9 Marzo 2025
Cultura

Gli incurabili logici – Renato Padoan

Il presente dibattito politico italico [1] quale si assiste alla televisione e nella stampa e alla radio è del tipo o genere caffellatte o testa-croce?

L’apparenza è quella di due tesi inconfrontabili, di una discrasia assoluta tra buoni e cattivi.

I cattivi sono quelli che stanno al governo ed i buoni quelli che ne stanno fuori.

I cattivi assomigliano per il fatto di essere neri al caffè e i buoni al latte bianco puro e scremato.

Tra i governatori e i non governatori eletti  c’è un fuori-dentro il governo e come per il fuori-dentro l’opposizione è di contraddizione. Non si può essere dei chiappa-scissa e non si può stare dentro e fuori, o si è dentro o si è fuori.

Questa è però l’apparenza.

Nessuna conciliabilità vera fintantoché non interverrà l’arbitro pacificatore da ambedue votato per il mandato secondo  cioè il presidente Mattarella che imporrà al dissidio del puro caffè con il puro latte, al testa-croce agente una giusta miscela di sapori.

A me è capitato e capita tuttora di commuovermi e piangere con lacrime vere stillate con certi film fatti bene. Mi commuovo e piango per la morte di qualcuno senza pensare in quel momento che si trattava di un attore o di un attrice o di un bimbo che interpretata la parte sarà stato ricompensato di un meritato guadagno. E’ così per quello che Berlusconi chiamava il teatrino della politica. E’ questo un male? No non lo è! Questo è un gioco, il gioco della politica italiana da tanto tempo oramai.

Da quanto tempo?

Dal tempo in cui gli italiani si ammazzarono veramente tra di loro con l’ausilio dei bombardamenti alleati ed il sostegno sovietico da una parte e la coerente ferocia nazista dall’altra.

Adesso è completamente diverso.

La diversità attuale è però una soluzione intermedia tra caffellatte e testa-croce nel senso che è un caffellatte che si finge testa-croce.

La condizione presente è quella dell’affronto dei buoni contro i cattivi. Dove sta quella che non si può che definire se non fosse recitata da attori più o meno bravi l’incongruenza?

L’incongruenza sta nel fatto che l’opposizione dei buoni verso i cattivi viene presentata come un testa-croce mentre è del genere caffellatte.

E’ questo un inganno perpetrato dai politici nei nostri confronti?

No non lo è.

E’ invece un’ingenuità in parte di noi spettatori che siamo insipienti delle regole della logica e ci facciamo commuovere.

La logica non ammette discussioni siccome non si discute il fatto che 2+2=4.

L’opposizione dei buoni con i cattivi non è come quella dei buoni contro i non-buoni o dei cattivi contro i non-cattivi.

Se i buoni si confrontano con i non-buoni è come giocare a testa-croce.

Non è possibile infatti che un buono sia anche non-buono.

O si è buoni o non si è buoni. Idem per i cattivi.

Un cattivo non può essere non-cattivo

C’è un film che tanto piaceva ad una persona che mi va di ricordare e rimpiangere e cioè il primo marito di mia sorella un uomo per taluni aspetti appartenente a quel che si chiama il mondo di mezzo, cioè persona colta ma non fortunata per il lignaggio, che in qualche modo aveva rapporti con altri individui altrettanto nobili come lui ma invischiati in attività non del tutto pulite. Questo film è un film di Bunuel che s’intitola Viridiana, quasi blasfemo, in cui una giovane vergine donna una Madonna insomma pietosa celebra alla fine un’ultima cena circondata da reietti minimamente purificati dal caso.

Mio cognato diceva che questo film è prezioso perché insegna a odiare i poveri e i miserabili.

Mi è capitato non una sola volta di soggiornare in un ospedale e posso testimoniare con quegli infermieri che mi assistevano che i peggiori pazienti ed i più pretenziosi sono i poveracci o gli arricchiti gli ex poveri diventati ricchi.

La retorica dei poveri buoni non tiene conto del caffellatte  e cioè che la mistura di bontà e cattiveria perfidia può variare nell’individuo senza peraltro che diventi totalmente cattivo o totalmente buono, fetente o profumato di santità.

La retorica del presente cui siamo sottoposti da una propaganda ideologica incessante per semplificare questa dimostrazione è quella che riduce il caffellatte a puro caffè o puro latte, ma questo è un  altro gioco e si chiama testa-croce. Ciascuno di noi è un mix di quantità diverse di bontà e perfidia cattiveria a seconda delle circostanze. Non esiste né governo vero né opposizione vera ma soltanto il gioco delle parti in commedia in cui di volta in volta si assume la maschera del cattivo o del buono, del furbo o dello sciocco, di Pulcinella napoletano e Pantalone veneto,  Stenterello toscano e Gianduia piemontese e così via fino alle prossime elezioni. Al progetto corporativo si è sostituito quello ideologico teatrale ma come disse in una nota trasmissione Arbore la musica cambia ma i suonatori sono sempre quelli anche quando dovevano durare una sola legislatura.

A testa-croce giocarono sul serio e con buona ragione sia i bolscevichi  comunisti che i nazisti.

I nazisti divisero in due l’umanità con nettezza mettendo dentro i campi di concentramento, sfruttamento e distruzione i non-nazisti cioè gli impuri. non ariani così come addirittura con maggior ragione, semmai la ragione fosse misurabile, i comunisti internarono nel cuore della Siberia i non-comunisti cioè coloro che si rifiutavano di accedere alla promessa di un mondo di eguali senza più distinzione di classe.

Anche gli Americani sperimentarono due bombe atomiche sui giapponesi senza chiedersi se fossero buoni o cattivi o misti e pertanto giocarono a testa-croce e non a caffellatte. Eppure quando intrapresero la guerra vigeva in taluni dei loro stati la discriminazione tra il latte bianco e il caffè nero.

Quelli di adesso fingono la contraddizione cioè di giocare a testa-croce cioè buoni contro cattivi come se i buoni, i completamente buoni esistessero e fossero facilmente identificabili e distinguibili dai tutto cattivi.

Chi come il sottoscritto ha avuto a che fare per l’istruzione con molte persone delle diverse età può testimoniare che la sola giustizia che si può compiere è quella di educare i male-educati  come guarire quei malati che sono curabili.

Non è facile curare gl’ incurabili.

Oggi a Venezia l’Accademia delle Belle Arti ha la sua sede in un cospicuo edificio articolato con un grande chiostro, che era per l’appunto un ospedale per malati terminali, i quali per la più parte sono alla vigilia del trapasso miti e rassegnati e non violenti come quelli che disonorano la nostra pazienza civile nei pronto soccorsi o che non si rassegnano alla morte perché come diceva un medico intervistato si va in ospedale perché si sta male ma mai con la certezza di guarire ed uscirne vivi dacché nemmeno il Dio creatore è stato capace di fare tanto o non l’ha semplicemente voluto. Questo ospedale si trova alle Zattere che è una lunga fondamenta cui giungevano le zattere col legname del Cadore la quale si allunga verso sud-ovest difronte alla Giudecca, che è un continuo di grosse isole saldate insieme delimitanti quel canale che conduce al porto violato dalle grandi navi turistiche. Questo tratto di fondamenta si chiama degli Fondamenta degli Incurabili come si chiamò l’ospedale che ora è sede dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia in cui già insegnai.

Renato Padoan

08/02/25

[1]    Preferisco usare l’aggettivo italico piuttosto che italiano od italiota. Dire presentemente chi sono gli italiani diverrà più difficile che non nel passato dove già lo era. Quello che abita e si riproduce nella penisola è oramai un melting pot e lo diverrà sempre più in brevissimo tempo per rispetto all’evolversi del passato recente o meno.

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