Dopo La Folgore di Apollo. Scritti sull’opera di Julius Evola, pubblicato nel 2015 per Cantagalli, una nuova edizione de Il volto di Dioniso. Filosofia e arte in Julius Evola di Roberto Melchionda arricchisce il patrimonio di idee che ruotano attorno al pensiero magistrale di Julius Evola. Grazie al fratello Mauro, che ha messo a disposizione della Fondazione Evola (a cura di Scarabelli/Sessa) il materiale dell’archivio, quest’opera ampliata, con le parti precedentemente omesse, e arricchita dalle prefazioni e postfazioni di Giovanni Damiano e del filosofo Massimo Donà, si inserisce in un contesto di riflessione profonda sulla filosofia pura, ponendo l’attenzione sull’evoluzione del pensiero di Evola, con particolare riferimento alla sua gioventù, quando si trovava a confrontarsi con l’espressionismo dadaista e l’idealismo. L’opera di Melchionda si distingue per la sua capacità di entrare nel cuore di un pensiero filosofico che non si limita alla speculazione intellettualistica, ma che prende vita nell’azione, nell’individuo e nella sua potenza trasformativa.
Il filosofo romano, secondo Melchionda, si confronta con il grande dibattito tra forma e sostanza, tra pensiero e azione, tra teoria e prassi, che attraversa tutta la sua riflessione. Questo non è un gioco teorico, ma una questione che riguarda l’individuo e la sua lotta contro le catene dell’impotenza, verso un “Io assoluto” che non è mai soggetto a errore, poiché ogni errore sarebbe ridotto a una semplice “verità impotente“. Evola, in effetti, rifiuta la visione convenzionale dell’individuo come qualcosa di definito e determinato, per proporre piuttosto un’idea di libertà che è sempre e comunque soggetta a una continua trasformazione, imprevedibile e assolutamente arbitraria, ma sempre assoluta.
Melchionda, con la sua acuta intuizione, riesce a decifrare l’essenza di quest’Io, che non è mai ridotto alla mera rappresentazione o all’illusione di una libertà senza fondamento. L’Io di Evola è l’espressione di una volontà che, nel rifiutare ogni forma di impotenza, si fa potere e destino. Questo “Io assoluto” è il cuore pulsante della sua filosofia e rappresenta la sintesi di un individualismo che si oppone al collettivismo, alla massa incapacitante che annulla la forza creativa dell’individuo. Evola, quindi, suggerisce un superamento della collettività che omogeneizza e ingabbia l’individuo, un recupero della potenza dell’io che si fa trascendente, anche sul piano spirituale, in una dimensione di sacralità interiore.
L’opera di Melchionda è un viaggio che non solo esplora la filosofia evoliana ma ne svela anche l’attualità, poiché l’individuo, se inteso come azione del suo destino e potenza del suo spirito, è capace di rispondere alla crisi della società moderna. Una società che, sempre più distante dal centro spirituale personale e comunitario, è stata plasmata dalla logica materialistica del consumo e della produzione industriale di beni effimeri. Evola, nel suo pensiero, ci offre una proposta radicale per il risveglio di una potenza individuale che trasformi non solo l’uomo, ma anche la società stessa.
In questo contesto, Il volto di Dioniso si conferma una lettura imprescindibile per comprendere non solo il pensiero di Evola, ma anche per aprire una riflessione critica sulle possibilità di riappropriazione della libertà autentica da parte dell’individuo. Melchionda riesce a far emergere il valore assoluto dell’individualità che Evola celebra come una forza capace di attraversare e trasfigurare la realtà, opponendosi alla logica uniformante del materialismo moderno e riscoprendo la centralità dell’essere umano nella sua totalità, libero e trascendente.
Dice bene Massimo Donà nella sua postfazione che la lettura coerentista di Evola offertaci in questo magistrale lavoro di Melchionda ci consente di comprendere quello che per il Barone era il “valore” assoluto dell’Individualità, di comprenderlo in relazione a tutti i suoi illuminanti paradossi; e di capire come proprio in ciò consistesse forse il guadagno più importante conseguito dalla speculazione di un filosofo riluttante a farsi assegnare un ruolo all’interno di una Tradizione che quasi mai era stata capace di corrispondere al reale ‘valore’ dell’individualità. Con questa chiosa, Melchionda non solo rende giustizia al pensiero di Evola, ma lo restituisce al lettore come una filosofia vivente, capace di far riflettere sull’importanza dell’individuo in un mondo che troppo spesso tende a omologarlo.
Eugenio Barraco