Rosse, Movimento di azione rivoluzionaria.

Il Giorno” (all’indomani dell’arresto dei brigatisti Curcio e Franceschini, l’8 settembre 1974): Verbania. È stata confermata la notizia che è ospite delle locali carceri giudiziarie Alberto Franceschini, presunto luogotenente di Renato Curcio, altrettanto presunto capo assoluto delle fantomatiche “Brigate Rosse”.

Il Messaggero” (a proposito dell’attentato alla FACE Standard, ditta che produceva telefoni, eseguito il 6 ottobre 1974 da un commando di attivisti della rivista “Rosso”): Rosaria Sansica, unica donna e finora unico membro identificato del quartetto è una “nota esponente di estremissima sinistra”. Non sappiamo bene che cosa significhi “estremissima sinistra”, soprattutto quando si parla della vera matrice delle cosiddette “Brigate Rosse”.

Avanti!” (commentando l’assassinio dei missini Mazzola e Giralucci compiuto dalle BR a Padova il 17 giugno 1974): Quando si scoprirà, prove alla mano, che i mandanti del doppio omicidio sono missini, i dirigenti del MSI tenteranno di parare il colpo, parlando di infiltrati.

Il Giorno” (a proposito del processo del 1974 a Giovanni Marini che nel 1972 aveva ucciso un militante del FUAN, Carlo Falvella): Con la condanna di Marini, reo di non essere caduto nell’aggressione fascista ma di essersi difeso il 7 luglio 1972, a Salerno, sono stati condannati tutti i partigiani, rei anch’essi di non aver voluto soccombere alla violenza nazifascista ma di essersi difesi negli Anni ‘40 in tutta Italia. Per rincuorare Marini, l’avvocato Bottello, che gli si è avvicinato con altri difensori, tra i quali il senatore Umberto Terracini, gli ha offerto una rosa rossa.

Paese Sera” (nel 1974 Aleksandr Solženicyn, autore di Arcipelago Gulag, fu esiliato dall’URSS): Nei riguardi di Solgenitsin in qualunque altro paese del mondo non si sarebbe fatto altro che applicare le leggi dello Stato a carico di chi attenta nella maniera più vile alla sicurezza del proprio paese e ne denigra l’onore. Invece a costui si è consentito di approdare trionfalmente in questo paradiso di occidente, a riscuotere i suoi sporchi trenta danari.

Avanti!” (titolo dedicato al tanto celebrato prete progressista per cui le scuole dovevano essere come quelle del Paese dei Balocchi): La sfida di don Milani: gli oppressi sono la mia patria.

La Stampa” (sugli attentati del 1974): In questo momento di malessere che si fa sempre più profondo, emerge la tentazione di riparlare di opposti estremismi. Sarebbe un’interpretazione falsa che farebbe comodo a chi si rifiuta di cercare i motivi della nostra crisi, e finirebbe per paralizzare ogni sforzo contro l’eversione. L’estremismo è uno solo, quindi va individuato, combattuto per legittima difesa della democrazia.

Corriere della Sera” (una brillante riflessione di Natalia Ginzburg): Per me “destra” è tutto quello che è falso, “sinistra” tutto quello che è vero. Infatti tutto quello che è vero porta il mondo avanti, tutto quello che è falso lo riporta indietro.

Il Giorno” (decenni prima che apparissero e facessero i miliardi i “comunisti col Rolex”): L’antifascismo è ricchissimo, il fascismo è povero.

Corriere della Sera” (anticipando i tempi): La lotta al fascismo è il problema prioritario per il Paese.

Il Messaggero” (cronaca di una manifestazione): Forse duecento i giovani in camicia o fazzoletto nero, occhiali neri, casco da motociclista, barbetta alla Italo Balbo, capelli alla Gianni Nardi, sguardo da “me ne frego”.

Paese Sera” (il racconto di un viaggiatore inorridito): Di passaggio per Crotone abbiamo visto esposta in una tabaccheria, in libera vendita, una oscena cartolina rappresentante Mussolini, il predone di Predappio, con la faccia feroce e le mani sui fianchi, contro uno sfondo di arco romano: una cosa tutta da ridere, per gente un po’ evoluta, ma per qualcuno potrebbe anche essere una fonte di aberranti entusiasmi o di criminali nostalgie; una forma, tutto sommato, di apologia delittuosa, anche se imbecille.

Corriere della Sera” (in preda a un dubbio atroce): Come è possibile, si chiedono gli studiosi del costume, che i giovani non sorridano davanti a tutto il ciarpame cimiteriale che viene spolverato dai nostalgici durante le messe per Mussolini: maglioni neri, saluti romani, la vedova del gerarca, persino qualche fez, il capo della milizia ormai ansimante, gli “eia eia alalà” mugghiati ad ogni piè sospinto?

L’Unità” (la scuola citata nel passaggio è l’attuale “Istituto Comprensivo Tommaso Grossi” di Milano): Gli allievi della classe quinta “I” della scuola elementare di via Pietro Colletta, accompagnati dalla loro insegnante, hanno compiuto una visita alla redazione e alla tipografia del nostro giornale. Al termine della visita i ragazzi e la loro insegnante hanno sottoscritto 7 mila lire per l’Unità.

Il Messaggero” (intervenendo nel dibattito sulla scuola “democratica”): La scuola non dovrà più essere il “tribunale” dell’esame e del voto, ma luogo di formazione attraverso la collaborazione e il reciproco aiuto: a questa trasformazione dovranno contribuire non solo i “dotti”, ma anche i “cosiddetti ignoranti” (…) Partigiani, combattenti, organizzatori politici, volontari della libertà, donne del popolo, sacerdoti patrioti e caritatevoli che hanno coraggiosamente assistito e protetto fuggiaschi clandestini e perseguitati, dovranno entrare nelle scuole, parlare con i giovani e i giovanissimi. I nuovi organi collegiali potranno imporre o comunque facilitare ed estendere l’ingresso nella scuola di questi nuovi maestri.

La Stampa” (commentando l’intervento di Antonio Bisaglia, democristiano di sinistra): L’on. Bisaglia nella sua relazione, insieme graffiante e accorta, ha indicato bene alcuni degli aspetti che dovrebbero caratterizzare la DC dopo l’aggiornamento: la rinuncia all’anticomunismo.

Il Messaggero” (il parlamentare Piero Sponziello morì nel 2013 all’età di 101 anni; il furto dell’orologio si inserì nell’allora campagna di “Candido” contro il ministro socialista Giovanni Mancini accusato di ladrocinio e sperpero di danaro pubblico): Il missino Sponziello ha persino denunciato la sparizione del suo orologio d’oro. Ma, questa, è forse una trovata. Altrimenti bisognerebbe pensare anche ad un ladro in Parlamento.

Corriere della Sera” (spesso, in quegli anni, apparivano sui giornali notizie su elementi della destra che se la prendevano con i giovani esploratori cattolici): È in corso da alcuni mesi una violenta offensiva dei giovani missini contro i boy scout.

La Stampa” (nella campagna per il MSI fuorilegge): Vogliamo che il partito di Almirante sia sciolto e siano smascherati i finanziatori e protettori delle squadracce nere che insanguinano nuovamente l’Italia. Questo è il cancro ed il vero malessere del nostro Pese portato alla sfiducia anche con l’inflazione, gli scandali, la delinquenza organizzata.

La Stampa” (a proposito di cortocircuiti cerebrali dei sindacalisti): La federazione CGIL-CISL-UIL di Omegna ha diffuso un comunicato in cui si esprime sdegno per “l’aggressione di marca fascista” di cui sono rimasti vittime da parte di extra-parlamentari di sinistra una decina di giovani del PCI.

Il Giorno” (ancora la campagna per il MSI fuorilegge): Per porre definitivamente fine alla provocazione, alle eversioni e alle stragi, occorre che tutti i fascisti, che tali risultino per atti, professione di fede, cerimonie e manifestazioni, sotto qualunque sigla si qualifichino: 1) vengano esclusi dall’insegnamento di tutti i tipi e gradi di scuole; 2) non possano concorrere a cariche nell’apparato dello Stato, nella magistratura, nella polizia e nei corpi assimilati; 3) non vengano ammessi nel corpo degli ufficiali e dei sottufficiali in servizio permanente e quelli eventualmente infiltrati vengano allontanati; 4) prima di assumere nelle forze della polizia e nella magistratura, occorre infine vagliare attentamente le domande assicurandosi che i candidati siano davvero antifascisti.

Il Secolo XIX” (nel 1973 Alessandro Perrone, direttore del “Messaggero” e del giornale genovese, si era schierato – come tanti “intellettuali” e politici – a favore degli assassini responsabili del Rogo di Primavalle; una sua nipote era fra gli imputati al processo): La società editrice del “Secolo XIX” di Genova è passata interamente ad Alessandro Perrone e alle sue sorelle. “Il Secolo XIX”, sotto la direzione di Alessandro Perrone, continuerà ad informare scrupolosamente ed obbiettivamente i lettori, nella sua linea politica tradizionale, per contribuire al progresso civile e sociale di Genova e della regione.

Avanti!” (a proposito del pericolo nazifascista): Quattro grandi svastiche di legno, lunghe e larghe circa due metri sono state viste galleggiare stamane nel Po. Quattro operai intenti allo scarico di una nave cisterna ne hanno tratto a riva una, mentre le altre sono state trascinate più a valle dalla corrente. Si fa l’ipotesi che i possessori delle croci uncinate, forse residenti nel Cremonese o nel Pavese, se ne siano sbarazzati durante la notte temendo una perquisizione o che si tratti di una insolita forma di propaganda.

La Stampa” (senza vergogna): L’URSS ha fatto sapere che non ha detenuti politici.

La Stampa” (avendo perso il senso della storia): È noto che il periodo più florido della mafia coincise proprio con la dittatura nera.

Da Stupidario stampa 2° del 1975:

(Il secondo Stupidario stampa, uscito a un anno di distanza dal primo, venne pubblicato da Papetta Editori ed era molto meno curato da un punto di vista tipografico; la carta e la grafica delle copertine erano di qualità nettamente inferiore, e sembrava quasi edito con piglio da “fanzine” e volontà da “samizdat”. Molta più attenzione era data alla politica italiana e al trattamento riservato dalla stampa nazionale a tutta l’area della “destra” – da quella più radicale e giovanile a quella parlamentare e “in doppiopetto” incarnata dal MSI di Giorgio Almirante. Il libro si chiudeva con un collage di falsi articoli di stampa fra i quali erano nascosti alcuni pezzi “strani ma veri”, come quello che raccontava dell’indignazione suscitata da una lapide commemorativa apposta durante il periodo fascista che si era staccata da un muro e aveva colpito un bambino, uccidendolo…)

“Stupidario stampa 2°” (Papetta, 1975)

La Stampa” (un colpo al cerchio…): Fischiava in pullman “Faccetta nera”. Bloccato e trasferito in manicomio.

Il Messaggero” (…e uno alla botte): Da una manifestazione antifascista al carcere, dal carcere al manicomio: è accaduto a un giovane extraparlamentare di sinistra, Pier Paolo Cardini, 21 anni, studente di Filosofia.

Il Giorno” (paventando un terribile pericolo cartaceo): Cinque neofascisti di Bolzano sono stati denunciati dalla Questura per affissione abusiva di manifesti.

L’Unità” (ben prima dei cambiamenti climatici): Il corteo antifascista in programma non si è potuto tenere. Da ieri su Genova diluvia.

Il Messaggero” (a proposito delle perquisizioni, durante le quali vengono considerate “armi” anche quelle a salve e ad aria compressa): Armi sono state trovate in casa di esponenti neofascisti. In quella di Carlo Fiaschi è stata trovata una pistola “flobert”. Nella casa di un altro, una scacciacani, anche se non in efficienza.

La Stampa” (con riferimento al famoso slogan “fascisti, carogne…”): La peste nera trasmessa da topi usciti dalle fogne come immagine del marciume fascista che infesta il Paese.

Il Giorno”: (il confuso riferimento è al primo Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile partigiana milanese): Esiste un’organizzazione fascista che si è data il nome di “Fronte della Gioventù”. Non a caso se l’è dato, in quanto la gente non bene informata può confonderlo con il “Fronte della Gioventù”.

Paese Sera” (in merito all’assassinio a Roma dello studente greco Miki Mantakas): L’uccisione di Michele Mandakas è un delitto su commissione, eseguito probabilmente da fascisti greci. Probabilmente qualcuno di questi greci “neri” è implicato nell’attentato dell’Italicus.

Il Corriere d’Informazione” (attribuendo alla “pista nera” numerosi delitti compiuti da organizzazioni comuniste o da altre mani): La strage di Bertoli fa seguito alla strage di Piazza Fontana, al delitto Feltrinelli, al delitto Calabresi, agli assassinii di studenti e agenti e la mano degli strateghi e dei manovali della morte è sempre quella. Queste stragi, questi delitti a cominciare dall’agente Annarumma, hanno un nome solo: fascismo.

Il Giorno” (decenni prima del “gender fluid”): I giovanotti in camicia nera hanno un aspetto ambiguo. Si capisce che sono uomini non dal fisico, dal volto, ma dal fatto solo che indossano i calzoni.

Il Giorno” (raccontando di una provocazione al tritolo): Walter Abbondanza, il sindacalista milanese arrestato la sera del 18 novembre scorso per detenzione e porto di oltre 40 chili di esplosivo, sarebbe vittima di una provocazione fascista.

La Stampa” (commentando, tra l’altro, l’aggressione a Sergio Ramelli): A Napoli un terrorista di estrema sinistra è stato dilaniato dallo scoppio di un ordigno che stava preparando. A Milano uno studente di 19 anni, simpatizzante del Fronte della Gioventù, è stato aggredito da un “commando” che gli ha spaccato la testa con spranghe di ferro, Aumenta il pericolo di un risorgente fascismo.

Il Corriere della Sera” (riportando un commento dello storico della resistenza Franco Giannantoni, comunista e autore di saggi e libri sulla destra radicale nel varesotto, a partire dalla sua tesi di laurea): Varese, più pesantemente di prima, è nell’occhio del ciclone fascista. La provincia-giardino ha in sé, fiorentissimi, i bacilli di quel cancro immondo – e sembra inestirpabile – che si chiama fascismo.

Paese Sera” (a proposito del pericolosissimo missino Teodoro Buontempo avvistato “pesantemente armato” da Milani, uno dei fondatori del “Manifesto”): Testimoni oculari – ha dichiarato Eliseo Milani, esponente del PCI – hanno visto Buontempo con in mano una grossa sega parlare tranquillamente in piazza Argentina.

Il Corriere della Sera” (con riferimento alle elezioni amministrative del giugno 1975): Poi si aprono le urne, si contano i voti. Avanzano le sinistre ma i fascisti sono lì. (…) E noi a chiederci il perché. Perché il fascista ‘75 sopravvive e non si arrende?

Il Giorno” (da un articolo di Giorgio Bocca che sparlava di Niccolai, politico missino dell’ala “socialista nazionale”, ex detenuto del campo di concentramento americano di Hereford come “irriducibile”): Il modo vecchio di essere fascista in Toscana è quello del deputato Giuseppe Niccolai: attivista, smargiasso, contraddittorio e coglione.

Il Giorno” (con preoccupazione e trasporto): Che cosa sono i “killer” fascisti del Nord, di Roma e del Sud, se non le prime avvisaglie dello “squadrone della morte” alla brasiliana?

Il Messaggero” (a proposito di una sede del MSI a Roma nel quartiere Balduina): Quello di viale delle Medaglie d’Oro con via Cornelio Nepote “è un incrocio pericoloso”. Due volte al giorno vi passa una frotta di bambini che le suore portano alla vicina scuola elementare di piazza Giovenale. Quando i fascisti sono nel loro “covo”, si mettono al correre.

Paese Sera” (riportando il commento di uno sdegnato Gianni Rodari, il sopravvalutatissimo scrittore di poesie e raccontini morali per l’infanzia): Abbiamo degli amici che vengono a Roma e fuggono terrorizzati dalla quantità di scritte fasciste che leggono sui muri. Ci domandano come facciamo a vivere in una città fascista.

La Stampa” (a proposito delle posizioni politiche di Walter Chiari che, nello stesso 1975, si era esibito a Genova nel varietà “Chiaro di Luna”, dicendo a un certo punto che quando Mussolini fu appeso per i piedi a Piazzale Loreto dalle tasche non gli rotolò nemmeno una lira; ciò gli valse la stroncatura dei giornali e le repliche del suo spettacolo furono disturbate da manifestanti e picchetti; i giovani del MSI si mobilitarono invece in suo favore): Il teatro Alfieri di Torino, per Walter Chiari era stipato, risuonava dei consensi e delle risate. All’esterno gruppi di estrema destra distribuivano manifesti di solidarietà con il comico, firmati “Fronte della Gioventù”. Spettacolo vecchio e mentalità decrepita.

Il Corriere della Sera” (in un pezzo di Enzo Biagi): Fascismo significa prevaricazione, egoismo, corruzione.

Paese Sera” (contro il darwinismo animal-sociale): La Direzione del Parco nazionale del Gran Paradiso ha liberato tra i cervi e i camosci alcune linci, con l’intento di restaurare la selezione naturale, ovvero la liquidazione del più debole. Chi corre meno veloce, la lince se lo mangia. A questo punto sopravviveranno soltanto i cervi più robusti. A Benelux l’iniziativa pare vagamente fascista.

Il Giorno” (citando gli eroi della repubblica Paolo Emilio Taviani e Sandro Pertini): Taviani l’ha detto chiaro che il pericolo è solo nero. Anche le Brigate Rosse usurpano un colore che non è il loro. Un giorno si saprà che la matrice è unica. E se domani – si è domandato come tra sé Sandro Pertini – venissimo a sapere che anche i sequestri di persona servono a finanziare le trame nere?

La Stampa” (confondendo il rosso col nero): Non sono di sinistra i brigatisti novaresi.

Avanti!” (proponendo una “licenza di uccidere” per i partigiani): Per le Brigate Rosse arrestata un’anziana partigiana. Il provvedimento obbiettivamente inutile e crudele.

Il Messaggero” (scoprendo che anche i Nuclei Armati Proletari erano neri): In ogni caso ci troviamo dinanzi ad una provocazione; ma, badate bene, questa provocazione non viene dai manovali del NAP, ma dalla centrale che li manovra e tale centrale è sempre la stessa, di marca fascista.

Il Giorno” (inseguendo un ideale tutto suo di “democrazia”): Secondo la FGCI il 7 per cento conquistato dall’estrema destra nelle elezioni scolastiche è un dato da non trascurare, considerando che in molti istituti i giovani democratici non hanno consentito la presentazione di liste missine.

La Stampa” (invitando a una nuova guerra civile): Il pericolo è da destra, è rappresentato dai fascisti che vanno combattuti con le armi così come trent’anni fa nella lotta di Liberazione.

Il Corriere della Sera” (in un’eccitata cronaca in diretta dell’aggressione da parte di un gruppo di rossi ai danni di un individuo isolato, tecnica ancora oggi usata in Italia e, per esempio, in Ungheria): Dalle parti della cappella universitaria c’è un movimento. “È un fascista, prendetelo” grida un tale. Si organizza un inseguimento. La preda ha un cappello blu ed è stato riconosciuto come un pericoloso picchiatore, “un vero assassino”. Prima accelera il passo, poi si mette a correre, ma non fa in tempo: lo raggiungono e gli fratturano il setto nasale. Arriva un fotografo, chiede che è successo. “Niente, niente – risponde qualcuno – era solo un fascio e gli abbiamo dato un cazzotto”. Il fotografo impreca; è arrivato in ritardo.

Il Giorno” (a proposito delle elezioni studentesche): Una scuola antifascista è una scuola che educa alla tolleranza, che batte i pregiudizi, che insegna la democrazia.

Avanti!” (in piena confusione mentale): Al tecnico Fermi di Monte Mario una squadra fascista irrompe nella scuola, con manganelli con su scritto “Potere Operaio” e spacca la testa a un bidello.

Il Giorno” (a proposito del “benefattore” Achille Lollo): Certo, la sezione di “Potere Operaio” l’aveva fondata lui, Lollo, a Primavalle, dove era nato e cresciuto; ma i mezzi finanziari erano scarsi, restava solo tanta ideologia e il tentativo di fare qualche opera di bene.

Il Corriere della Sera” (a proposito dei “miti” assassini di Sergio Ramelli): Avanguardia operaia, anche se c’è qualche ombra nel suo passato, è oggi considerata l’ala estrema di una sinistra non violenta.

La Stampa” (discutendo di femminismo): Il potere economico non basta a spiegare lo stato di schiavitù in cui la società ha tenuto la donna per secoli; invece può spiegarlo la paura della sopraffazione sessuale, il terrore del maschio di venir sessualmente divorato.

La Stampa” (prendendo le parti di Giovanni Marini, che nel 1972 aveva accoltellato a morte Carlo Falvella del FUAN e che nel 1975 era a processo, vezzeggiato e coccolato dal Soccorso Rosso, del quale facevano parte anche Umberto Terracini, Dario Fo e Franca Rame): “Introverso, scontento di sé, psichicamente logorato, senza fiducia nel domani, collerico, avvinto all’ideologia anarchica col suo disprezzo per le leggi e la società”. Da dove è stato ricavato il fosco ritratto di Giovanni Marini? L’avvocato Giuliano Spazzali non ha dubbi: per costruire la sentenza (il tribunale) ha rispolverato “lugubri argomenti da difesa della razza”. Giovanni Marini, continua, è tutt’altro uomo, soprattutto un generoso.

Il Corriere della Sera” (rimpiangendo Taviani, che, nel governo Moro Quater, fu rimosso dagli Interni perché considerato troppo “di sinistra”): L’estremismo di destra, come sosteneva P. E. Taviani, prima di lasciare il ministero dell’Interno, non può paragonarsi, per la sua intensità, a quello d’una sinistra extraparlamentare che si sta spontaneamente ridimensionando.

Il Messaggero” (lanciandosi nel panegirico di un eroe comunista): Il nevischio si è fatto a questo punto più forte. Pajetta, rifiutando con decisione il riparo di un ombrello che gli veniva offerto, ha proseguito.

Il Giorno” (pubblicando un commento di Giorgio Bocca): Sì, è vero, il Partito comunista è l’unica forza politica rimasta fuori dalla corruzione e dalla decomposizione clientelare.

Il Giorno” (a proposito del segretario del PCI napoletano): Andrea Geremicca, l’appassionato e non burocrate segretario del PCI, dorme mezzo vestito, si considera come in trincea, da un momento all’altro potrebbero chiamarlo, potrebbero accadere fatti gravi, crollare case, esplodere epidemie, aprirsi voragini nelle strade, scoppiare incidenti.

La Stampa” (pubblicando uno slogan anti-missino in versi dello scrittore Giovanni Arpino): Tu, silenzioso, che li hai eletti, Morto Sarai Italiano, se li accetti.

Il Giorno” (portando avanti la tesi della trama nera anche per il rogo che uccise i fratelli Mattei): L’incendio nell’abitazione del segretario missino della sezione di Primavalle scoppiò all’interno dell’appartamento, e tutta la vicenda va collocata in un quadro di provocazione e faide tra piccoli gruppi di potere missini.

Paese Sera” (considerando forzati i saluti romani dei missini): Il MSI impone alla gente il saluto romano attraverso gli scagnozzi.

Il Giorno” (in un’interpretazione estensiva della 645): Non si possono trascinare (come pure la Legge Scelba vorrebbe) tutti gli iscritti al MSI in tribunale.

Paese Sera” (a proposito del tifo violento durante una partita Juve-Milan): Oggi si sa che a scatenare la battaglia a San Siro, con un piano preordinato, sono stati i fascisti di San Babila.

La Gazzetta del Mezzogiorno” (confondendo – con dubbio umorismo – sport, storia e politica): La marcialonga, oggi, è già una tradizione, in Lombardia, con la celebre “Stramilano”. A Roma è un pericolo: uno, qualche tempo fa, fece una marcia a Roma e comandò in Italia per vent’anni.

Il Corriere della Sera” (con un ragionamento ucronico): Se avessimo vinto anche la seconda guerra mondiale probabilmente non ci sarebbe più la cerimonia annuale a Redipuglia, o sarebbe un cimitero abbandonato.

Il Giorno” (rispolverando la tesi della trama nera): Vogliono far credere che sono i “rossi” i veri delinquenti, quelli che mangiano i bambini, sebbene io non ho mai visto giovani democratici e di sinistra dedicarsi a pestaggi continui, seminare il terrore nella città e aggredire i cittadini.

La Stampa” (in merito alla riforma del 1975 che spostò il controllo della RAI dal governo al parlamento e gettò le basi per il terzo canale e per la lottizzazione delle reti fra DC, PSI e PCI): Finalmente varata la riforma RAI-TV. Già per l’imminente campagna elettorale dovrebbe essere possibile assicurare la completezza e l’obiettività di informazione.

La Stampa” (confondendo la realtà con la fantasia): Freda resta sempre dritto, un po’ rigido, le braccia conserte e un lieve dondolio sui tacchi; anche nell’infilare tra le labbra strette la sigaretta usa gesti rapidi secchi, come fanno, appunto, gli ufficiali nazisti, nei film di guerra.

Paese Sera” (scambiando Tuti per un pilota di cacciabombardiere): Mario Tuti doveva guidare i terroristi al dirottamento del DC-9 con le bombe nel cielo di Catanzaro.

La Stampa” (gran finale): L’assegnazione del premio Feltrinelli al Cottolengo ha trovato generale consenso.

2 Comments

  • Roberto Gallo 15 Febbraio 2025

    Cerchero’ quei due libri di cui non conoscevo l’esistenza. L’articolo mi ha nuovamente venire il voltastomaco leggendo quegli articoli che hanno contornato la mia esistenza nella fase piu’ bella: con il maglione nero e il Saluto Romano. Nostalgia? Solita risposta: del Futuro. La vigliaccheria dei giornalettai di regime anche di fronte ai morti c’era e c’è tutt’oggi. Peccato che l’Eterno Ritorno ci riporti solo questa schifezza. Al momento

    • Francesco G. Manetti 18 Febbraio 2025

      Ti ringrazio per l’apprezzamento! In effetti, a (ri)leggere i libri di Leo Siegel a 50 anni di distanza si rimane sgomenti nel constatare che ancora oggi poco è cambiato nel conformismo della stampa generalistica.

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