18 Luglio 2024
Fumetto d'Autore

Fumetto & Fascismo – Venti di Guerra! (Le avventure di Romano, 5^ parte – “Per l’Italia”) – Francesco G. Manetti

Pur essendo un fumetto, quello di Romano, pregno di aspetti militari, combattentistici e bellici (non a caso la prima parte era ambientata all’epoca dell’intervento legionario in Spagna), finora la Guerra con la “G” maiuscola non era ancora arrivata, per ovvie questioni cronologiche. In realtà le ultime tre puntate dell’avventura precedente, Il nemico invisibile, pubblicate il 15, il 22 e il 29 giugno 1940, dovrebbero a rigor di logica rientrare nel periodo dell’impegno italiano, visto che erano uscite dopo il 10 giugno. Ma Kurt Caesar aveva sicuramente scritto e impostato per intero la storia prima della Dichiarazione di Guerra e dunque le tre tavole finali scorrevano lisce come se niente fosse accaduto. Con il nuovo episodio non si poteva più far finta di niente, dato che Per l’Italia uscì sul “Vittorioso” (anno IV) dal n. 27 del 6 luglio al n. 42 del 19 ottobre 1940 (anno XVIII E.F.) per un totale di 16 puntate. Comunque sia la didascalia che introduce il nuovo episodio doveva servire anche a togliere ogni dubbio residuo ai lettori sul fatto che, nelle settimane appena trascorse, non si era ancora fatta menzione dell’importante momento storico. Grazie a quelle poche righe si lasciava intendere che tra la fine della storia precedente e l’inizio di quella nuova era trascorso un bel po’ di tempo nell’universo narrativo dove vive Romano. E infatti leggiamo:

Prima puntata di “Per l’Italia”, 6 luglio 1940. Notare il Savoia Marchetti SM.83 e gli Spitfire inglesi

Conclusasi felicemente l’avventura con “il nemico invisibile”, Romano può realizzare il suo sogno: sposare Isa Negrini. Bino e Nino hanno lasciato i novelli sposi ed hanno raggiunto l’Italia servendosi delle comunicazioni aeree della L.A.T.I. (Linee Aeree Transcontinentali Italiane). Romano ed Isa trascorrono ore di piena felicità allorché, durante il loro viaggio di nozze, sentono trasmessa dalla radio la voce del Duce che annunzia al mondo la Dichiarazione di Guerra dell’Italia alla Francia ed all’Inghilterra. Elettrizzato dalla notizia, Romano, vecchio Legionario di Spagna, decide di raggiungere la Patria lontana e di combattere per la sua vittoria.

Da un punto di vista tecnico per la nuova storia si segnala la mancanza dei tradizionali “titolini” di puntata; a partire dalla seconda uscita c’è il riassuntino della puntata precedente; bella la resa grafica del titolo dell’episodio, con carattere “di scatola” nero sullo sfondo tricolore, affiancato a sinistra dai tre Fasci Littori neri alari della Regia Aeronautica e a destra, sempre in nero, dal “nodo d’amore”, parte dello stemma araldico della casa regnante dei Savoia; attornia il nodo la scritta Cineromanzo di Caesar; si fa purtroppo notare la rinuncia al lettering manuale per i balloon e le didascalie in favore dei caratteri di stampa – sicuramente anonimi e freddi, che non tolgono però nulla al fascino del disegno; continua la scelta del “Vittorioso” di mettere Romano in prima pagina, ovvero in copertina, con l’ottima quadricromia del tempo.

L’episodio ha un andamento oltremodo frenetico e la trama è molto semplice, anche perché Kurt Caesar vuole lasciare ancor più che in passato spazio alla resa grafica dei combattimenti, soprattutto aerei, puntando sul consueto realismo nel raffigurare mezzi militari, armamenti e divise: gli Italiani, fra i quali spiccano Romano e i suoi amici, devono conquistare e poi difendere dalla vendetta nemica un fortino inglese di grande importanza strategica posto al confine fra la Cirenaica libica e l’Egitto. Vediamo dunque, tavola per tavola e in maniera ragionata, cosa accade!

Un Savoia Marchetti SM.83

Prima puntata, 6 luglio 1940

Romano, per tornare in Italia, vola con Isa a bordo di un trimotore della LATI, un nuovissimo Savoia Marchetti SM.83: la compagnia aerea era di recente fondazione, avendo effettuato solo nel dicembre 1939 il suo volo inaugurale, ed era nata proprio per garantire i collegamenti con il Sud America; anche da ciò è facile intuire che i due sposini stavano effettuando il loro viaggio di nozze nelle terre d’oltreoceano dove erano stati testimoni di prodigiose vicende nell’avventura precedente.

I Supermarine Spitfire inglesi in formazione di volo

La consueta densità di avvenimenti in poche vignette (un’esigenza dettata dal fatto di dover sempre tener vivo l’interesse del lettore che poteva leggere solo una tavola alla settimana) vede il velivolo di Romano subito mitragliato dai celeberrimi Supermarine Spitfire inglesi, caccia di relativamente nuova concezione, ad ala bassa (e infatti quelli che appaiono dovrebbero essere quelli di primissima generazione, gli MK.I, visto che gli MK.II furono prodotti solo a partire dal giugno 1940, a meno che Caesar, sempre a… caccia di prototipi per i suoi disegni non avesse deciso di rappresentare proprio quelli). Mentre Romano precipita, colpito al serbatoio, nel mare sottostante (il Mediterraneo) una portaerei nemica viene affondata da un sottomarino italiano. Difficile capire quale portaerei sia… Potrebbe essere la HMS Eagle, visti gli Spitfire nei pressi (che dovrebbero dunque essere la versione modificata per il trasporto su nave, i Seafire…), una aircraft carrier britannica che nel luglio 1940 attaccò, con i suoi aerei, le coste italiane libiche, calabresi e siciliane, proprio nei giorni in cui usciva la prima puntata di Per l’Italia. Caesar sembra proprio aver previsto gli eventi, ma al contrario, con gli Italiani che affondano la nave inglese!

Seconda puntata, 13 luglio 1940

Ascari libici in Tripolitania

Puntata al cardiopalma: Romano e Isa, appena ammarati, hanno pochi minuti per abbandonare il SM.83 prima che coli a picco. Con un canotto di salvataggio vogano veloci verso il sottomarino, riemerso per salvarli, ma esposto al fuoco degli Spitfire (o Seafire). L’addetto alla mitragliatrice sulla torretta viene ferito e Romano prende il suo posto, sparando raffiche mortali contro i caccia di Sua Maestà.

Terza puntata, 20 luglio 1940

Il sottomarino con a bordo Romano e Isa non fa in tempo ad andare in profondità che già viene attaccato, da un aerosilurante nemico. Difficile capire di quale aereo si tratti. Come altri hanno notato potrebbe essere frutto della fantasia di Kurt, visto che somiglia moltissimo a un RE.2000 (che vedremo nella IV puntata) al quale sono stati aggiunti due “scarponi” da ammaraggio; potrebbe essere però ispirato al caccia americano Seversky P35, al quale i progettisti italiani in parte si rifecero per il RE.2000. Nelle ultime tre vignette della tavola l’azione si sposta in Cirenaica, al confine con l’Egitto. Interessante sottolineare che tre settimane prima rispetto all’uscita di questa pun

Un carrarmato M3 americano in Nord-Africa

tata, proprio in Libia, e più precisamente a Tobruk, era precipitato il Governatore Italo Balbo, rinomato pilota italiano e uno dei massimi esponenti del Fascismo, andando incontro alla morte… Ritroviamo adesso Bino, amico di Romano, col grado tenente. Con i

“Per l’Italia”, 4a puntata, 27 luglio 1940. Il decollo del “Falco”.

suoi ascari Spahis (ovvero le truppe coloniali libiche poste sotto il comando italiano) Bino deve respingere l’attacco di un carrarmato leggero inglese, un M3 “Stuart” di produzione americana, che sarebbe entrato in servizio solo l’anno successivo, come evoluzione dello M2 (che era però diverso, soprattutto nella torretta): anche qui Caesar gioca d’anticipo, rappresentando un prototipo. Potrebbe essere essere anche un MKII “Matilda” che gli Inglesi avevano in Nord-Africa già nel 1940.

Quarta puntata – 27 luglio 1940

Dopo aver rovesciato a mani nude il primo carrarmato nemico, per soccorrere i Nostri decollano alcuni RE.2000, ovvero esemplari del Reggiane – RE.2000 “Falco” prodotto a partire dal 1938 dalle Officine Meccaniche Reggiane (Caproni); notare che Caesar lo ribattezza erroneamente RO.2000 in ogni parte nel testo; ma forse fu colpa della composizione tipografica, come errata trascrizione del dattiloscritto o del manoscritto dell’autore. Romano, dopo essere sbarcato a Porto Bardia con la moglie Isa (subito arruolata nelle crocerossine), si unisce ai combattimenti aerei nel deserto, facendo saltare in aria praticamente tutti i cingolati del Regno Unito. La fortezza libica di Bardia è proprio al confine con l’Egitto: sarebbe caduta nel 1941.

Progetto del Reggiane RE.2000 “Falco” (erroneamente ribattezzato “RO.2000” nella storia)

Quinta puntata – 3 agosto 1940

Tavola ambientata interamente in aria, con immaginifici combattimenti aerei. Entrano in scena – accodandosi al RE.2

Un Vickers Wellesley britannico in volo

000 di Negrini – tre Vickers Wellesley britannici, agili bombardieri che furono utilizzati dalla RAF soprattutto sullo scacchiere africano. Ovviamente non resistono alle smitragliate di Romano, intervenuto per salvare l’amico: due precipitano.

Sesta puntata – 10 agosto 1940

Il “Falco” di Negrini viene abbattuto dal terzo Vickers, poi colpito fatalmente da Romano. A terra Negrini rischia di essere catturato dagli Inglesi, che intervengono con truppe cammellate arabe e con alcuni feroci Sikh in turbante rosso. Romano spazza via gli intrusi, atterra nella sabbia, e carica al sicuro a bordo l’amico. Gli Indiani facevano parte del British Indian Army, esercito coloniale posto sotto il comando di ufficiali bianchi della Corona britannica: furono usati stabilmente durante tutta la campagna d’Africa.

La sesta puntata dell’episodio, 10 agosto 1940. I Sikh anglo-britannici all’attacco!
Savoia Marchetti SM.82 “Marsupiale”, adibito al trasporto paracadutisti

Settima puntata – 17 agosto 1940

In un continuo susseguirsi di azioni belliche al cardiopalma vediamo che Romano sorvola i Sikh a un pelo dai loro turbanti mentre una colonna motorizzata inglese viene intercettata da uno stormo di “Savoia-Marchetti” che lanciano reparti di paracadutisti; si tratta molto probabilmente di alcuni S.M. 82, aereo detto “Marsupiale”, per la sua elevata capacità di trasportare truppe da lancio (anche 28 uomini), entrato in servizio alla fine degli anni Trenta e mantenuto, per la sua efficienza, fino al 1960. Pure Romano si getta, lasciando la cloche a Righetti, ma viene subito preso di mira dai britannici che gli sparano a raffica con una “Maxim-Vickers”, ovvero una Vickers Mk I (o Vickers-Maxim), mitragliatrice che entrò in dotazione dell’esercito inglese durante la I Guerra Mondiale e rimase operativa, grazie alla sua perfezione tecnica, fino alla metà del XX secolo. In una vignetta si vedono alcuni ordigni pronti per essere caricati a bordo degli aerei italiani.

Una mitragliatrice Vickers-Maxim Mk I in azione
Progetto del Fiat B.R. 20 “Cicogna”

Ottava puntata – 24 agosto 1940

Le bombe a caduta libera viste nella puntata precedente erano destinate alla squadriglia guidata da Bino, uno degli amici di Romano, composta da quelli che vengono indicati dal disegnatore come “nuovissimi Fiat”. Caesar si riferisce al bombardiere bimotore Fiat B.R. 20 “Cicogna”, nato a metà degli anni ’30. Già utilizzato durante la guerra legionaria in Spagna, mette KO la colonna motorizzata inglese. A terra Romano dovrà vedersela con un cannoncino britannico che spara ad altezza uomo e con un soldato di Sua Maestà che sta per far brillare alcune mine poste a protezione del fortino albionico che sta per essere preso dai parà tricolori.

Due North American T-6 “Texan” in volo

Nona puntata – 31 agosto 1940

Romano rischia la vita alle prese con gli Inglesi, mentre i paracadutisti italiani stanno per conquistare il fortino britannico. Unica incognita: il campo minato che lo circonda sta per essere fatto saltare in aria. Romano riesce a fermare l’artificiere ma viene catturato e portato dentro la struttura… proprio mentre cadono le bombe da mezza tonnellata sganciate dalla squadriglia di Bino! Assiste alla disfatta un ricognitore britannico “North Q – 47 A”; si tratta, per l’esattezza, di un aereo da addestramento statunitense, il North American T-6 “Texan”, che fu in effetti impiegato anche dalla RAF come ricognitore, con il nome di “Harvard”.

Un Gloster Gladiator britannico in volo, ultimo caccia biplano della storia

Decima puntata – 7 settembre 1940

Il nostro aviatore riesce a liberarsi dalla prigionia, cattura due ufficiali e tenta invano di avvisare dell’imminente resa britannica i camerati paracadutisti, che stanno assaltando il fortino. In soccorso dei compatrioti stanno profilandosi in cielo sedici temibili Gloster Gladiator, caccia biplani britannici, gli ultimi del loro genere, entrati in servizio nel 1937, che furono largamente impiegati in Nord-Africa.

Il personaggio Bull di Craveri, come appariva sulla copertina di una ristampa

Undicesima puntata – 14 settembre 1940

Gli Italiani, da terra (i paracadutisti) e dal cielo (i bombardieri), aggrediscono a suon di esplosivo il fortino inglese; Romano è ancora all’interno, ma non cade sotto al “fuoco amico”, pur rimanendo bloccato in un sotterraneo quando il pavimento sprofonda. In aria si scontrano i Gloster Gladiator con i “Falchi”; sulla fusoliera dell’apparecchio di Nino appare uno dei personaggi che vediamo a sinistra della testata del “Vittorioso”; si tratta di Bull, un animale antropomorfo della serie “Zoo” creata dal torinese Sebastiano Craveri, uno dei maggiori “pupazzettisti” italiani, grande amico di Benito Jacovitti. Non sappiamo se qualche aereo militare italiano avesse davvero adottato Bull come “mascotte” (niente di strano perché avveniva regolarmente, soprattutto in America, che personaggi dei fumetti o dei cartoni o comunque omini buffi o donnine discinte venissero dipinti sulle fusoliere) o se fosse una citazione divertente di Caesar nei confronti di un collega fumettista.

Un Bristol Blenheim del 113° squadrone britannico viene armato in Egitto

Dodicesima puntata – 21 settembre 1940

Mentre al fortino ormai conquistato si cerca Romano, per il quale si teme il peggio, e Isa sta correndo verso il luogo dei combattimenti con la sua autoambulanza, un Bristol Blenheim sopraggiunge dall’alto, subito messo in fuga dall’aviazione tricolore in decollo; l’aereo in questione, nato a metà degli anni Trenta in Inghilterra, era di stanza anche in Egitto proprio all’epoca in cui è ambientato questo episodio.

Tredicesima puntata, 28 settembre 1940. Da notare le belle e provocanti crocerossine e le due splendide Moto Guzzi 500 “Alce”. E’ proprio il caso di dire: “donne e motori”!

Tredicesima puntata – 28 settembre 1940

Finalmente Romano viene liberato dalle macerie di metallo e cemento del fortino inglese! Da notare questa curiosa scelta narrativa di Caesar per cui il protagonista è praticamente messo fuori gioco, lontano da ogni tipo di azione bellica o avventurosa, per oltre quattro tavole – il ché non è poco, per una storia lunga appena 16 pagine!

Uno Hawker Hurricane inglese

In aria, mentre l’equipaggio del Bristol Blenheim si getta nel vuoto per sfuggire ai RE.2000, gli Inglesi inviano gli “Hawker Hurrican” per tentare la riconquista dell’avamposto; la grafia corretta di questo primo modello di caccia moderno britannico, nato nel 1937, sarebbe Hawker Hurricane (con la “e” finale). Romano, che non vede l’ora di tornare al comando di un velivolo, si fa dare uno strappo da due Bersaglieri che montano due straordinarie Moto Guzzi 500 “Alce”, una macchina allora nuovissima, nata nel 1938. Da notare la raffinatezza e il fascino con cui vengono rappresentate le due crocerossine Isa e Lea.

Bersaglieri italiani in sella alle Moto Guzzi 500 “Alce”

Quattordicesima puntata – 5 ottobre 1940

In aria gli Hawker Hurricane si scontrano con i RE.2000 dell’aviazione italiana, pilotati dagli amici di Romano. Il pingue Nino, dopo avere abbattuto due aerei nemici, viene ferito seriamente e, grondando sangue, riesce a malapena ad atterrare. Intervengono le due crocerossine, con la loro autolettiga. Riprendendo il discorso di cui sopra notiamo che in questa puntata Romano addirittura non appare (sta cercando di raggiungere un aeroporto).

“Per l’Italia”, 15a puntata, 12 ottobre 1940. Da notare l’estremo realismo della 3a vignetta, il Breda Ba.44 e i palloni da sbarramento inglesi

Quindicesima puntata – 12 ottobre 1940

Il Breda Ba.44

Nino, gravemente colpito nel duello aereo, viene portato via in ambulanza dalla zona di guerra e poi in aereo verso l’ospedale militare italiano, dove viene operato d’urgenza.

L’aereo della Croce Rossa è un Breda Ba.44 classe 1934. Sottolineiamo l’estremo realismo della vignetta che ci mostra l’intervento chirurgico per salvare Nino: sicuramente Caesar si era servito di una foto dell’epoca per realizzarla. In mare, intanto, un convoglio di piroscafi inglesi sta per essere attaccato dai caccia e dai bombardieri italiani. I britannici, per proteggersi dalle incursioni, fanno salire in aria i palloni frenati (o di sbarramento), che però vengono prontamente colpiti e incendiati da Romano, finalmente tornato in azione! I barrage balloons furono largamente impiegati dagli Inglesi durante la II Guerra Mondiale, soprattutto nei giorni della Battaglia di Londra e dello Sbarco in Normandia.

Palloni di sbarramento sui cieli di Londra durante la II Guerra Mondiale

Sedicesima e ultima puntata – 19 ottobre 1940

Annientato il convoglio nemico Romano torna con i suoi alla base pilotando i “nuovi Macchi C-200; si tratta del Macchi M.C. 200 “Saetta”, entrato in servizio nel 1937, un caccia agilissimo molto usato durante la Seconda Guerra Mondiale, che si distinse a livello internazionale per il gran numero di velivoli nemici abbattuti. Caesar, come di consueto, precorre i tempi, perché i primi “Saetta” arrivarono nell’Africa Italiana solo nel 1941.

Prototipo del Macchi M.C. 200 “Saetta” in volo

La penultima vignetta è un “contentino” alla casa editrice del “Vittorioso”, di stretta osservanza cattolica e legata a doppio filo alla Chiesa: una messa in onore dei caduti, dove, ai lati dell’altare, si vedono i ritratti de

Sedicesima e ultima puntata, 19 ottobre 1940. I “Saetta” in volo salutano il lettore, mentre l’episodio si chiude con una messa – doverosa vista la matrice cattolica del “Vittorioso”

l Re e del Duce. Sul finale il Tricolore garrisce sulle rovine del fortino inglese espugnato, mentre la didascalia recita:

Del nemico è rimasto solo il segno della resa: un fazzoletto bianco fermato al fucile. La sentinella vigila, mentre sembra risuonare la fatidica parola: Vincere!

Francesco G. Manetti

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