Una notizia che sorprenderà tutti voi, e che sicuramente dovrebbe sbalordire la nostra classe politica se si degnasse di prenderla in considerazione, qualcosa che urta al massimo contro quello sciagurato insieme di regole suicide che è la “political correctness” democratica, una notizia FASCISTA come spesso ha l’abitudine di essere la sgradevole realtà dei fatti che tanto sconvolge le “anime belle” mondialiste: GLI ITALIANI CI SONO, ESISTONO!
Geograficamente, la nostra Penisola è una delle realtà meglio delimitate d’Europa. Per una sorta di contrappasso, quasi come se dovessimo scusarci di ciò, si è fin troppo spesso insistito sulla pretesa che non esisterebbe un popolo italiano vero e proprio, ma vi sarebbe invece un’accozzaglia di genti diverse che il caso geografico e storico ha portato a vivere vicine, o casomai che fra gli Italiani esisterebbe una (in)certa base culturale comune rappresentata dalla lingua (o da una serie di dialetti imparentati che gradualmente sfumano l’uno nell’altro), usi, costumi, tradizioni, un patrimonio artistico (peraltro perlopiù lasciato in stato di totale degrado) ma nessuna reale comunità di sangue: saremmo Galli cisalpini, Veneti, Etruschi, Magni Greci, Fenici, tutto meno che Italiani.
A questo, a questo concetto già debole, flebile della nostra appartenenza nazionale si aggiunge il “lavoro ai fianchi” compiuto per mezzo secolo dalla “cultura” di sinistra intesa a definire il concetto di etnia esclusivamente in termini di trasmissione culturale prescindendo da qualsiasi continuità genetica, il che è semplicemente un’assurdità: ethnos è la stessa cosa di ghenos e significa appunto affinità di sangue. Sullo sfondo, naturalmente, la concezione marxista che vorrebbe persuaderci di maggiori affinità fra coloro che all’interno di popoli differenti hanno collocazioni sociali simili, anche se sappiamo bene a quali abusi si è prestato l’internazionalismo proletario. Prima di massacrare gli italiani dell’Istria, i comunisti jugoslavi non sono certo andati a vedere le loro dichiarazioni dei redditi!
Adesso sembra che qualcuno finalmente si sia deciso a dire una parola SERIA sulla genetica degli Italiani. Ai primi di novembre è comparso sul sito di Geocities un articolo (in inglese) sulla realtà genetica degli Italiani. Questo articolo, che è un lavoro collettivo, sintetizza le ricerche di Plaza (2003), Romano (2003), Semino (2004), Cruciani (2004), Rosenberg (2005), Di Giacomo (2003), Simoni (1999), Cavalli-Sforza (1997) e le tesi ancora valide e semmai confermate dalle ricerche successive, di uno degli antropologi più odiati dai democratici (perché, nessuno abbia dubbi, viviamo in un mondo in cui la verità fa spavento) Carleton S. Coon.
L’insieme di queste ricerche ha permesso di rilevare che gli Italiani sono, dal punto di vista genetico e antropologico, una popolazione europide sostanzialmente omogenea con una prevalenza di caratteri mediterranei e scarse differenze fra il Nord e il Sud della penisola. Gli autori ci dicono che nel Nord è rilevabile un certo elemento celtico e nel sud uno greco, ma in proporzioni trascurabili, che non determinano grosse differenze fra le due parti della penisola, differenze che, ci dicono chiaramente, sono state invece esagerate per ragioni politiche, e noi tutti sappiamo quali.
Un’ipotesi che queste ricerche intendevano verificare, era se in particolare nel sud Italia si potesse rilevare un’impronta genetica mediorientale riconducibile alla colonizzazione fenicio-cartaginese della Sicilia oppure alle invasioni arabe dell’età medievale, invece praticamente non se ne è trovata traccia: i Siciliani non differiscono in nessun modo sostanziale dagli altri Italiani (tralasciamo qui la farneticazione mentecattolicadi don Curzio Nitoglia che li vorrebbe addirittura ebrei per poter dare dell’ebreo a UN siciliano in particolare, Julius Evola, una scemenza che ovviamente non poteva avere alcuna base scientifica né serietà di alcun genere).
I leghisti dovrebbero andare a nascondersi nello stesso posto che consiglieremmo a don Curzio Nitoglia, ammesso che pure loro riescano a sopportare tale indigesta compagnia, perché la differenza fra Italiani del nord e del sud è minima, quello che hanno cercato di farci vedere come un abisso, non è che un fossatello.
La presenza di geni non caucasici nel pool genetico degli Italiani è, ci dicono queste ricerche, dell’1/2%, tipica della media delle popolazioni europee, la stessa che si riscontra ad esempio fra i Tedeschi e nettamente inferiore a quella, per esempio, dei Russi, fra i quali si riscontra una presenza di geni di origine mongolica non del tutto irrilevante (anche se sarebbe importante sapere, e qui non ci è detto, come è stato fatto il campionamento sui Russi, se si è considerata solo la Russia vera e propria o la totalità dell’impero ex sovietico, è chiaro che a seconda di cosa si è preso in esame, le cose possono cambiare in maniera considerevole).
Per la verità, i risultati di queste ricerche non ci colgono del tutto impreparati. Già a suo tempo Cavalli-Sforza aveva notato con sorpresa (sua ma non nostra) la coincidenza fra l’albero genealogico delle lingue e quello delle popolazioni umane ricostruito in base all’analisi del DNA. Certo, le differenze linguistiche possono costituire una barriera al mescolamento genetico, e questo fa della lingua un buon indicatore della nazionalità ma, appunto, è solo UN INDICATORE, non la definisce, la vera sostanza della nazionalità è genetica, l’affinità di sangue: per esempio un afro-americano non è la stessa cosa di un anglosassone.
Questa però è solo una parte del discorso: la barriera linguistica come ostacolo al mescolamento delle popolazioni è un esempio dell’influenza della cultura sulla genetica, ma possiamo davvero escludere che avvenga anche il contrario, che esista un’influenza della genetica sulla cultura?
La famosa affermazione di Konrad Lorenz: “L’uomo è PER NATURA un animale culturale” che dovrebbe essere semplicemente un’ovvietà, è andata incontro alle contestazioni più feroci; essa ci dice che la possibilità per l’uomo di essere un creatore e portatore di cultura dipende dalla sua base genetica.
È un’ovvietà ma con due importanti implicazioni su cui si preferisce non riflettere, anche perché sono implicazioni letali per la democrazia: primo, la cultura in ultima analisi è solo uno strumento utile alla sopravvivenza della nostra specie e del suo patrimonio genetico che è il vero ubi consistam, con l’ovvia conseguenza che cercare di trasformare un magrebino o un asiatico in un “nuovo italiano” è quanto meno tempo perso.
Secondo, implicazione ancora più scomoda: popolazioni differenti con diversi patrimoni genetici non potranno esprimere lo stesso tipo di cultura.
Questo concetto trova ampia rispondenza nei fatti: ad esempio, se noi scorporiamo i dati relativi ad attesa di vita, criminalità, scolarità, analfabetismo, abbandoni di minori, malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze precoci degli afroamericani da quelli della popolazione generale degli USA, troviamo che si sovrappongono esattamente a quelli di una nazione africana.
Ancora, è forse un caso che l’unico Paese del Mesoamerica con un discreto paragone di vita paragonabile a quello europeo sia il Costarica, la cui popolazione è interamente bianca, mentre la nera Haiti è allo stesso livello dei Paesi più poveri della fascia saheliana?
Guardiamoli senza gli occhi appannati dal buonismo e da pietismo gli stranieri che dal sud del mondo giungono nelle nostre terre come uno sciame di cavallette che non finisce mai. Una cosa ci deve essere chiara: non sono “nuovi italiani” e non o diventeranno mai, sono la non-Italia che avanza, mentre l’Italia man mano scompare sotto questa marea.
Gli Italiani sono in grande maggioranza, almeno sulla carta, cristiani cattolici; almeno sulla carta perché i nostri concittadini, tranne un’esigua minoranza, sono cattolici assai tiepidi o di fatto indifferenti, se li confrontiamo con Polacchi, Irlandesi o neo-convertiti del Terzo Mondo. Inoltre si nota molto bene che l’indifferenza o l’ostilità verso il Cristianesimo tendono a crescere con il crescere del livello d’istruzione; tuttavia l’essere cristiani cattolici o per dirla con un diffuso ossimoro, “cattolici romani” sembrerebbe in qualche modo radicato nelle nostre tradizioni. E allora perché nutrire verso questa religione la viscerale antipatia che sento di provare per essa? Indipendentemente dal suo contenuto di veridicità o falsità, noi potremmo considerare questa religione come uno dei simboli del nostro popolo come il tricolore o l’inno di Mameli, oppure no?
In realtà, le cose non stanno esattamente così. Oggi la Chiesa Cattolica prodigandosi nell’accoglienza verso gli immigrati, sembra avere una gran fretta di veder scomparire il popolo italiano. Se noi ci guardiamo alle spalle e consideriamo quella storia che si cerca d’insegnare sempre meno e sempre peggio nelle scuole, vediamo che per quindici secoli, dalla caduta dell’Impero Romano al Risorgimento, i papi e la Chiesa si sono dati attivamente da fare per tenere l’Italia politicamente divisa in modo da tenere in vita il loro staterello che tagliava in due la penisola, e sono sempre stati pronti all’occorrenza a richiamare nuovi invasori e dominatori stranieri contro chi minacciava il loro dominio per riunificare l’Italia.
Prima ancora, il Cristianesimo ha avuto un peso determinante nel provocare la caduta dell’Impero Romano, nel toglierci per convulsione interna, per pugnalata alle spalle, quel predominio mondiale che le legioni dei nostri avi avevano conquistato con il valore e il sangue. Io penso che si troverebbe ben poco da obiettare a chi sostenesse che il Cristianesimo e la Chiesa Cattolica sono sempre stati LA DISGRAZIA dell’Italia.
A differenza di altre fedi che si collocano su di un piano mitico, il cristianesimo ha sempre portato a riprova della sua presunzione di superiorità un’asserita storicità basata su di una narrazione, le cosiddette Sacre Scritture da ritenersi vere per definizione, ma proprio su terreno storico esso scopre il fianco: non ci sono riscontri esterni che convalidino né l’Antico né il Nuovo Testamento. La questione, occorre sottolinearlo, è ASIMMETRICA, nel senso che se fosse dimostrato che Gesù e gli apostoli siano realmente esistiti e abbiano fatto e detto quello che i vangeli sostengono abbiano fatto e detto, questo non dimostrerebbe la divinità di Gesù e la veridicità delle loro dottrine, così come le prove che abbiamo dell’esistenza storica di Karl Marx e di Sigmund Freud non ci dicono nulla della validità delle teorie dell’uno o dell’altro, ma la dimostrazione del carattere non veritiero del racconto evangelico, “parola di Dio”, farebbe crollare immediatamente il palco del Cristianesimo.
Questo concetto sembra semplice, ma ho constatato che è assai arduo farlo penetrare nelle legnose zucche cattoliche. I cattolici in genere, quando CREDONO di aver dimostrato la storicità del racconto evangelico, con questo CREDONO anche di aver dimostrato la veridicità delle loro dottrine dal punto di vista teologico.
Ricercatori indipendenti come Luigi Cascioli, David Donnini, Giancarlo Tranfo in questi anni hanno fatto un lavoro eccellente, e le loro conclusioni puntano in un’unica direzione: il Cristianesimo sarebbe nato come una sorta di mutazione dal messianismo insurrezionale ebraico antiromano dopo la sconfitta nella guerra giudaica del ‘67-70. La ribellione antiromana sarebbe diventata la ricerca di un regno “non di questo mondo”, il messia insurrezionale antiromano si sarebbe mutato in redentore universale rimodellato sulla figura di un precedente “maestro di giustizia” che forse si chiamava davvero Gesù o forse Giovanni di Gamala, la cui crocifissione da pena inflitta al leader di una rivolta fallita, divenne una gloriosa auto-immolazione per la salvezza dell’intera umanità.
I vangeli, ben lungi dall’essere una testimonianza veritiera degli eventi narrati, sarebbero un racconto propagandistico variamente interpolato e manipolato nei tre secoli che vanno dalla vicenda di Gesù al concilio di Nicea.
Io non ho la competenza dei tre ricercatori che ho nominato, ma credo di aver individuato un episodio evangelico che mi sembra abbia un forte sentore di falso: si tratta del celebre episodio, circa il quale esiste anche una ricca iconografia, del battesimo di Gesù. Esso avrebbe avuto il valore di un vero e proprio passaggio del testimone, nel quale Giovanni Battista, predicatore che avrebbe preceduto Gesù, avrebbe ammesso di essere venuto semplicemente ad annunciarlo e di “non essere degno nemmeno di sciogliergli i calzari”.
Se l’episodio fosse autentico, a partire da quel momento non ci sarebbero dovuti essere più seguaci di Giovanni Battista, si sarebbero subito dovuti tutti trasformare in discepoli di Gesù, cristiani. Invece i seguaci di Giovanni Battista non solo non cessarono di esistere, ma esistono ancora ai nostri giorni, si chiamano mandei e formano una delle più piccole comunità religiose oggi esistenti, e continuano a venerare come messia Giovanni Battista e non Gesù di Nazareth.
È probabile che l’episodio sia stato inventato e interpolato nei vangeli proprio per convertire i mandei, che nei primi secoli dell’Era Volgare erano molto più numerosi di oggi.
Fede in che cosa? Io preferisco averla nella mia patria che mi pare tanto più degna di amore quanto più viene deturpata e offesa.
Non mi aspetto ricompense ultraterrene, mi basta vivere da uomo libero, con l’animo sereno, la schiena dritta e lo sguardo limpido.
Categorie: Cristianesimo, Italia, Paganesimo, Religione, Roma
Pubblicato da Fabio Calabrese il 25 Novembre 2013
Nato a Trieste il 12 novembre 1952, coniugato, due figli. Laureato in filosofia, docente di scuola superiore. Scrittore di letteratura fantastica con all'attivo numerose pubblicazioni, tra cui alcune in Gran Bretagna, Polonia, Francia. Studioso di neopaganesimo e di neoceltismo. Attivo da molti anni come opinionista politico dell'Area, ha collaborato con “Rinascita”, “Ciaoeuropa”, “Italia sociale”, “L'uomo libero”, il Centro Studi La Runa e negli ultimi anni soprattutto con “Ereticamente”, dove è una delle firme maggiormente rappresentate.
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Grande e stupendo articolo.
Evola un mito.
Essere o ritornare ad essere ITALIANI è questo il vero senso.
L’Italiano è sempre stato un iniziato, ed è per questo che agli occhi
del mondo e dei potenti fa paura.
Noi siamo la culla della Civiltà, di quello che i Patres ci hanno tramandato, ma di cui ci siamo dimenticati.
La lingua, una lingua mistica ed esoterica di grande potenza.
La stanno sempre di più “inglesizzando”.
“Chi coltiva la propria lingua, protegge la propria identità”.
Grazie
Magnifico articolo, che condivido dall’A alla Z. Complimenti all’autore.
Joe Fallisi
“Non mi aspetto ricompense ultraterrene”.
Di questo passo vai pure tranquillo…..
Caro anonimo: tu invece ti aspetti ricompense ultraterrene da un dio che è solo la proiezione fantastica di un’eresia ebraica?
Aspetta e spera!
Fabio Calabrese
Semmai da un Dio dimostrabile con la ragione Aristotelica,Platonica e qualsiasi altro metodo logico.A differenza dei suoi postulati.Lei è il primo fascista relativista che vedo.
Ottimo articolo. Complimenti.Spero che tanti lo possano leggere.
Che l’esistenza di un Dio sia dimostrabile secondo qualsivoglia logica, se ne può dubitare, a meno che la “Critica della ragion pura” di Kant non sia una barzelletta. Quello che invece è fuori di qualsiasi dubbio, è che il Dio universale NON PUO’ ESSERE Geova, dio totemico degli Ebrei (o Allah, dio totemico degli Arabi), ma lei ha mai letto l’Antico Testamento e visto di quanto sciovinismo xenofobo gronda?
Fabio Calabrese ,
Lo sciovinismo dell’AT era necessario per difendersi da popoli pagani nell’attesa del Messia.Con Cristo ecco che non esiste più nè giudeo nè greco.Ma neanche questo vi va bene;prima perchè è sciovinista non va bene,poi Dio si rivolge ad ogni uomo,ed anche questo non va bene. Ha una visione molto infantile nel parlare di “dèi totemici”,più o meno come una ragazzina wiccan.
Ma lei ci fa o ci è? Chi ha una visione infantile sono coloro che CREDONO agli dei totemici, Geova o Allah. Mi dica, che mi incuriosisce molto, quali prove ha che il Dio universale sia Geova piuttosto che Aton o Ahura Mazda?
Io comunque, come vede, qui ci metto il mio nome, e lei?
Fabio Calabrese
E per piacere non venga a dirmi che lo sciovinismo e IL RAZZISMO degli ebrei biblici era difensivo. Era per difesa che hanno votato allo sterminio i popoli vicini (come oggi del resto i Palestinesi) fino all’ultimo bambino e perfino “Il bue e l’asino”. E non mi risponda neppure che non ha importanza sotto che nome si venera la divinità. Non sono stati i fedeli di Aton né gli zoroastriani a far cadere l’impero romano e a condannare l’Italia a quindici secoli di schiavitù, e soprattutto abbia il coraggio di dire il suo nome, E’ sicuro di non avere già scritto a questa rubrica e magari di essersi firmato HNS?
Fabio Calabrese
Ahura mazda non si è incarnato,non ha fondato una Chiesa universale.
Gli ebrei dice che non agivano per difesa eppure ammette che combattevano coi popoli vicini,
quei popoli che non avevano intenzioni così pacifiche.l’impero romano non sono certo stati i cristiani a farlo cadere piuttosto gli hanno allungato la vita
sostituendo l’ormai inefficace strutture imperiale senza contare che nessun pagano voleva più arruolarsi a differenza dei cristiani.
…e persiste l’odio dei cristiani verso la paganità; queste sono le parole di bergoglio nella sua ultima esortazione apostolica:
Rivolgendosi verso gli ultimi. “L’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via”, ha continuato Bergoglio citando la critica di san Paolo agli stili dei vita dei pagani, ha “una notevole attualità nel contesto presente, dove tende a svilupparsi un nuovo paganesimo individualista; la bellezza stessa del Vangelo – ha concluso – non sempre può essere adeguatamente manifestata da noi, ma c’è un segno che non deve mai mancare”, e questo segno è l’opzione per gli ultimi.”
Mi si individua solo un testo dove Roma non aveva rispetto per gli ultimi neanche nel periodo più degenerato dell’impero ormai decadente…La Pietas Romana era assolutamente il Principio Sacro della società imperiale anche laddove la corruzione dei costumi prevaleva visto che i semiti erano assolutamente integrati nella società. Claudio
Bravo Claudio, apprezzo il suo coraggio. Ha anche un cognome?
FC
Articolo completamente fazioso, il quale, come ogni menzogna, parte da una verità verificabile agli occhi di tutti (ad un popolo geneticamente omogeneo segue una cultura omogenea e non viceversa) per poi arrivare ad affermare quanto di più falso si possa fare (gli italiani attuali sono geneticamente omogenei da nord a sud, i lombardi sono più simili ai siciliani che ai cosiddetti francesi, mentre i tedeschi presentano più elementi genetici extraeuropei degli italiani mediterranei). Per capire che questo articolo non è attendibile basta guardare di che tipo di studi genetici parla, ossia tutti recenti e successivi all’immigrazione di massa che nel dopo guerra partì dal sud al nord della Repubblica Italiana; con un “nord Italia” che ha in casa intorno ai 10 milioni di meridionali, se non di più, vorrei proprio sapere come si fa a parlare di omogeneità etnica e genetica tra nord e sud.
Eppure sarebbe bastato dare un’occhiata alle mappature genetiche anteguerra per rendersi conto della differenza che vi è. Questa è la mappatura di diffusione dell’aplogruppo r1b in Europa: http://www.eupedia.com/europe/Haplogroup_R1b_Y-DNA.shtml#distribution
l’aplogruppo R1b è proprio dei popoli celto-germanici e dimostra come nel nord della RI sia molto più diffuso che al sud, dove si ferma al 25%, mentre in Lombardia e dintorni tocca il 60% di diffusione. Questo link mostrerà invece la diffusione dell’aplogruppo J2, proprio dei popoli dinarici e levantini: http://www.eupedia.com/europe/Haplogroup_J2_Y-DNA.shtml#distribution
molto presente nel centro e nel sud della RI e scarsamente presente al nord, salvo la costa romagnola e alcuni sprazi di quella veneta.
Nell’articolo si arriva addirittura a citare Carleton Stevens Coon ignorando il fatto che questi aveva diviso l’attuale Italia in addirittura 3 parti (pressappoco nord, centro + Liguria-Romagna e Corsica, e infine sud) nei suoi studi della razza caucasoide.
Come ultima cosa qualcuno può spiegarmi come sia possibile che i tedeschi presentino più elementi genetici non europei dei cosiddetti italiani se sia la storia, che la geografia (chi sta al centro del continente logica vuole che abbia meno contatti con popolazioni extracontinentali rispetto a chi si trova ai margini dello stesso), che la genetica dicono il contrario?
Prima che qualche genio mi dia del leghista o del nordicista, sono romano, mediterraneo e meridionale per 1/4.
Caro calabrese,non può fare a meno di citarmi !!! (E’ sicuro di non avere già scritto a questa rubrica e magari di essersi firmato HNS?).
Comunque è un peccato….
è un peccato che lei scriva degli articoli belli,a volte
profondi ma poi inizia a parlare di Cristo e della sua Chiesa
e mi diventa ISTERICA!!!(è un modo di dire,non se la prenda dicendo che le ho dato dell’invertito).
E questa compulsione anti-cristiana la porta inevitabilmente a scrivere sfondoni
ignorando fatti risaputi da tutti….
Ad esempio afferma che la Chiesa sia stata causa della divisione Italiana,
quando invece l’Italia era divisa in signorie e principati ostili…per non parlare
delle rivalità dei comuni(quelle rivalità cittadine che ancora oggi si trascinano…).
Esempi di unità tra gli Italiani ci sono stati solo grazie alla Chiesa
(le varie Leghe Sante,come anche la guida del Regnum Italiae contro i saraceni
da parte di Giovanni X)…per non parlare del fatto che l’unico tentativo serio ed organico
di unificazione Italiana è stata messa in atto dallo Stato Pontificio nel secolo XV con Cesare Borgia;
altri tentativi sono sempre partiti dalla Roma Papale(come quella di Cola di Rienzo,che
progettava,da Roma e col beneplacito del Papa,un’unificazione Italiana con la convocazione a Roma degli esponenti dei maggiori regni e città Italiane).
Nel delirio arriva a sostenere che la Roma Imperiale fosse amorevole e pia….
un utente che la sostiene(e se fossi paranoico come lei direi che è lei sotto mentite spoglie)
arriva a citare la Pietas Romana….che purtroppo non aveva niente a che fare con la pietà
(il latino Pietas e l’italiano “pietà” sono falsi amici).
Al contrario un Romano VERAMENTE pio,quindi seguace verace del Mos Maiorum
avrebbe avuto schiavi che avrebbe trattato come cose(appartenenti alla categoria giuridica delle RES,non delle Personae),avrebbe esposto i figli
sarebbe andato al colosseo a vedere lo “spettacolo” di omicidi programmati.
Tutte cose abolite dalla “kiesa kattivona”.
E,sempre per farle notare quanto parli a vanvera di romanità,
proprio Roma era centro di un’idea UNIVERSALE….
quell’universalismo che lei rifiuta in ossequio al feticcio dell’ “etnos”.
Saluti
Hns
_____________
x mario rossi
scommettiamo che se dovesse guardare 20 foto di Italiani
dicendo se sono del nord o del sud ne sbaglierebbe almeno 18?
Bentrovato Hns, mi raccomando, rispetto per il Prof. Calabrese e per le sue indagini che coincidono perfettamente con quelle del sito. Come vede ospitiamo anche i suoi interventi di critica, legittima perchè chiamato in causa a difesa della sua Fede(che scrivo in maiuscolo perchè come tale va rispettata). Convengo assolutamente con lei e aggiungo per Fortuna che la pietà cristiana non c’entri nulla con la Pietas del Mos Maiorum…due visioni della vita dell’ Uomo su cui veramente bisognerebbe cominciare a dibattere SERIAMENTE!!! saluti
Admin,non ho nessun problema col professore;come ho scritto varie volte,
escludendo i deliri illogici quando parla di Cristianesimo,in tutto il resto
ho avuto modo di complimentarmi.MAI gli ho dato dello stupido o dell’ignorante
nei suoi discorsi extra-religiosi.
Al riguardo del suo intervento,le dico che la Pietas non è collegata al paganesimo;
il concetto di Tradizione(intesa,come ben sa,come “distillato” dinamico delle esperienze di chi ci ha preceduto,non come la intende la massa,in stile “biscotti della nonna”)il concetto di legame coi nostri Padri,la dedizione allo Stato(o al Sangue,alla Stirpe),il legame Sacro con la terra,la visione dell’uomo integrale,una concezione guerriera dell’esistenza dove la guerra è formazione in primis interiore dell’uomo etc…. Insomma,tutti questi valori del Mos Maiorum non sono più pagani che Cristiani.Chi dicesse il contrario dimostrerebbe ignoranza sul Cattolicesimo….confonderebbe il Cristianesimo col protestantesimo o con l’eresia modernista.
E chi arrivasse alla conclusione tanto di moda,che si tratti di “scopiazzamenti” sarebbe da rispondere “Deus non facit saltus” e “Gratia perficit naturam”.
Insomma,la dimostrazione che Cristo non è un innesto innaturale,una frattura,
ma un qualcosa già intuito,conosciuto ed in qualche maniera seguito dall’Uomo
Tradizionale e poi rivelatosi nella Pienezza dei Tempi(ed in questa pienezza dei tempi
vedo anche,come i Padri della Chiesa,la missione di Roma ed il pensiero Greco,base della Scolastica medievale).
Questo per dire che dal dibattito che lei,giustamente,si auspica,credo che il risultato sarebbe esattamente quello dello stesso identico dibattito accaduto 2000 anni fa tra Sant’Ambrogio e Quinto Aurelio Simmaco.
In qualche maniera guardate ai miei interventi
(come a quelli,senz’altro migliori,di qualsiasi altro cattolico)
come la risposta all’accusa alla Chiesa(cioè alla comunità dei Fedeli,la Chiesa Militante)
di essersi imposta(chissà come poi) rifuggendo
un confronto che “non avrebbe potuto sostenere” e di essersi trincerata ed
arroccata su posizioni di potere.
Beh siamo qui,che dibattito sia !!!
Grazie per l’Hospitalitas.
Saluti
Hns.
Certo che quest’articolo sta suscitando un bel codazzo di polemiche. Ora lascerò perdere l’aspetto religioso, dove abbiamo appurato, certe persone e io, di avere delle visioni del tutto incompatibili e oltre a questo non si va, tranne che per invitare ancora una volta HNS a un atto di coraggio: per favore, dica il suo nome. Firmarsi dà valore a un atto e a un’opinione, e celarsi nell’anonimato non è dignitoso. Piuttosto vorrei rispondere al signor Mario Rossi. A suo parere, io sarei o il mio articolo sarebbe completamente fazioso? Io cito uno studio scientifico, indico una fonte e una serie di autori, che Rossi può andare a controllare. Io segnalo un fatto: in un campo dove c’è ancora tanta incertezza come l’analisi genetica, dei ricercatori sostengono in base alle ultime ricerche, che gli Italiani sono geneticamente più omogenei di quanto abbiamo finora immaginato. E’ faziosità questa? O la faziosità è di chi attacca il mio articolo senza averlo letto con attenzione. Io non ho detto, ad esempio, che i Tedeschi hanno una percentuale di geni non caucasici maggiore degli Italiani, ma che l’hanno circa uguale, quel 1/2 % che è normale per le popolazioni europidi.
Poiché io non sono fazioso, Rossi, non la mando a quel paese, ma se avesse occasione di passarci (a Pontida, intendo), può sempre noleggiare un bel costume in gommapiuma da orco.
Fabio Calabrese
Hns, la rimando a questo link dove è stato pubblicato un’intervista ad un amico di Ereticamente la cui associazione si chiama proprio Pietas.
https://www.ereticamente.net/2013/03/intervista-giuseppe-barbera-dellass.html
Lei potrà dopo questa lettura riformulare le questioni che ha posto sopra perchè ha una visione del Sacro assolutamente semitica e non indoeuropea che noi cerchiamo di preservare e ridestare per ridare vitalità alla nostra Stirpe. Grazie
ps: proprio in questi giorni ho cominciato la lettura di Giovanni il Nazireo detto ‘Gesù Cristo’ e conto rinfrescare un pò la sua memoria circa questo rivoluzionario zelota che contribui alla fine di un’epoca aurea.
Admin,l’articolo di cui ha postato il link sarebbe stato meglio se non l’avesse citato.
Un gruppo che vuole rifarsi alla Romanità ed ha un approccio gnostico-esoterico….
o per dirla con un’altra parola,CABALISTICO.
Un pò come calabrese che parla tanto di Roma e poi fa proprie le istanze
rabbiniche e massoniche.
E meno male che vorreste essere gli “alfieri della spiritualità Indoeuropea”…..
L’Indoeuropeo ha scelto(SCELTO,senza nessuna fantasmagorica
opposizione di cui a volte si farnetica) la propria spiritualità 2000 anni fa,
vedendo in essa la continuazione e la coronazione della propria tradizione.
Ma dopo 2000 anni ecco pullulare,grazie al lavoro carsico delle massonerie
(e spero che almenoquesto,cioè che il paganesimo viene traghettato fino ad oggi in seno alle massonerie,lo sappiate),
nuovi pagani cabalistici ed esoterici.
Che NIENTE hanno a che fare con lo spirito Indoeuropeo
(quindi neanche lontanamente con la Romanità).
Per quanto riguarda le sue letture,se deve leggere qualcosa su
Cristo con spirito anti-cristiano,farebbe bene ad evitare di aggiungere colpa su colpa.
Ed in questo dimostra ulteriormente la mancanza di uno spirito romano o indoeuropeo
che ha tra le sue peculiarità il “distinguere ciò che è utile”(donde il romano diceva “Iuvat”,
ossia Giova(e qui accusereste anche i romani di essere “semiti” anche per l’assonanza Giove-Yahwèh),associando il concetto di Bene a quello di Dio Padre PRIMA della Rivelazione,
laddove voi non ci riuscite neanche DOPO).
Invece di difendervi sciovinisticamente,riflettete sulle vostre incongruenze
se siete realmente indoeuropei e figli della tradizione greco-romana
altrimenti continuate con questo relativismo loggiastico.
Saluti
Hns.
Bellissimo articolo del prof Calabrese, come sempre del resto.
La invito a scriverne quanti più spesso possibile, professore.
Ai libri sulla scia di quelli citati, tipo Consonni, suggerisco di aggiungere quello dei De Angelis, “La fine del cristianesimo”.
I miei rispetti.
Mario Puccioni
Caro calabrese non si alteri, cos’è la verità fa male?
Al contrario, io ho letto con attenzione il suo articolo, è lei a non aver letto con attenzione il mio commento, costringendo il sottoscritto a ribadire concetti pressoché semplici per chiunque abbia una base minima di genetica, oltreché verificabili.
gli studi da lei citati, in modo molto approssimativo oltretutto, non hanno alcun valore per il semplice fatto che sono molto recenti, con un “nord italia” che ha ora in casa moltissimi meridionali come fa ad essere attendibile un simile studio genetico? al contrario le mappature genetiche antecedenti agli anni 50 evidenziano una netta differenza tra settentrionali (perlopiù alpinoidi germanizzati/nordicizzati) e centro-meridionali (mediterranei con netti influssi germanici nelle aree segnate maggiormente dal dominio gotico e longobardo, ma anche dinarici e levantini). La invito a fare lo sforzo di guardare tali mappature genetiche, anche quelle da me linkate in precedenza, altrimenti conferma di essere fazioso.
riguardo i geni non europei presenti tra tedeschi e italiani etnici ribadisco ciò che le scrissi, è follia pura quanto scrive. ora tralasciando l’aplogruppo J2 (molto presente nel centro-sud della Repubblica Italiana) per varie ragioni, controlli la distribuzione geografica dell’aplogruppo J1 (proprio dei popoli semiti):
http://www.eupedia.com/europe/Haplogroup_J1_Y-DNA.shtml
come si può facilmente notare esso è quasi inesistente in Germania mentre nel centro e soprattutto nel sud della R.I. è assai più frequente.
se avesse fatto lo sforzo di leggere bene il mio commento si sarebbe accorto che ho dichiarato di essere romano e meridionale per 1/4, quindi la pregherei di non tirare in ballo la lega (classico partito italiota), perché in questo modo si copre solo di ridicolo.
solo riconoscendo e rispettando ogni popolo Europeo nella sua diversità ed esclusività si arriverà a costruire la vera Europa dei popoli, il contrario della UE.
la saluto dicendo Ave Italia, ma la vera Italia, quella etnica, mediterranea, latina, plasmata dai Romani e da tutti i popoli italici, oltreché da Etruschi e Magno Greci; non l’italietta tricolorita voluta dalle logge e dalle sinagoghe e oramai destinata al tracollo.
Articolo interessante ancora nel 2019, ma purtroppo carico di commenti di parte e di presunte “fonti scientifiche” non adatte.
Vorrei precisare una cosa sulla questione della presunta DIFESA messa in atto dal neo-nato popolo ebreo nel mondo antico e nello stesso identico modo nell’era attuale da parte di quel gruppo umano che va sotto il nome di “Israele”: non si trattava di difesa bensì di OFFESA!
Per favore, leggete bene l’AT prima di parlare.
Tutta la Bibbia è intrisa di violenza inaudita non solo contro popoli kattivoni e “immorali” ma anche contro popolazioni inermi che avevano la sola colpa di vivere su terre che quel popolo voleva prendersi per sè.
E’ vero che come cristiani abbiamo ricevuto una Bibbia tradotta in greco, ma gli elementi sono rimasti tutti.
Il problema è che in Italia i cattolici non sono abituati a leggerla, come ad esempio fanno i nuovi convertiti di tutte le denominazioni cristiane non cattoliche, soprattutto nelle Americhe da nord a sud e pare che gli stia bene.
In Italia la Bibbia si tiene in casa come soprammobile.
L’Italiano non legge, al massimo va in chiesa e ascolta il vangelo del giorno estrapolato e commentato da un prete.
Se leggessimo a fondo l’AT ci si rizzerebbero i peli sulla schiena per quanto lontana sia la forma mentis (e di conseguenza il modus operandi) di quel popolo e degli altri intorno ad esso.
Allora perchè ci portiamo dietro l’AT? Per varie ragioni:
1 – il Gesù del NT ha avuto bisogno di un lignaggio ben preciso se no non se lo c…ehm…prendeva nessuno. In uno dei vangeli sinottici si trova ancora la lista completa della genealogia di Gesù, brano che letto in chiesa provoca stordimento pure nel più determinato sacerdote e ancor più negli astanti.
2 – la gente non legge comunque l’AT, quindi resta lì dove si trova e mica si può cambiare. L’imbarazzo si evita non leggendolo.
Nel XX secolo si è assistito ad un cambiamento di etica e di sentimento che a mio avviso è stato causato dall’orrore di due guerre mondiali che hanno fatto a pezzi popoli e terre d’Europa e anche dall’orrore dell’Olocausto (per correttezza, bisognerebbe precisare che non ha riguardato solo persone di etnia/religione ebraica, ma anche zingari, omosessuali e dissidenti politici/religiosi e persone considerate malate di mente, vedere l’Aktion4).
Tutto ciò ha avuto un impatto immenso sulla gente, sulla memoria, forse perfino sulla fisiologia delle nuove generazioni.
Il motivo per cui non si è ancora prodotta la famosa “terza guerra mondiale” spauracchio ricorrente (no, non sto parlando di terrorismo che è un’altra faccenda) è probabilmente la volontà popolare di evitarla quando ancora le tracce di quelle precedenti sono più vive di quanto si creda. Forse la guerra è stata spostata in altri ambiti, ad esempio nella finanza.
Ecco, diciamo che finchè nel mondo antico le guerre, pur sanguinose, venivano subite dai popoli più deboli e raramente denunciate come ignobili, nel mondo moderno è nato proprio il concetto di ignobiltà delle guerre, in specifico delle guerre d’invasione.
L’AT si situa perfettamente nel generale andamento del mondo antico, quando le guerre d’invasione erano un VANTO e dimostravano la superiorità bellica e perfino culturale di un popolo, che in vista di tale superiorità si accordavano un presunto diritto ad agire in tal modo.
Nell’AT tali guerre portate avanti da un neo-nato popolo in nome del loro dio allo scopo di accaparrarsi terre erano un VANTO.
Adesso i popoli che insistono nel mettere in atto guerre d’invasione sono costretti in qualche modo a mettersi il cappottino delle VITTIME autorizzate.
Nel XX secolo la guerra da vanto è diventata VERGOGNA.
Adesso ce la portiamo dietro in un libro “sacro” con tutto l’anacronismo di cui può essere capace una Fede, che per quanto degna di essere rispettata negli individui che la scelgono, non può più diventare Legge attuabile, nè politica nè mentale nè etica.