Oggi. Perché questa specifica? Certo ogni epoca chiama a delle sfide, pone particolari interrogativi, ma quella attuale ha dei tratti che la rendono non solo speciale, ma unica.
In queste settimane la morte del Papa monopolizza ogni discussione. Dalle analisi sul pontificato di Papa Francesco alle previsioni o suggestioni sul suo successore, non si sente parlare d’altro. Anche in questo caso l’uomo moderno non si smentisce, presunto credente o meno: egli deve ad ogni costo commentare a caldo gli eventi anche se non ha nulla di veramente urgente ed edificante da dire. Ci si domanda che Papa verrà e cosa farà. Noi vogliamo invece ribaltare lo sguardo e domandarci senza veli che cristiani troverà un nuovo Papa.
«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). Il Divin Maestro qui lancia un interrogativo che è anche un avvertimento: resisterà la fede? Vi saranno quindi ancora uomini che potranno essere riconosciuti come realmente cristiani? I tempi a cui Lui si riferisce sono proprio quelli che stiamo vivendo, come ci hanno insegnato i nostri maestri e pertanto si fa imprescindibile il domandarsi se questa fede la stiamo perdendo, non solamente lasciandola cadere, ma distorcendone il vero senso.
Ogni ambiente, gruppo, conventicola crede di sapere cosa significhi veramente essere cristiani e come esserlo oggi, in questo mondo. Ma ognuno di essi, con le proprie declinazioni, non pare più in grado di incarnare la fede nella vita e in special modo nella vita della società civile. Fede e vita sembrano mondi non comunicanti. E non per debolezze personali, ma proprio perché non si crede più di doverla vivere così, questa fede.
Manca terribilmente la proposta del Cristianesimo come via sapienziale, ridotto ormai solo a morale. E manca l’educazione a costruire e coltivare il dialogo con Dio. Dialogo personale, intimo che ci porta a individuare e leggere i Segni che Egli continuamente ci mette davanti nelle nostre vite personali e nella vita collettiva dell’umanità. Perché è compito specifico di un cristiano agire “come Cristo” proprio nella società ad iniziare dal mondo del lavoro.
Ma allora, venendo a mancare tutto questo – e non solo – davvero si può ancora parlare di fede?
Assistiamo ad un’agonia dell’intero “mondo cristiano”, senza eccezioni – anche se nello specifico noi osserviamo da vicino quello cattolico – ad un suo sbiadire, ad essere sempre più sterile, senza vita, al punto da risultare totalmente insignificante nella società. Non molti in realtà sembrano avvedersene e anche quelli che osservano tale deriva non sono più in grado di coglierne le cause profonde, le uniche che indicherebbero la cura.
Non si riesce ad andare molto oltre i sintomi, perché si è perduta la visione integrale. Si sono smarriti tutti quegli aspetti che formano l’unicum del Cristianesimo, che fa di esso non una semplice “religione”, ma la Tradizione paradigmatica preordinata e preparata da Nostro Signore specificamente per i Tempi Ultimi. Ovviamente per chi ci crede. Ma per riscoprire, recuperare e vivere questo unicum bisogna tornare alla fonte, alla Tradizione. E bisogna mettersi in cammino, lasciando dietro di sé molte cose.
Colui che per oltre due decadi è stato il nostro maestro, agli inizi degli anni ’70, ancora giovane seminarista, rispose così ad un cardinale che gli chiedeva come mai fosse così taciturno e pensieroso: «Vede, è che mi sono accorto che della Chiesa non rimangono altro che memorie, rovine e una devozioncella inutile». Parole che devono provocarci ancora, e più, oggi. E così da quel primo incontro si fortificò in lui il senso di una chiamata. Quella di, parole ancora sue, «raccogliere i fili sparsi della tradizione perenne ed universale (rivelazione fontale adamitica), in vista dei tempi ultimi e dell’imminente ritorno di Cristo. Gesù, che è il Cristo, ultima e definitiva Parola del Padre (“logos”, “sophia tou Theou”) ha collegato la fede mosaica o Mosaismo (da distinguersi dal Giudaismo ormai corrotto ed in fase di degenerescenza) alla rivelazione primordiale o fontale, a quella rivelazione cioè che Egli stesso quale Cristo transtorico (il “Deus revelatus”, di Scoto Eriugena), prima di ominizzarsi in Gesù (Incarnazione), ha comunicato ad “Antropos” (non ad Adamo), con lui passeggiando nel Paradiso terrestre. Il Cristianesimo è “ghnosis tou Christou”, “sophia tou Christou”, conoscenza suprema, iniziazione suprema e definitiva e ultimazione spirituale eucaristica».
Questo sacerdote dedicò tutta la sua vita – ha lasciato questa terra nel 2020 – allo studio e all’approfondimento della Tradizione, a collezionare studi e spunti capaci di offrire chiavi interpretative e nuove risposte metafisiche e spirituali alla crisi che il nostro mondo attraversa «privilegiando l’approccio tradizionale, iniziatico, ultimativo ed escatologico al Cristianesimo».
È venuto in contatto, in alcuni casi stringendo forti legami di amicizia, con altre figure profetiche che hanno attraversato questi ultimi due secoli. E parallelamente a questo ha coltivato la direzione spirituale, così trascurata oggigiorno, e la pratica degli Esercizi Spirituali.
È uno di quei “sapienti nascosti” che Dio, per ragioni solo a Lui note, lascia nel nascondimento. E in questa zona d’ombra sono rimaste, più o meno, anche quelle grandi anime con cui è venuto in contatto e che ha fatto a noi conoscere. Sta a chi si è abbeverato a queste fonti, portarne frutto e operare nel mondo. Ed è quello che noi cerchiamo di fare da almeno un decennio.
Così, quando tempo fa ci è stato proposto di realizzare dei video in cui approfondire quegli aspetti che dovrebbero caratterizzare l’essere cristiani oggi, abbiamo scelto quelli che non solo risultano fondamentali, ma anche i più mancanti, i più “inediti” se ci si passa il termine.
Molta fede oggi è ridotta a legalismo, pratiche religiose e sentimento. Una religiosità troppo spesso fine a se stessa. Che si compiace di se stessa e non cerca niente di diverso. Ma c’è anche altro. Ci sono anime in crisi, anime che si pongono grandi interrogativi e che non trovano più risposte in nessuno degli ambiti visibili della Chiesa. Ci sono persone che si sono avvicinate alla fede ma non hanno sposato nessun gruppo o ambiente specifico. Si guardano attorno e dentro di sé. Ci sono coloro che stanno sulla soglia. Dio sta parlando alle loro coscienze, ma ancora non l’hanno varcata.
Noi ci rivolgiamo a tutti questi – e sappiamo che non sono pochi – perché in essi c’è un forte anelito alla Vita e alla Verità senza compromessi. Non si accontentano di una religiosità fatta solo di regole ma che non si sostanzia di opere quotidiane, che non sappia trasformare radicalmente tutto quello che facciamo. Cercano l’unità, perché hanno capito o anche solo intuito che Dio è uno e la Vita è una.
Nei tre video si propone un percorso. I titoli anticipano i temi principali, ma ve ne sono anche altri. E poiché noi ci rivolgiamo a chi è seriamente “in cerca”, a chi sente il bisogno di parole “non ancora udite”, come lo eravamo noi molti anni fa, nei video proponiamo anche un percorso di studio indicando alcuni testi imprescindibili per cogliere l’essenza di cosa significhi essere cristiani oggi.
E chi coglierà questa essenza non potrà che vedere il Cristianesimo tornare a risplendere in tutta la sua luce e sentirsi quindi animato da un ardore che nasce da dentro, come risposta alla chiamata di Dio. Un ardore che lo renderà un vero missionario del Regno. L’intimismo, tanto di moda, è quanto di più lontano dallo spirito del Cristianesimo.
Ci auguriamo quindi che questi video possano dare risposte a chi sta cercando la Vita e vuole divenire costruttore di Vita. Perché di questo si sente terribilmente il vuoto.
Questi i link ai tre video che debbono essere guardati nell’ordine in cui sono stati realizzati per poter cogliere il senso generale e unitario del discorso.
- Essere cristiani oggi: le vocazioni.
- Essere cristiani oggi: lettura spirituale delle Scritture.
- Essere cristiani oggi: il ruolo dei laici e l’Eucaristia.
Per chi volesse poi ulteriormente approfondire, sullo stesso Canale si trovano altri due video, meno recenti, in cui approfondiamo alcuni aspetti della figura di Cristo che risultano, a nostro avviso, particolarmente importanti per vivere oggi una fede piena e consapevole.
E ricordiamoci sempre che solo chi cerca, trova.