Dal vostro inviato (virtuale) nella Bundesrepublik Deutschland

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Nel 2012 viene pubblicato in Germania per i tipi Eichborn Verlag il romanzo satirico di Timur Vermes “Er ist wieder da”.

Riscuote un immediato successo, entrando nella classifica dei libri più venduti nella BRD.

Nel 2013, la casa editrice Bompiani lo pubblica col titolo (fedele all’originale) “Lui è tornato”, nella traduzione di Francesca Gabelli.

Nel 2015 appare la versione cinematografica del romanzo, diretta dal regista David Wnendt. Il film diventa a sua volta campione d’incassi; il 26 aprile 2016 sarà distribuito nelle sale italiane.

Di seguito vi sottopongo:

  • La recensione del romanzo di Timur Vermes scritta da P.Amighetti nel 2013;
  • il trailer in lingua originale con sottotitoli in inglese del film di David Wnendt.

http://thefielder.net/19/07/2013/lui-e-tornato-timur-vermes-risveglia-hitler/

https://www.youtube.com/watch?v=AtW1Lq5c04E

La mutazione antropologica avviata, nel secondo dopoguerra, all’interno degli Stati sorti dalla divisione della Germania in due tronconi da parte degli eserciti invasori, può dirsi ormai pienamente compiuta.

Il popolo tedesco è diventato qualcos’altro. Il concetto è raffigurato ed espresso con abbagliante nitore in un filmato che sta facendo molto discutere, in Germania e in Polonia. Mi riferisco al videoclip realizzato da un autore satirico, Jan Böhmermann, intitolato “Be Deutsch (Achtung! Germans on the rise)”. Il filmato contiene un duro attacco al partito Alternative für Deutschland: allorché compare in un’inquadratura il volto di Frauke Petry, leader di AfD, Böhmermann pronuncia la frase: “stupidi nazionalisti autoritari”.

I nuovi tedeschi, contrapposti a quelli retrivi di Pegida, vi sono rappresentati come multiculturalisti e multietnici.

Vi lascio alla visione del videoclip:

https://www.youtube.com/watch?v=HMQkV5cTuoY

 

Pietro Ferrari

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Categorie: Cinema

Pubblicato da Ereticamente il 14 Aprile 2016

Ereticamente

“La visione del mondo non si basa sui libri, ma su di una forma interiore e su una sensibilità, aventi carattere non acquisito, ma innato. Si tratta essenzialmente di una disposizione e di un atteggiamento, non già di teoria o di cultura, disposizioni che non concernono il solo dominio mentale ma investono anche quello del sentire e del volere, informano il carattere, si manifestano in reazioni aventi la stessa sicurezza dell’istinto, danno evidenza ad un lato significato dell’esistenza. (…) Se la nebbia si solleverà apparirà chiaro che è la visione del mondo ciò che, di là da ogni cultura, deve unire o dividere tracciando invalicabili frontiere dell’anima: che anche in un movimento politico essa costituisce l’elemento primario, perché solo una visione del mondo ha il potere di cristallizzare un dato tipo umano e quindi di dare un tono specifico ad una data Comunità.”

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