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di Leo Valeriano
Riprendo il discorso sulla religione. Io mi chiedo quale possa essere lo scopo di certe persone che spendono tempo e denaro per mettere in giro manifesti e cose del genere, che affermano che Dio non esiste. Si mi riferisco a quella faccenda di cui si è cominciato a parlare qualche tempo fa e che poi sembra essersi dissolta nel generale disinteresse.
Appunto, lo dovevano sapere bene che il risultato sarebbe stato quello. E allora perché lo hanno fatto? Mah. Che poi, se ci pensate bene, bisogna ammettere che per ammettere che Dio non esiste ci vuole una fede addirittura più grande di quella che ha chi crede in Dio.
Ammettere che Dio esiste, siamo sinceri, non è così difficile. Fa parte della cultura umana, delle nostre tradizioni. E poi ci sono le religioni rivelate che spiegano anche perché esiste Dio. Ci sono cose come le apparizioni e i miracoli, che aiutano a capire qualche cosa circa l’esistenza di Dio. Ci so può credere o meno, ma almeno sono un aiuto. E invece, non c’è assolutamente niente che dimostri il contrario. Si lo so, ci sono e ci sono stati molti filosofi dell’ateismo. Ho anche letto gli scritti di alcuni di loro.
Proprio per questo mi sento in dovere di dire che poi, tutto sommato, neanche loro sono assolutamente atei. Sicuramente non sono credenti, questo lo capisco. Non credono a quella particolare religione o a quell’altra. E allora? Gli islamici non credono nel confucianesimo. I confuciani non credono nel cristianesimo, i cristiani non credono nel buddismo, i buddisti non credono nell’Islam, e così via. Ma tutti credono nella loro religione. Ecco, io direi che gli atei hanno una credenza tutta particolare in Dio. Ma in fondo ce l’hanno. Perché nessuno è veramente così idiota da pensare che l’universo si possa essere formato da solo e, magari, per caso. Beh, dal niente non si forma niente, no? Non per caso, non da solo. Qualcosa o qualcuno che ha dato il via ci deve pure essere stato, no? Quindi posso capire che una persona non creda alle religioni rivelate. Che non creda nemmeno alle spiritualità orientali. Questo è comprensibile. Ma che un grande creatore esiste, è talmente evidente che non si può disconoscere. Ecco, basterebbe questo. Perché una volta ammesso che c’è stato un grande creatore, il passo successivo è riflettere sul fatto che un pensiero creatore del genere deve avere avuto un fine. E che noi (tutti noi) facciamo parte di questo fine, di questo grande progetto. Quindi la vita di tutti noi, di ognuno di noi, è importantissima per portare avanti questo progetto. E vi pare poco?
Come vedete, quello che dico è adattabile a molte religioni. E so che mi ascoltano appartenenti a fedi diverse. A me, interessa poco qual è la fede che professate, l’importante è che il vostro riferimento sia lo stesso: Dio. Il resto, naturalmente, conta. Ma conta molto meno del fatto che, appunto, con un ragionamento elementare abbiamo potuto comprendere la ragione per la quale possiamo affermare che Dio esiste e che il creato ha una sua ragione di essere. In quanto al suo manifestarsi, non mi pronuncio. Mi basta riconoscere che le fesserie propagate da incomprensibili personaggi, restano (appunto) fesserie. Siate sereni amici miei e sorridete. Sono convinto che Dio, comunque voi amiate chiamarlo, sorriderà con voi. Io credo in Dio. Ci credo perché la sua presenza sta scritta nella nostra intelligenza di esseri umani. Basta usarla, l’intelligenza, per capire. E, per esempio, ritengo validissimi i principali insegnamenti del cristianesimo odierno: carità, fraternità sociale, tolleranza.
Anche se i cristiani di oggi sono gli stessi che hanno bruciato vivi i Catari, che hanno distrutto civiltà intere come quella Azteca e quella Inca, che hanno fatto l’Inquisizione e marchiato di orrori il Medio Evo. Comunque, una cosa è il riconoscere la validità morale del Cristianesimo e un’altra è l’aderire in toto alla sua dottrina. Questo atteggiamento non vale solo per il Cristianesimo, naturalmente, ma per tutte le cosiddette religioni rivelate. È la stessa intelligenza che mi rivela l’esistenza di Dio, che mi impedisce di crederci. Oggi, io sono convinto della grande importanza delle grandi religioni. Quasi tutte. Per moltissime persone sono fonte di speranza e riescono a spiegare quello che, tutto sommato, non lo è per le nostre limitate menti umane. E sono una speranza anche per i malati, per i poveri, per chi è colpito da qualche terribile sciagura, perché le religioni (quasi tutte) ci raccontano che queste sofferenze, in qualche modo, saranno compensate. Tutto questo è indubbiamente positivo. In questo articolo, che per necessità deve avere una sua limitata lunghezza, non posso spiegare in maniera totale un pensiero che, comunque, risulterà ostico alla maggior parte delle persone. Proverò, comunque, a tracciare in maniera comprensibile la logica che mi ha condotto, negli anni, a questo pensiero. Un grande e noto scienziato, Stephen Hawking, ha diffuso una particolare teoria sulla creazione dell’universo. Quella del Big Bang. A giustificazione delle sue teorie, ha portato una serie di ragionamenti logici e soprattutto matematici che, anche se spiegano bene “come” tutto potrebbe essere accaduto, non spiega “perché” sia accaduto. Infatti, non mi interessa il modo con cui Dio può avere creato questo universo, mi basta sapere che lo ha fatto. Hawking ritiene che il Big Bang sia stato dovuto a una casualità. Ma perché sarebbe accaduta questa casualità? Non potrebbe essere stata provocata? Io preferisco pensare, come logica insegna, che sia stato opera di un’Entità che noi chiamiamo Dio. Ovviamente si tratta di un’Entità incommensurabile che non può essere compresa pienamente, visto che probabilmente spazia in dimensioni e concetti che sono per noi inimmaginabili. Capisco che qualsiasi paragone risulterebbe inadatto e certamente presuntuoso. La scienza può arrivare solo fino ad un certo limite. Non oltre. Comunque, lo stesso ragionamento può valere per la teoria del Creazionismo. In breve, dovunque l’umanità (e gli scienziati per lei) possa arrivare con le sue teorie, io in ultima analisi, dietro la creazione dell’universo vedrò sempre la volontà di un Entità con poteri e con caratteristiche che sono per me assolutamente incomprensibili. Proprio per questo motivo, rinuncio a chiedermi “perché” Dio abbia deciso di creare l’Universo. Sono convinto che si finirebbe per semplificare in maniera assurda o con l’entrare in filosofie fantastiche che porterebbero a dimensioni che la mente umana non potrebbe mai comprendere. E questo è assolutamente logico: siamo troppo attaccati alla nostra carnalità, alla nostra umanità, per riuscirci. E infatti, le risposte che le religioni forniscono sono eccessivamente semplicistiche. Proprio per questo sono adatte a menti semplici. Resta il fatto che se Dio ha creato l’universo deve avere avuto una ragione. Secondo le religioni più accettate, Dio avrebbe creato l’universo (tutto l’universo) solo per porre una sua minuscola creatura, l’uomo, in un piccolo pianeta che ruota intorno a una stella. Uno spreco enorme.
Ma Dio è Dio e può fare quello che gli pare. Posso essere d’accordo. L’unica cosa che è difficile da accettare è il fatto che abbia seguito alcuni criteri che metterebbero Dio (quasi) al servizio dell’uomo. E, almeno secondo alcune credenze, addirittura al servizio di un piccolo gruppo di uomini scelti. Anche questo sarebbe uno spreco incredibile perché la presenza di tutti quanti gli altri uomini che non sono compresi in quel piccolo numero, sarebbe perlomeno inutile. Gli Ebrei e i Testimoni di Geova credono proprio questo: loro sono i prescelti e per gli altri non c’è niente da fare. Anzi, mentre si può diventare Testimoni di Geova attraverso un’adesione, solo gli Ebrei (tranne casi eccezionali) possono aderire all’ebraismo ed essere abilitati come prescelti da Dio. Un Dio del genere, se esistesse, sarebbe di una cattiveria e di una perfidia incredibili. Particolarità queste, che invece sono assolutamente umane. Anzi, sono caratteristiche della peggiore umanità. Leggendo la Bibbia, comunque, ci si rende conto che tutte le leggende che sono racchiuse in essa sono il resoconto di un particolare tipo di civiltà (quella ebraica) che è stato utile a tutto un popolo per rimanere unito, ma che ha poche aderenze con la storia. Oggi, anche attraverso gli studi che sono stati fatti su reperti archeologici, sappiamo che si tratta di una realtà romanzata e facilmente spiegabile con i moderni criteri di analisi. La Genesi, è una grande favola che spiega in maniera facilmente comprensibile, cose che invece sono incomprensibili a una mente umana. Le battaglie che vi sono descritte hanno fondamenti di verità, ma sono state arricchite da elementi fantastici che potessero conferire agli ebrei un’aura di potenza e di mistero. E il Dio di cui vi si narra, somiglia più al Wotan germanico che al Dio del Cristianesimo o dell’Islam. Altro che Dio di bontà: è sempre incazzatissimo. Viene chiamato “Signore degli eserciti”. È un Dio guerriero. È suscettibile di terribili impeti di rabbia che si risolvono sempre in distruzioni. O addirittura nella volontà di estinzione del genere umano, come nel caso del Diluvio universale. Eppure, ragionateci bene, nel creare l’umanità con tutte le sue caratteristiche, Dio doveva sapere bene come si sarebbero comportati, gli umani. Se ha creato l’umanità con tutti difetti che ha, perché arrabbiarsi se gli uomini si comportano da umani? Ognuno di noi, dotato di media intelligenza, sa benissimo che se fa entrare nel suo appartamento un ladro abituale è facile che qualche cosa sparisca dalla sua casa. In questo senso, e lo sappiamo bene, l’umanità non è affatto libera: è, appunto, vittima della sua natura umana. E, ripeto, conoscendo la natura umana, non sarebbe stato difficile immaginare “come” si sarebbero comportati gli uomini. Se poniamo una sfera su un piano inclinato, non è difficile comprendere che rotolerà verso il basso. È una cosa logica. Quindi, Dio conosceva benissimo quale sarebbe stato, in genere, il comportamento dell’umanità. E allora, perché arrabbiarsi se l’uomo si comporta come un uomo? Ma – dice qualcuno – Dio voleva mettere alla prova gli uomini e li ha dotati di intelligenza e di autodeterminazione, per poi punirli o premiarli. A parte la scarsità di intelligenza di cui siamo dotati, in genere, mi sembra che di autodeterminazione ne abbiamo poca. La maggior parte di noi non può fare quasi nulla per “determinare” la propria vita. Ovviamente possiamo scegliere (o credere di scegliere) nelle piccole cose. Comprare un tipo di pane anziché un altro. E, se capita, anche aiutare a vivere un altro essere, anziché lasciarlo morire. Ma non possiamo scegliere a che età crepare, per esempio. Possiamo anticipare quella data, non posticiparla. Possiamo curarci, cercare di prevenire, ma in effetti non possiamo decidere se ammalarci o no. Se nascere da una certa coppia piuttosto che da un’altra. S venire alla luce in qualche particolare luogo del mondo. In effetti, ed è questo che io credo, Dio sapeva benissimo come l’umanità si sarebbe comportata nel corso della storia. E allora, perché avrebbe dovuto tramutarsi in una delle sue creature per sacrificare se stesso … a se stesso?
Come si fa ad accettare l’idea di un Dio talmente idiota da volersi far ammazzare dalle sue stesse creature per liberarle dalla loro stupidità? La stessa stupidità che è naturale nella natura umana. Eppure, è questa la base centrale di tutti i credo cristiani. E qualcuno mi vuole convincere che, sapendolo, ha voluto diventare uomo e farsi ammazzare? Si dovrebbe trattare, quindi, di un Dio masochista. Di un Dio che è onnipotente, onnisciente, onnipresente e poi anche masochista. Una concezione del genere, non fa onore nemmeno al più cretino di noi. Resta il fatto che la maggior parte degli esseri umani credenti in una delle religioni cristiane, nonostante tutto, non sembra avere fatto neppure un passo in avanti, sul piano della crescita. Anzi. Con il suo sacrificio, Dio non avrebbe fatto altro che togliere il marchio del peccato originale. E serviva fare tutto quel casino per poi lasciare, comunque, l’umanità preda della propria barbarie? Ma ammettiamo, per un istante, che Dio non fosse così onnisciente come penso io e legato alla legge del probabilismo, accennata sopra. Anche in questo caso, mi si deve spiegare come sia congruente la figura di un Dio che, prima causa il diluvio universale per distruggere la specie umana da lui creata e poi si fa ammazzare da quegli stessi umani per salvarli. E da che cosa poi? Da loro stessi. Basterebbe metterli tutti in fila, donne e uomini, e prenderli tutti a sganassoni. Come in una catena di montaggio.
Ma sia chiaro, io credo in Dio. Tuttavia, come ho già accennato, non credo alle cosiddette religioni rivelate. Intanto, se Dio è questa inimmaginabile entità a cui accennavo, come credo, e ha creato l’universo per una ragione precisa, cosa dire dell’Islam che crede che la parola divina sia stata trasmessa ad un uomo, tramite un particolare messaggero, “in lingua araba”? E perché non (anche) in aramaico, cinese, islandese? Forse che questi popoli sono indegni di ricevere quel messaggio? Il fatto che gli scritti islamici appaiano come una scopiazzatura di altre scritture, mi turba di meno. Ma ci sono anche altre storture del pensiero islamico che sarebbe troppo complicato e lungo affrontare. E potrei continuare esaminando anche le altre religioni presenti sul nostro pianeta. Ma allora, direte voi, tu vorresti che fossero abolite tutte le religioni? Niente affatto. Io credo sinceramente che la presenza delle religioni sia positiva. Almeno finché la religione non si rende strumento di gruppi di persone che in quella religione si riconoscono e che la usano come un’arma. Come accade, a volte, nell’Islam. Come accadde, per lungo tempo, con la religione cristiana strumento di annientamento come ho detto, di popolazioni inermi (Incas e Aztechi), di comunità intere (Catari, Valdesi, Cavalieri templari), di personaggi illustri che avevano un pensiero divergente da quello ufficiale (Giordano Bruno e Galileo Galilei), per non parlare della caccia alle streghe operata dall’Inquisizione. Ma già dal concilio di Nicea, con la messa all’indice delle teorie del monaco Ario che sosteneva la diversa divinità di Gesù di Nazareth, la Chiesa aveva assunto una posizione intransigente perpetuata nel corso dei secoli. E sappiamo che lo stesso concilio mise al bando moltissime idee similari, come il Manicheismo e il Priscillianesimo. Priscilliano, vescovo cristiano, fu messo al rogo nel 385.
E vorrei ancora ricordare come lo stesso Cattolicesimo nacque come corrente eretica che determinò lo scisma tra la chiesa d’oriente, quella originaria e ortodossa e quella d’occidente, la cosiddetta Chiesa del Filioque. Per cui la chiesa eretica perseguitò le eresie. Oggi, indubbiamente, la religione cattolica sembra essere mutata ed essere diventata più tollerante.
È un simbolo di aggregazione e di speranza, e opera efficacemente nel settore sociale. La maggior parte delle persone, che potrebbero trovare gelide le mie teorie, possono rifugiarsi nel tepore della Chiesa e, egoisticamente, sperare di poter essere accolti in paradiso dopo la morte. E anche in questo si ritrovano segni di quell’egoismo che, comunque, sembra essere il segno distintivo della natura umana. Ma molta umanità ne ha bisogno e non possiamo ignorare certi aspetti della nostra umanità. Le Chiese, tutte le Chiese, offrono la possibilità di “credo” che permettono una vita più serena. A patto, però, che non si permetta loro di tornare ad essere elemento di oppressione, come sono state in passato.
Ma facciamo un passo indietro: la nostra presenza, come ho detto, ha uno scopo, anche se non è quello dichiarato da taluni. Questo mi basta. Mi basta essere un elemento di questo grande ingranaggio voluto da Dio. E, anche se non conosco il funzionamento di questo enorme ingranaggio, e nemmeno le sue motivazioni, io sono orgoglioso di farne parte. In questo non mi discosto molto dalle religioni rivelate. Tuttavia, per qualcuno, a molti risulterà difficile, freddo, duro accettare quanto ho scritto finora. Si tratta di concezione che, siamo sinceri, possono essere fatte proprie solo da un numero limitato di persone. Persone che accettino di contribuire a creare positività, che si proponga come un elemento di maturazione, nel genere umano. Un’umanità consapevole di far parte di un grande disegno e di una comunità che ha bisogno di essere aiutata a crescere. Un mondo che, lentamente e nonostante le religioni che vengono professate, sta depauperando e distruggendo l’opera di Dio. Per questo ritengo che gli uomini più illuminati debbano combattere in favore dell’opera di Dio, senza porsi troppe domande. In una grande armata, il soldato non deve chiedere continuamente ai suoi superiori la ragione delle loro scelte. Deve solo obbedire. Se ai soldati chiamati difendere la propria terra da un nemico invasore fosse permesso di contestare le scelte dei generali, ignorandone spesso anche il significato, qualsiasi battaglia sarebbe persa prima di iniziare. In questo senso, i più illuminati dovrebbero sentirsi come soldati fedeli che fanno parte di un grande esercito guidato da Dio. E senso del dovere ed obbedienza sono le doti del soldato. L’umanità ha obbedito ciecamente a personaggi come Stalin, Mao, Hitler. Dovrebbe farlo, e con maggior ragione, anche nei confronti di Dio.
Categorie: Dio, Filosofia, Leo Valeriano, Religione
Pubblicato da admin il 20 Dicembre 2012
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Bene e male derivano pie pari dalla propria concezione del mondo, parli di religioni oppressive e poi dici che secondo te devi seguire un piano che non conosci se questa non è oppressione che è? e poi scusa ma come fai? Smontare il tuo discorso è semplice se allora esistesse un dio come Ares il cui compiacimento deriva da quanti uomini fai fuori tu che fai?Esegui? Il discorso su Dio è il discorso sulla vita credere in qualcosa che non puoi vedere sentire ma che c’è è come credere nel niente e anche troppo semplice è come dire c’è un piano che però non conosco e allora faccio ciò che mi piace tanto so che sto seguendo il piano. Più idioti degli atei che tra l’altro credono appunto che dio non esiste ma pur sempre credono ci sono solo i così detti credenti non praticanti che si rifanno a una non meglio precisata moralità come se la moralità non derivi da dio ma sia insita nell’uomo. Giusto e sbagliato hanno senso solo all’interno di una credenza che devi conoscere se non la conosci come dici tu allora puoi fare tutto quello che vuoi, per ritornare alla metafora del soldato un soldato senza ordini è uguale a uno che disobbedisce, fa quello che vuole.
A Gianfranco Lagrotta – Scusa il ritardo ma ero nell’Outback australiano.
Innanzitutto, è chiaro che non credo in un Dio come Ares. E non ho scritto che ognuno può fare quello che gli pare, solo perchè non conosce il fine ultimo di Dio. Chi ragiona in questa maniera è come il mafioso che ammazza ma porta al collo la croce, l’immagine dei santi o la madonna. E la moralità, mio caro, dipende properio dalla nostra comunità di uomini. Infatti, le moralità sono diverse a seconda dei popoli che le elaborano. E’ vero che un soldato senza ordini è uno che non sa cosa fare. Ma noi gli ordini ce li abbiamo. E come. Sono scritti nel libro della notra intelligenza e nel creato. Se facciamo finta di non capirli … è un altro discorso. E lo è anche se non capiamo veramente.
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