Mollicone ce lo scrivi per Ereticamente un articolo sulla partecipazione sindacale in piena era liberista globale e consumista?
«…E allora quando muta? Infatti non muta né quando sta fermo né quando si muove né quando è nel tempo. – No, infatti. – Esiste allora questa cosa stupefacente nella quale esso sia nel momento in cui muta? – Quale cosa? – L’Istante. L’Istante (Exàiphnes) infatti sembra significare qualcosa di questo genere: ciò a partire da cui muta passando nell’uno o nell’altra di due condizioni. Infatti non muta a partire dallo star fermo quando ancora è fermo né muta a partire dal movimento quando ancora è in movimento, anzi questa natura un po’ stupefacente dell’istante si situa tra il movimento e la quiete, senza essere in alcun tempo, e procedendo dall’uno in direzione dell’altro ciò che si muove muta passando nello star fermo e ciò che sta fermo passando nel muoversi. – C’è il rischio -. Anche l’Uno allora, se appunto sta fermo e si muove, muterà passando nell’una o nell’altra condizione, perché solo cosi potrà fare l’una e l’altra cosa, ma mutando muta istantaneamente e quando muta, non può essere in alcun tempo e in quell’ istante né si muoverà né starà fermo …» (1).
Platone, in questo straordinario ed enigmatico passo del Parmenide, espone il significato esoterico della sua spiritualità trascendente e immanente al contempo, che è non dualista né monisticamente panteista. «… Non muta né quando sta fermo né quando si muove né quando è nel tempo…»: è lo squadernamento dell’Assoluto, dell’Eterno nel tempo, è il Divenire che non diviene; non vi è divenire nel divenire, non vi è movimento nel movimento, il Divenire appare tale ma è Essere!
«... Esiste allora questa cosa stupefacente nella quale esso sia nel momento in cui muta? – Quale cosa? – L’istante…». Mentre il Divenire è il Divenire che non diviene, pur stando nel tempo, l’Istante è l’Essere, l’Eterno che diviene (che muta) pur essendo fuori dal tempo. È l’immagine mobile dell’Eternità (Platone, Timeo X, 37c-d) che abbiamo dinanzi, l’immagine è mobile poiché appare tale, essendo immagine di qualcosa che essa è nel momento (Istante) in cui veramente muta; ed appare, all’occhio dello Spirito, l’Assoluto eternamente in Sé cangiante, come il Sole che, pur mutando, è sempre il Medesimo. Ecco che nello spirito ellenico di Platone non vi è alcuna traccia di dualismo, anzi la Realtà è talmente intrecciata che il Divenire è Essere che non muta e l’Istante è l’Essere che muta: la prima dimensione della Realtà è nel tempo, la seconda è fuori dal tempo! La prima si esprime mediante il Discorso mitico, per immagini (Timeo); la seconda mediante l’Identificazione assoluta, di natura iniziatica, che il pensiero di pensiero, il Concetto (Parmenide). Platone tutto ciò lo conferma, in guisa altrettanto esoterica, nel Sofista (248e-249a) quando introduce il movimento nell’Essere: “… E poi, per Zeus? Ci lasceremo forse persuadere che, davvero, movimento, Vita, Anima e Intelligenza non sono presenti nell’Essere nella sua totalità e che Esso non vive, né pensa, ma, venerabile e santo, senza Intelligenza, sia immobile e fermo?…” (2).
Nella realtà sensibile, pertanto, noi ci troviamo di fronte a cose che “sono”, cioè non mutano! Le cose, infatti, poiché non passano da x a y non sono né x né y, pertanto pur “essendo”, cioè apparendo, non si possono definire, non ammettono giudizi e quindi non si possono conoscere e, pertanto, di ciò che non si può avere conoscenza, cioè epistéme, si avrà mito (Timeo), che è il racconto verosimile intorno alla realtà sensibile. Platone indica che tra uno stato e l’altro tra (x e y) che sono i segni distintivi della cosa in movimento e quindi del trascorrere del tempo e mentre la cosa passa da x a y, muovendo da x ed andando verso y, intermediario (3) tra tali due contraddizioni (che sono dialettiche e che si annullano pur conservandosi) sta il medio che è l’Istante ed è solo in questo “stato” che la cosa è ferma e quindi si può conoscere e definire poiché, paradossalmente (ma solo per chi non abbia compreso il logos) essa muta, sta cambiando, ma mentre muta è, e muta fuori dal tempo; solo allora la cosa si può definire, ammette giudizio, cioè è il Concetto, epistéme. L’Istante, pertanto, in cui le cose sono definibili poiché mutano, è atto dello Spirito che vede Se stesso nella cosa, ed è, quindi, come insegna Platone, il Logico, l’Eterno ed è fuori dal tempo. Esso è l’Intero di Hegel in quanto Risultato che è la Medietà dell’Immediato che è l’Istante della gnosi noetica cioè dell’Illuminazione (4).
Ciò che appare, o l’esistente, è «l’immediatezza venuta fuori dal togliere la mediazione del fondamento e della condizione…» (5). Non vi è, pertanto, l’annichilimento asiatico della “storia”, del divenire, del movimento nell’Assoluto, il Mondo non si annulla nella Divinità-Cosmo che assorbe il Tutto essendo il Tutto (Tutto è Uno). L’istante è l’Eterno che è il (concetto del) Tempo (Hegel); il divenire, il Mondo, gli uomini, la Polis, la Res Publica, le fenomenologie della coscienza umana, l’Anima, sono tutti reali, salvati, anzi sono la Verità, quando sono fuori dal Tempo, quando l’Intelletto incontra e riconosce se stesso nella verità dell’Istante in cui sono, gli enti, fuori dal tempo. Il mondo è il tempo ed è la scansione polare della dialettica; “fuori dal tempo” non significa per l’uomo indoeuropeo negare il mondo, la vita, la vicenda umana, il mutare delle stagioni, la comunità; “fuori dal tempo” significa invece pensare, vedere, costruire l’Eterno in quanto Idea; ed è il Se stesso ed è in quiete ed in movimento (6), è l’Intero, è il Risultato che è il Fondamento ed è l’Inizio che coincide con la fine, che non è fuori o contro il Mondo ma è il Mondo pensato, è il Pensiero del Mondo che è il Mondo come Pensiero, l’Essere che è il Pensiero. E qui viene ribadito l’insegnamento di Parmenide e della scuola Eleatica. I due aspetti della polarità sono presenti esemplarmente tanto in Platone quanto in Hegel come in Heidegger. Il loro sistema di pensiero è analogo, è intrinsecamente indoeuropeo, il modo di vedere la dialettica, il movimento, il tempo, l’essere e il non-essere, la vicenda umana “di fronte” all’Essere, al “ciò che è sempre” consiste infatti nella consapevolezza pre-filosofica che la Realtà è una non in senso monistico ma in senso non-duale. Ciò vuol dire che sia Platone sia Hegel quanto Heidegger affermano poi filosoficamente che l’Istante è l’Eterno (Platone); che il (concetto del) tempo è l’Eternità (Hegel); che l’Evento “contiene” l’Essere ed il tempo (Heidegger), solo a condizione che il Pensiero (nous) riconosca se stesso come presente ed essenza nel e della cosa, nel movimento medesimo, che veda e sia l’Asse fermo della ruota che gira, che veda e sia la Trascendenza Immanente come Immanenza Trascendente (Evola) e su tale conoscenza edifichi l’Impero che, essendo immagine mobile dell’Eterno, è la storicità fenomenologica di tale “sistema di pensiero”. Qui risiede il Mistero della civiltà indoeuropea, in questa polarità tra Istante-Eterno e durata continua-infinita (il cattivo infinito di Hegel), tra Forma ed Evento(7) (come intuì Carlo Diano…), sta la natura più intima dell’Europa, che Platone ci svela rivelando; tutta la mobile-immobilità che è immobile-mobilità, tutta la tensione tra Uno e Molti, dove essi sono la Realtà, tutto ciò è Europa, è spirito indoeuropeo e gli Dei e gli Uomini, gli Imperi e i Canti degli Eroi, la Polis e la a libertà degli uomini in armi nell’ampio spazio aperto della assemblea omerica dei “migliori”, lo testimoniano. Per Hegel lo Spirito si esplica nella storia ma non in quanto storia (8)!
Note:
1 – PLATONE, Parmenide, 155d-157b, trad. G. Cambiano, Bari 1998;
2 – C. LUCCHETTI, Tempo ed eternità in Platone, Milano 2014; F. PIZZUTI, Cosa è un’Idea? L’intelligibile nell’ultimo Platone, Roma 2015, pp. 84 e ss.;
3 – “…Se non è possibile che ci sia un tempo senza l’Istante, e se l’Istante è una realtà intermedia che tiene insieme un inizio e una fine… è necessario che il tempo sia eterno…” ARISTOTELE, Fisica, VIII, 1, 251b 10-27
4 – PLATONE, Lettera VII, 341c4-d2; G. CASALINO, L’origine. Contributi per la filosofia della spiritualità indoeuropea, parte prima, Genova 2009; AA.VV., Istante. L’esperienza dell’illocalizzabile nella filosofia di Platone, Milano 2012;
5 – G.W.F. HEGEL, Scienza della Logica, Bari, 1968, p. 539;
6 – L’uomo, il vivente è uguale a se stesso ma è diverso, tutto il suo organismo è continuamente diverso pur essendo sempre quell’organismo, quel risultato; la morte di miliardi di cellule di tutti gli organi si accompagna contestualmente alla nascita ed alla vita di altrettante… ed è l’Athanòr, dove gli elementi, nello stesso, mutano e si rinnovano, ma la verità è l’Intero, l’Athanòr;
7 – C. DIANO, Forma ed evento, Venezia 1993; IDEM, Il pensiero greco da Anassimandro agli Stoici, Milano 2007, pp. 104 ss.
8 – La filosofia di Hegel, nel suo nucleo, esprime il processo reale della spiritualizzazione dello storico e della storicizzazione dello spirito: è il medesimo contenuto sia della filosofia (tradizione) ermetica (corporizzare lo spirito e spiritualizzare il corpo) che della sapienza elleno-romana: sono tutte rappresentazioni, nel tempo, dell’universo ideale indoeuropeo.
Giandomenico Casalino
Categorie: Platone
Mollicone ce lo scrivi per Ereticamente un articolo sulla partecipazione sindacale in piena era liberista globale e consumista?
“…E a pensare e muoversi secondo il volere di quest’ultimo con il quale è identificato e che crede essere se…
Nell'elenco degli attentati, dimenticate la distruzione dell'Ambasciata della Gran Bretagna a Roma in Via XX Settembre, adiacente a Porta Pia,…
Vero, c'è un tesoro storico e bibliografico conservato nella sede della Società Geografica Italiana. Peccato che pochi lo conoscono, e…
Grazie Livio, leggo sempre con attenzione e grande interesse i suoi articoli, in poche righe riesce a comunicare e ad…
Ahnenerbe alchimia archeostoria arte Attualità Calabrese Controstoria cultura economia Enrico Marino ermetismo esoterismo Europa Evola Fabio Calabrese Fascismo Filosofia Giacinto Reale Giovanni Sessa immigrazione Intervista julius Evola L'eredità degli antenati Libreria Lorenzo Merlo Luca Valentini magia Merlino Michele Ruzzai platone poesia politica Punte di Freccia recensione religione Roberto Pecchioli roma Società Spiritualità squadrismo Storia Storia del fascismo Tradizione Tradizione romana umberto bianchi