8 Giugno 2025
Attualità

La fumata a stelle e strisce – Roberto Pecchioli

L’abbiamo scampata bella. L’elezione a papa di Robert Francis Prevost assomiglia al gol del pareggio messo a segno all’ultimo secondo dalla squadra ultima in classifica in casa di chi ha lo scudetto. Soddisfazione, ma innanzitutto constatazione che è stato almeno evitato il peggio, data la composizione del collegio cardinalizio. Tuttavia, si può e si deve sperare. Questo è il sentimento di fronte alla prima fumata a stelle e striscie della storia. Aspettiamo il papa statunitense alla prova dei fatti. Dai frutti li riconoscerete, disse Gesù risorto, riferendosi agli uomini che avrebbero incontrato i discepoli nel loro apostolato, declassato dall’argentino a proselitismo e considerato una sciocchezza dalla neo chiesa.

L’avventura di un povero cristiano, nei giorni precedenti il conclave, ha sfiorato la temerità e messo a dura prova la fede, non in Dio, ma nei suoi rappresentanti. Leggere i curricula di molti candidati al soglio di Pietro dava la sensazione di essere membri di religioni distinte, opposte. Gli amici sanno che chi scrive – al colmo della frustrazione – ha addirittura pensato di diventare ortodosso. Alla fine nella Cappella Sistina – prodigiosa rappresentazione del rapporto tra Dio e l’uomo – l’ha spuntata uno statunitense lungamente vissuto in America latina, agostiniano – formato quindi alla solida scuola dei Padri della Chiesa – dall’aria di studioso che sa parlare, insegnare ma anche ascoltare e tacere, un uomo di cultura ben più strutturata del descamisado con il poncho.

Di più, nella tempesta scatenata da Francesco e dai suoi, picconatori di un edificio ecclesiale in crisi almeno dagli anni Sessanta del secolo passato, non potevamo aspettarci. Diventa surreale – un altro segno dei tempi, della “notte del mondo” evocata nella prima omelia – dover esultare perché il Papa era vestito da papa, con tanto di stola, mozzetta e croce lucente nel sole calante della sera romana. Tocca essere felici, addirittura commuoversi, come è capitato a chi scrive, vecchio cristiano bambino (non “adulto” come i progressisti in gara con l’eterno) perché il Papa ha pronunciato il nome di Dio e ha proclamato che Cristo è risorto, iniziando il suo saluto precisamente con la prima frase pronunciata da Gesù uscito dal sepolcro. Il papa parla di Dio e lascia intendere che la missione della chiesa è salvare le anime in vista di un destino atemporale. Ce ne eravamo dimenticati nei lunghi anni in cui abbiamo ascoltato pistolotti ecologisti ed immigrazionisti, in cui abbiamo assistito sgomenti alla sfilata di idoli animisti (Pachamama) e ci è stato detto che tutte le religioni sono equivalenti.

Il nuovo pontefice all’anagrafe si chiama Prevost e dalle nostre parti, in questo amatissimo pezzetto d’Italia, prevosto è sinonimo di parroco. Il nome come presagio. Il prevosto della nostra infanzia, che non andò in pensione tenendo duro sino a novanta e più anni, non mancava mai, in ogni predica, di rammentare il destino eterno dell’uomo e il giudizio finale. Da giovedì 8 maggio Prevost è diventato Leone XIV. Ovvio il richiamo a due grandi predecessori, Leone Magno che fermò Attila e per primo esibì una forma di potere temporale fondato su Dio nell’inverno dell’impero romano. E naturalmente Leone XIII, papa Pecci, il successore di Pio IX, il primo Papa non più re dopo oltre un millennio , autore di ben ottantaquattro encicliche, potente mente filosofica di impostazione tomista, autore della Rerum Novarum (1891) il documento che creò la Dottrina Sociale della Chiesa, robusto argine contro le ideologie materialiste della modernità, il comunismo e il liberalismo. Leone, un ulteriore segno, non casuale come il cognome di famiglia, una scelta che lenisce, se non le ferite di molti cattolici, almeno il dolore che le ha causate.

Sì, l’abbiamo scampata bella, poteva andare molto peggio. Non solo per noi, umili fedeli, ma per la barca di Pietro. Avevamo colto, con malcelata speranza, due segnali lanciati da prelati diversi per storia, età, origine, nei giorni precedenti il conclave. Il canadese Czerny ricordava che i cardinali erano chiamati a eleggere il successore di Pietro, non di Francesco. Rassicurante. Il vecchio Camillo Ruini, lucidissimo a dispetto dei 95 anni di età, ancora più tagliente, tenuto conto del felpato linguaggio curiale, invocava un papa “molto credente” che avesse a cuore la dottrina. Un messaggio per nulla criptico, che conferma la crisi di fede che scuote il cuore della cattolicità. Di contro, un esponente della neo-chiesa ha sbottato che “è più importante l’uomo della dottrina”. E Dio, il convitato di pietra? Confortante, nelle prime parole di Leone XIV, il richiamo alla pace, non a una pace qualunque, materiale, pur necessaria, ma alla pace di Dio. Ovvio che la differenza non sia stata colta dal coro mediatico. Ricentrare la chiesa su Dio e la fede sembra il segnale positivo.

Sin qui il sollievo e la speranza che Leone non sia Francesco. Resta la prudente attesa dei fatti e l’analisi mondana di quanto accaduto nelle sacre stanze. O meglio, di quanto è maturato negli ultimi mesi, da quando è apparso chiaro che la salute di Bergoglio volgeva al peggio, e poi nelle congregazioni dei cardinali – tutti, anche i non elettori – ai quali non sono certo state estranee le pressioni del mondo esterno e dei poteri politici.

La vecchia conventio ad excludendum rispetto all’elezione di un papa statunitense è stata superata – un muro abbattuto e un ponte costruito – e non è detto che sia un male. Certo, la chiesa è sempre meno romana, si allontana sempre più dai luoghi in cui è nata, si è radicata e si è fatta civiltà, impronta della storia e dell’identità. Ratzinger/Benedetto cercò senza successo di riportare il cristianesimo nella decrepita Europa. Tanto vecchia da non essere più cristiana, irriconoscibile nei valori e nei volti dei suoi abitanti. Vedremo come agirà Leone XIV rispetto a questa terra di missione disseccata, desertificata nello spirito, ammalata nel corpo e nell’anima. Tanto vecchia da non essere più nulla, postera ignara di se stessa, smemorata e indifferente.

Prevost è americano, per biografia ponte tra le due parti del continente plasmato nell’ultimo mezzo millennio dal cristianesimo introdotto dall’impresa di Colombo al servizio della Spagna da poco unificata. Non potrà esimersi dal prendere posizione sulle grandi questioni che agitano la sua terra di nascita a nord – e di elezione – a sud. Ancor meno potrà evitare la sfida del cristianesimo evangelico che erode costantemente la base popolare cattolica. Un ciclone che ha mezzi, entusiasmo, una dottrina duttile, facile da accogliere, una forza spirituale che risponde alle domande di senso messe da parte dalla cattolicità. L’esperto agostiniano ne è certamente conscio e poche cose, per il futuro della barca di Pietro, saranno più importanti dell’esito di questo confronto intracristiano nelle Americhe. Il cattolicesimo degli Usa, infine, è vivacissimo, benché fortemente diviso. Moltissimi giovani preti e non poche religiose sembrano riascoltare la voce della tradizione. La comunità cattolica statunitense è ricca di mezzi, il che non guasta, perché le casse vaticane sono vuote, e non saranno generici appelli alla povertà a rafforzare la chiesa. Conta spendere il denaro per le buone opere, per l’evangelizzazione e per sovvenire le esigenze di chi ha bisogno, ma è sempre meglio, in ogni impresa umana – anche la Chiesa lo è – essere forti anche economicamente.

Leone XIII introdusse una dottrina sociale di sorprendente attualità. E’ stata dimenticata, abbandonata, gettata nel solaio tra le cose vecchie. Se il nome è conseguenza delle cose, il Prevosto che ora è Leone potrebbe riprendere quella dottrina per ripresentarla al mondo come uno dei frutti più preziosi della riflessione della modernità. Vedremo altresì se vorrà essere Pietro o, in omaggio all’equivoca sinodalità – la chiesa che mette ai voti se stessa – soltanto il vescovo di una Roma non più caput mundi, residuale sede storica della cristianità. Che Gesù edificò su una pietra (il Papa) non sul suffragio universale. Presto capiremo come la pensa Leone XIV sui temi caldi del mondo post e anti cristiano: le teorie gender, l’omosessualismo, l’abortismo, l’eutanasia, lo scientismo, l’artificializzazione della vita sin dai fondamenti, per arrivare alla sfida antropologica (e ontologica) del transumanesimo, dell’Intelligenza Artificiale, dell’ibridazione dell’uomo con la macchina.

Sono temi ineludibili, sfide decisive non solo per l’uomo di quest’epoca storica, ma per la specie homo sapiens. Ossia, secondo il cristiano, l’essere fatto a immagine e somiglianza di Dio, creato “maschio e femmina” con destino eterno e, in Terra, con il comando di custodire il creato. Tremano i polsi pensando alla grandiosità del compito di colui che- comunque la pensiamo in termini di fede- è tra le autorità morali più importanti del mondo. Da credenti, gli chiediamo di riparare le enormi falle della barca di Pietro, di confermarci nella fede e restituirci una speranza non transitoria, non esclusivamente umana e terrena. Da uomini di questo tempo, di guidarci fuori dal deserto del cinismo etico ed economico, del tornaconto, della violenza contro il creato e contro l’uomo, dell’affidamento cieco alla tecnologia, della morte di Dio. Un compito da leone.

 

copertina: foto ANSA

17 Comments

  • Paola 13 Maggio 2025

    È tutto vero ciò che Lei scrive. Eppure, io che sono stata per quasi 12 anni una “oppositrice” senza requie di Francesco, sino all’ultimo, rivedendo, ma soprattutto vedendo per la prima volta, attentamente, discorsi, interviste, video vari etc..provo un doloroso senso di colpa, profondo, che non se ne va. E sento di dovergli chiedere perdono. Per non aver capito molte, moltissime cose.

  • Paola 13 Maggio 2025

    * vedendo e ascoltando

  • Paola 13 Maggio 2025

    Mi scuso per l’ennesimo disturbo.
    Consiglio, a chi lo volesse, di ascoltare su youtube l’omelia di Mons. Guido Marini, ora Vescovo di Tortona, nella Messa in Suffragio per Francesco. Figura rilevante (sicuramente non un “progressista”), discreto e sensibile, sia sotto il Pontificato di BXVI (lo si vede accanto a lui anche nel momento della rinuncia) che successivamente, sino al 2021, con Francesco.

  • Primula Nera 14 Maggio 2025

    Paola, mi dispiace, ma non sono d’accordo; è innegabile che in 12 anni di pontificato possa aver detto anche qualcosa di giusto o condivisibile ; tuttavia gli aspetti negativi sopravanzano nettamente quelli positivi, soprattutto(per quanto mi riguarda) l’appoggio alle lobbies immigrazioniste, costante e ossessivo, con tanto di viaggio a Lampedusa e continue intromissioni nelle decisioni della politica ; quella stessa politica che, non casualmente, ha definitivamente rinunciato a dare la minima parvenza di difesa dei confini dal 2013 in poi(disgraziatissimo anno che ha visto l’avvento di Bergoglio sul trono di Pietro). La maggiore insicurezza che attanaglia tanti cittadini italiani a causa di masse di sbandati e gang di seconda generazione malintegrate è (anche) figlia del suo(parlo sempre del signor Bergoglio)operato. Ovviamente rispetto la morte di tutti, mi dispiace sempre la fine di qualcuno (si dice che quando muore una persona svanisce un interto universo) ; però sarei ipocrita a dire che mi mancheranno le sue esternazioni, perché ha delle responsabilità storiche evidenti nell’aver spalleggiato forze immigrazioniste perniciose (parere mio)per il nostro Paese(e non solo…)…

  • Paola 14 Maggio 2025

    Primula Nera, è tutto vero ciò che dici. Tutto. Ma non riesco a soffocare il mio sentire, che ha stupito pure me. Riguarda l’uomo, i suoi lati celati, intimi, chiamali oscuri se vuoi, la sua storia personale. È stato sicuramente manovrato, anche se ciò non può costituire una giustificazione totale…il viaggio a Lampedusa fu un punto di non ritorno anche per me, concordo…da lì poi…stendiamo un velo. Ma c’è qualcosa dalla “rinuncia” di BXVI in poi che non mi torna, non mi torna…E ora mi muove a pietà. Gli errori, i grandi errori, le bizzarrie (eufemismo) resteranno. Ma c’è dell’altro. Mi è difficile da spiegare.

  • Paola 14 Maggio 2025

    …Non mi mancheranno le esternazioni…vorrei capire cosa è successo nel 2013. Quell’uomo, con tutti i suoi errori (tanti), per me è stato usato. Poteva rinunciare? Sì. O forse no. Perché? Che ruolo reale ha avuto/ha dovuto avere/gli è stato imposto di avere? Intendo proprio la carica…BXVI, che amavo moltissimo, con la sua “rinuncia per l’avanzare dell’età etc” (????? è vissuto ancora a lungo poi, con mente lucida…come Papa Emerito…una situazione unica e anomala) ci ha lasciato molte domande senza risposta e una situazione ambigua, dolorosamente ambigua. Questo è innegabile. Non ho mai voluto ammetterlo neanche a me stessa sinora.

  • Paola 14 Maggio 2025

    Qualche anno fa lessi il pensiero di G. Agamben sui fatti del 2013. Mi convinse. Ora non più.

  • Paola 14 Maggio 2025

    E concludo.
    Quell’uscita a San Pietro in poncho o coperta e maglietta da casa di riposo, che neanche mio nonno buonanima …traumatizzante, desacralizzante. Ma se l’ha voluta ostinatamente lui (in quelle condizioni si impuntava? Boh, è possibile), cosa voleva comunicarci? Se l’hanno portato fuori così suo malgrado, cosa volevano comunicarci, umiliandolo, fra l’altro?

  • Primula Nera 14 Maggio 2025

    Purtroppo molte domande ( non solo su Bergoglio, ma anche su tanti altri eventi a noi contemporanei), non potranno trovare mai risposte certe, non abbiamo tutti gli strumenti necessari per poterlo fare ; quello che ci rimane come possibilità è provare a inferire sui fatti che abbiamo davanti, per prima cosa chiedendoci chi possa trarre vantaggi da determinate situazioni, ma certezze assolute non potremo averne, solo interpretazioni(basti vedere a grandi eventi del secolo scorso su cui si dibatte ancora con tesi spesso contraddittorie, e lo fanno storici di professione). L’impressione che determinate lobbies (ma soprattutto uomini legati ad esse, in Vaticano) abbiano saputo influenzare il personaggio(ossessionato dall’idea di voler apparire “umile”, fino ad arrivare all’aperta ostentazione), sicuramente partendo anche da alcune convinzioni già presenti in Bergoglio(anche se in passato condannò la Teologia della liberazione…) è un’ idea tutt’altro che campata in aria. Un’ umiltà e bontà esibita unita ad una volontà di apparire mediatico che forse ha avuto anch’essa un peso nella sua compiacenza verso tematiche progressiste come immigrazione, ambientalismo, tematiche lgbtq (verso queste ultime ha dovuto però fare una vistosa marcia indietro visto le veementi proteste soprattutto dei vescovi africani e la rottura dei cristiano-ortodossi) e che gli aveva assicurato anche le lodi del potentissimo carrozzone mediatico progressista . Tuttavia questa “bontà” d’animo non ha trovato riscontro nella gestione del suo potere in Vaticano ,dove ha usato il pugno duro con gli oppositori( Burke ha perso appartamento e stipendio, Viganò è stato scomunicato, etc) e dove ha piazzato nel Conclave uomini suoi fedelissimi(da politicante furbo e navigato), parliamo di 108 cardinali su 135 nominati da lui…Insomma posto che un papa sia sempre un re, diciamo che mi ha dato più l’impressione di un tiranno piuttosto che di un sovrano illuminato.
    Che con lui fosse iniziato un processo di desacralizzazione della Chiesa mi appare evidente ; l’episodio del “poncho” mascherato sotto la solita dicitura “umiltà” è in linea con la tendenza del suo pontificato ; ma anche qui ,scelta consapevole o abile manipolazione da parte di “menti raffinatissime”…?

    • Paola 14 Maggio 2025

      Grazie per avermi risposto. È vero, lo so. Il suo passato in Argentina…
      (tra Teologia della Liberazione e un atteggiamento “ambiguo” in merito all’arresto di alcuni gesuiti sotto Videla)…infatti non vi tornò mai, e non vide più neppure la sorella, unica rimasta…il carattere collerico, tirannico, vendicativo (ricordo la “sparizione”di un notIssimo vaticanista rai dopo aver criticato una sua enciclica…e Burke, vero, (non cito Viganò perché non mi convince più, anzi) e tanto altro. Lo so. Ma ciononostante provo una pietà postuma. No pietà è improprio, è quel sentimento strano che non riesco a far tacere L’ossessivo “pregate per me” ripetuto dal primo giorno per 12 anni, l’ossessivo “dovrei esserci io al posto loro” rivolto ai carcerati…sembrava parlare una parte di sé che volesse rivelare l’altra, quella “oscura”, forse più fragile e sincera. In fondo anche il suo cv iniziale…operaio in una fabbrica di calzini, buttafuori in una discoteca malfamata, studi iniziali da perito chimico…non un inizio di cursus honorum glorioso per il soglio pontificio…pare che da giovane fosse anche seguito da uno psichiatra, pare. Che dire? Resta comunque l’amaro in bocca, il dispiacere profondo misto alla rabbia di non poter sapere, né capire. Tante cose.
      In ogni caso grazie di nuovo per i tuoi commenti, sempre graditi.

      • Primula nera 14 Maggio 2025

        Il tuo commento mi sembra condivisibile e profondo ; forse dell’uomo(più che del papa) Bergoglio si saprà di più (non tutto)quando il personaggio verrà storicizzato, gli eventi che lo riguardano sono a noi troppo vicini per vedere tutta la sua vicenda nella giusta prospettiva .
        Grazie. Un saluto

      • Paola 15 Maggio 2025

        Errata corrige: il vaticanista aveva criticato una esortazione apostolica, non una enciclica. Mi scuso.

  • Paola 14 Maggio 2025

    * nel mio incipit intendevo “È TUTTO vero” ciò che dici…poi mi sono soffermata principalmente sull’ Argentina.

  • Paola 14 Maggio 2025

    Sì, hai colto perfettamente. L’uomo. È per l’uomo che provo quel sentimento doloroso. Il punto è che non si riesce a scinderlo dal suo ruolo. Almeno non ora, come correttamente osservi. Forse in futuro, parzialmente. Forse.
    Grazie a te, di nuovo

  • Paola 15 Maggio 2025

    C’è una sorta di schema perfidamente hegeliano forma-sostanza più doppio schock negli ultimi 3 pontificati (sì, soffro di insonnia…).Da BXVI (che spiazza con la rinuncia) a Francesco (che spiazza e basta) Dal camauro al poncho ex abrupto. Poi facciamoli (momentaneamente?) riprendere con Leone XIV: apparentemente la sintesi. Apparentemente. Personalmente non provo assolutamente nulla. Né di positivo, né di negativo. Forse volevano arrivare a questo.

  • Paola 15 Maggio 2025

    * SHOCK (l’insonnia dà i suoi frutti mattutini).

  • Paola 15 Maggio 2025

    ** ovviamente “ex abrupto” è una estremizzazione, o come la vogliate chiamare. ‘Notte.

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