11 Dicembre 2024
Attualità Sovranità

Il raglio dell’asino – Enrico Marino

“Stavolta sarà difficile chiamare in causa «i tecnocrati» di Bruxelles o di Strasburgo. Il voto col quale ieri è stato dato l’altolà al premier ungherese Viktor Orbán sui diritti umani e ai «poteri forti» di Internet sul copyright, proviene dal Parlamento europeo eletto dai popoli del Vecchio continente. Mostra un’Unione finora sulla difensiva, decisa a riprendere voce e a rivendicare i propri valori contro la violazione dello Stato di diritto.”.

Così gongolava Massimo Franco sul Corriere del 13 settembre. E continuava affermando che quel voto rappresentava un primo segnale di cambiamento e la reazione d’orgoglio dell’Europa, una sfida ferma all’estremismo nazionalista e alla nebulosa populista.

La decisione europea su Orbàn ha, inoltre, coinciso con l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, prima delle elezioni europee in programma a maggio 2019. Junker ha riproposto con la consueta approssimazione le stantie e retoriche tematiche sull’accoglienza, indicandola come un discrimine tra un “patriottismo che non si scaglia contro gli altri” e un “nazionalismo esagerato che respinge e detesta gli altri, che respinge e distrugge e cerca colpevoli invece di cercare soluzioni che ci permettano di vivere meglio insieme.”.

S’è visto, nei fatti, come questo presunto “patriottismo” alla Junker (ovvero alla Merkel o alla Macron) abbia ridotto l’Europa e, in particolare, l’Italia divenuta un grande centro di raccolta per tutti i clandestini che gli “accoglienti europei” hanno respinto alle frontiere, abolendo Schengen e blindando i loro Paesi; s’è visto il disinteresse degli Stati membri della UE nell’organizzare politiche comuni di contenimento dei flussi e di aiuti all’Africa; s’è vista la loro determinazione a non modificare la normativa del trattato di Dublino; s’è vista l’interpretazione europea del concetto di “solidarietà”, consistente nel concedere flessibilità sul piano economico all’Italia in cambio del nostro impegno ad accogliere tutti gli immigrati (in questo, per la verità, sollecitata dagli irresponsabili della sinistra con in testa Renzi e la Bonino).

In realtà, la votazione su Orbàn appare per un verso gravemente inquinata e ipocrita, al punto che lo stesso Capogruppo del PPE, il tedesco Manfred Weber che peraltro ha votato contro Orbàn, ha definito “pessimo” il rapporto che ha originato il giudizio europeo. Inoltre, come molti sostengono, essa segna l’inizio della campagna per le Europee del maggio prossimo, che avrà l’immigrazione tra i suoi temi centrali, per cui il voto espresso nei confronti di Orbán è un messaggio inequivocabile mandato anche ad alcuni popolari europei, e non solo, per prevenire simili tentazioni. Non a caso, il Parlamento di Strasburgo si è mosso dopo i risultati delle elezioni di domenica in Svezia, dove i Democratici Svedesi, critici verso le politiche europee sull’immigrazione, hanno colto una affermazione non trascurabile seppure leggermente inferiore alle attese.

Pertanto, in questa ansiosa vigilia elettorale, nella durezza del giudizio europeo si manifesta l’istinto di sopravvivenza delle tradizionali forze reazionarie largamente presenti nel Parlamento, un sussulto rabbioso che si sposa con gli interventi a gamba tesa, contro l’Italia, del commissario dell’Ue agli Affari economici Pierre Moscovici e della socialcomunista Michelle Bachelet, Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, che vuole verificare come sta cambiando il nostro trattamento di migranti e rom.

Con ciò, si mostra chiaramente il livoroso accanimento, oltre alla pervasiva presenza in ogni organismo internazionale, di elementi appartenenti alla sinistra e al fronte globalista dell’immigrazione e della destabilizzazione dell’Europa.

Peraltro, la repressione del dissenso e delle posizioni dissonanti sulla immigrazione non vanno tanto considerate come una manifestazione di autorevolezza, quanto come un estremo e disperato tentativo di arginare quella reazione dei popoli europei nei confronti delle politiche di spoliazione e snazionalizzazione troppo a lungo subite.

Segnala più la preoccupazione e la debolezza dei circoli mondialisti che non la loro ritrovata forza.

La stampa e i media mainstream che parlano di “sconfitta dei populisti” fingono di ignorare che non si governa l’Europa contro le volontà dei popoli europei e contro i loro rappresentanti democraticamente eletti, ma occorre soprattutto cancellare il senso di abbandono e di ingiustizia percepito da settori crescenti dell’opinione pubblica.

Chi denuncia ipocritamente che su questo malessere i populisti vivono di rendita e proliferano, omette di spiegare però che i populisti non sono la causa del malessere che è frutto, invece, di decenni di governi mondialisti e di sinistra che hanno colonizzato le istituzioni europee, devastato le società del continente, imposto assurdi regimi di austerità, aperto le frontiere a una immigrazione incontrollata e operato per la perdita di ogni identità culturale, politica e religiosa dell’Europa.

Anche chi riconosce il degrado delle istituzioni europee e la percezione popolare della loro estraneità, invece di denunciarne le vere cause e indicare le reali responsabilità, lancia pretestuosi allarmi contro un fasullo pericolo fascista e razzista, costruito a tavolino dalla propaganda dell’establishment.

Invece, i veri nemici dell’Europa sono coloro che ne hanno stravolto le tradizioni, la missione e la coscienza collettiva di comunità di popoli, di stirpe e di cultura, proiettata a operare sulla scena internazionale senza soggiacere a ricatti esterni, economici, politici o militari e a preservarsi da inquinamenti e contaminazioni di ogni genere.

I veri nemici dell’Europa sono coloro che, dietro un falso umanitarismo, celano progetti di meticciato, disgregazione delle Nazioni, assoggettamento dei popoli e desertificazione sociale, per lasciare campo libero alla sopraffazione finanziaria, allo sfruttamento e all’usura.

Ma non sarà il pletorico voto di un Parlamento in scadenza e ormai sfiduciato nella coscienza dei popoli a fermare il cambiamento preteso dagli europei. Non siamo di fronte al canto del cigno di una orgogliosa assemblea democratica, ma assistiamo piuttosto al raglio dell’asino di una ammucchiata partitocratica screditata e superata.

Enrico Marino

2 Comments

  • Ezechiele Lavera 15 Settembre 2018

    “I veri nemico sono… “Chi ??? E’ imbarazzante leggere questi articoli ,questi giornalisti sono dei giocolieri fuambolici di parole danno l’dea di essere come tanti mosconi che ci girano intorno non vanno mai al dunque ,CHI sarebbero questi nemici occulti che non nominano mai ? Lo Dico io visto che che per loro e’ un Tabu LA parola fa tremare l’ indince sul computer anche ai piu temerari : sono gli EBREI !!! Padroni di tutto banche Hollywood TV quotidiani tecnologia tutto !! Chi se ne accorse fece sempre una brutta brutta fine ,meglio rimanere sul vago tanto il popolino cosi com’e’ instupidito e frastornato dalla propaganda ebrea non Vede l’ora di accucciarsi

  • Stefano Clouder 21 Settembre 2018

    Basta trovare un oretta di tempo e digitare” aaargh Italia ” leggere” LA scuola dei cadaveri ” PDF di Celine altrimenti non capirete mai chi sono i manovratori occulti di cui parla Marino, il reclutamento di Tutti sti blogger all’acqua di rose come Marino Pecchioli ecc e’ incessante fa comodo e’ tutto brodo grasso per l’Epulone Giudeo Padrone di tutto banche holliwood media giornali ecc I blogger e I siti sono messi li apposta per stordirvi per farvi strippare per farvi perdere in un labirinto di teorie quando Basta guardare I Nomi ,a proposito e’ morta LA povera Inge shontal LA nobildonna padrona Della Feltinelli , anche lei stranamente Della stessa tribu di DeBenedetti Mieli Mentana Cairo Lerner Saviano Augias ecc ecc

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