Questo libro rappresenta la sintesi organica di riflessioni personali, pubblicate su alcuni quotidiani della città di Salerno e Provincia, tra il 2014 e il 2017, riguardanti il fenomeno migratorio e le sue ricadute sociali, politiche e culturali sull’Europa e la sua secolare identità. L’idea di raccogliere quelle riflessioni – armonizzandole in un insieme unitario – nasce dalla volontà di offrire al lettore un’interpretazione alternativa dei drammi del nostro tempo, meno dogmatica e politicamente corretta di quella offerta da gran parte della cronaca politica nazionale. In un mondo globalizzato, permeato da modelli culturali e comportamentali massificati e massificanti, in cui l’unico fine della storia sembra essere rappresentato dall’utopia panmixista – mescolanza di culture e meticciato generalizzato – emerge sempre più la necessità etica e politica di un sano “differenzialismo”, di una forma mentis non conforme agli imperativi del nostro tempo. La Storia dimostra come l’idea di far convivere più etnie differenti, in un unico spazio territoriale e sociale, conservando le proprie diverse identità, è destinata tragicamente a fallire. La novella società multirazziale è spesso dipinta, dai suoi promotori, con tinte messianiche, come un grande e poetico “arcobaleno”, una sorta di “mosaico policromo”. Ma è veramente così? Molto probabilmente, più che un “mosaico policromo”, la società multirazziale – o multiculturale – trapiantata nel continente europeo, produrrà una terzomondializzazione della nostra società, con proliferare di enclave autonome ingovernabili – e corrispondenti nuclei di “parassitismo sociale”, non integrati, né integrabili nel sistema economico-produttivo liberalcapitalistico – destinate a vivere di espedienti o a carico del bilancio pubblico. A questa contemporaneità bisognerebbe contrapporre la difesa – morale e intellettuale – della “forma” dell’Europa, così come si è articolata nel corso della sua storia millenaria. All’homo oeconomicus, il cui unico motore trainante è l’appagamento delle voluttà, bisognerebbe contrapporre – con audace azione pedagogica – l’homo ethnicus, portatore di una sua specifica “tradizione” e di un patrimonio culturale generazionale, spesso millenario, consolidato e radicato su un determinato territorio. Mai come oggi, in tali drammatici frangenti, è in gioco l’esistenza del nostro sistema di vita, non solo nella sua strutturazione ideologica, estetica e sentimentale, ma anche nella sua esistenza concreta, biologica.
Tommaso Indelli, Europa e immigrazione. Osservazioni necessarie (Gaia Editrice, Salerno 2017, pp. 114, Euro 12, OO).
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Umberto Bianchi e Nicola Bizzi ci spiegano cosa c'è alle origini della pandemia, dell'emergenza climatica e della guerra in Ucraina… BUONA VISIONE
una "biblioteca" davvero interessante e ben fornit... Leggi commento »
[…] alle nuove forme della tecnocrazia. Non ... Leggi commento »
Caro Simola, la ringrazio per il suo ampio comment... Leggi commento »
I governi Italiani che si sono succeduti, più o m... Leggi commento »
La seguo da tempo anche quando scriveva per un alt... Leggi commento »